Editoriale Risveglio Duemila 14 aprile 2020
Non abbiate paura, Lui si prende cura di noi
“Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca… ci siamo tutti.”
Le parole di Papa Francesco nella preghiera di quella sera in una Piazza S. Pietro deserta e buia, ci hanno aiutato a interpretare il nostro stato d’animo collettivo, una paura che più passano i giorni più si tramuta in tristezza e pessimismo. Per qualcuno diventa anche rabbia che fa trasgredire le regole come per dimostrare la volontà di sopravvivere o per negare il pericolo.
Ma Papa Francesco aveva anche indicato altri atteggiamenti e valori: tutti e ciascuno siamo importanti, nessuno va scartato, si deve combattere per la vita di tutti. E lo dobbiamo fare insieme, altrimenti la barca non va avanti: medici e politici, cittadini e sindaci, infermieri e addetti ai servizi essenziali, giornalisti e imprenditori, volontari e forze dell’ordine, studenti e insegnanti, parroci e fedeli…
La nuova solidarietà che è scattata tra la maggioranza delle persone di fronte al pericolo comune è una reazione positiva, molto umana e molto evangelica, che va conservato anche per i prossimi mesi che ci vedranno impegnati in questa lotta. Altrimenti se la catena avrà anelli deboli si potrebbe spezzare, a danno di tutti. Ma la solidarietà di questi mesi non si deve fermare qui, né rimanere dentro i confini del nostro popolo. Quanti milioni di persone soffrono mali terribili e altrettanto mortali? La fame, la mancanza di acqua e di medicinali, gli ambienti naturali danneggiati dall’uomo stesso, ma soprattutto le tante persecuzioni dei credenti, le violenze e le guerre, – tutte insensate e inutili, frutto di egoismi e interessi, di ideologie e nazionalismi… Quanti mali richiedono una grande espansione della nostra solidarietà, un impegno per diventare operatori di pace e quindi di giustizia, ben oltre i confini del nostro paese o della stessa Europa, e non per una sola malattia benché grave e pericolosa!
In questa Quaresima siamo stati un po’ tutti in quarantena, con alcune astinenze obbligatorie e obbedienze comuni che ci hanno limitato qualche libertà concreta. Ma visto quello che patiscono molti nostri fratelli, non abbiamo il diritto di lamentarci più di tanto. Chi ha il diritto di farlo, purtroppo, sono quelli che piangono per la morte di un parente o un amico, un nonno o un giovane: a questi dobbiamo dare consolazione e aiuto, con la vicinanza concreta.
Per tutti noi, per tutti i figli di Dio dispersi in ogni parte del mondo, in ogni caso è la Risurrezione di Cristo la vera risposta ai mali che affliggono tutti. Perché Cristo che risorge ci fa vedere e toccare la forza di salvezza che viene da Dio, nostro Padre, il nostro creatore che provvede con amore paterno e materno a tutti i suoi figli. Lui nel dono della vita del suo Figlio fatto uomo e nella sua risurrezione, ha iniziato a rinnovare il mondo e a sconfiggere sia il male maggiore, la morte, sia tutti gli altri mali.
Se il Signore Gesù ci ha amato fino a versare il suo sangue per noi, per darci una nuova vita oltre la morte, affrontiamo con speranza questa e tutte le altre prove che incontreremo, ma facciamolo insieme, senza paura, sapendo che Egli ha cura di noi, sempre.
+Lorenzo, arcivescovo