Un’estate in missione

Un’estate in missione 
Dal “RisVeglio Duemila” N. 23/2017   

Non solo spiaggia o sentieri di montagna. L’estate dei giovani (e meno giovani) non fa solo rima con divertimento e disimpegno. Dopo il corso missionario proposto quest’anno dal Cdm e dalla Pastorale Giovanile sono diversi i giovani (e meno giovani) che hanno pensato di impiegare una parte della loro estate per fare un’esperienza missionaria, in Italia o all’estero. È il caso di Barbara Buccelli, Mauro Giacoia e Simone Albani, tutti e tre di Pinarella di Cervia, che andranno a Trapani l’ultima settimana di luglio per un campo “fuori le mura” organizzato dalla Papa Giovanni XXIII all’interno di un carcere minorile, e saranno affiancati, nel loro compito, da un sacerdote dell’associazione fondata da don Oreste Benzi.”Ho sempre avuto il desiderio di fare una esperienza missionaria – dice Barbara, ventenne – ma prima ero troppo piccola. Grazie a un contatto con il centro missionario di Ravenna ho iniziato a partecipare ai loro incontri formativi che mi hanno colpito molto. Le esperienze missionarie proposte, il donarsi agli altri, anche nelle piccole cose, mi ha impressionato positivamente e voglio fare come loro”. Il compito che aspetta i tre giovani è piuttosto impegnativo. “Staremo la mattina con i minori – spiega Barbara – e il pomeriggio staremo con le loro famiglie. Dovremo fare animazione e saremo ospitati in una casa famiglia della Papa Giovanni. So che non sarà facile, come esperienza, ma so anche che là dove c’è la sofferenza, e una persona in carcere è una persona che soffre, l’uomo rinasce”. Soffrire significa anche essere costantemente affamati o lontani da casa per tutta la settimana, come i diciotto bambini che frequentano la scuola all’interno dell’oratorio salesiano di Sagrada de Corazon, in Bolivia. È lì che andranno dal 9 al 30 agosto, sette parrocchiani (tre giovani e quattro adulti) della parrocchia salesiana di San Simone e Giuda. “È un’esperienza che ti può cambiare la vita – dice Olga Giannoni, una dei tre giovani – e la prospettiva con cui vivi le cose di tutti i giorni. Io poi sono nata in Colombia, sono stata adottata, per me è un viaggio ancor più significativo. Per finanziarci il viaggio abbiamo fatto delle opere di auto-finanziamento per i soldi del biglietto, ma vorremmo portare dei fondi anche in Colombia, alle persone bisognose. A tal fine stiamo pensando di realizzare alcune iniziative a San Simone e Giuda”.Saranno venti giorni impegnativi, per il gruppo missionario ravennate. “Staremo più che altro con i bambini – dice Olga –, e aiuteremo a costruire alcune parti del villaggio che fa parte del territorio in cui è l’oratorio. I bambini ospitati nell’oratorio vi restano dal lunedì al venerdì, frequentando la scuola, perché i loro villaggi sono a chilometri di distanza, non avrebbe senso farli tornare a casa ogni sera. Quest’esperienza spero mi aiuti a costruirmi una prospettiva del mondo diversa e ad aiutare a cambiare le cose in meglio, specialmente per chi è povero”.   Fabrizio Casanova