Ufficio Famiglia: Settembre 2012

Ufficio Famiglia: Settembre 2012
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 33/2012
 
Ufficio per la Pastorale familiare
Abbiamo già avuto occasione, nei precedenti numeri del RisVeglio Duemila, di raccontare impressioni ed esperienze legate allo straordinario evento quale il VII Incontro Mondiale delle Famiglie con papa Benedetto XVI, svoltosi a Milano nei primi giorni di giugno. Ora è uscito un libretto (Ed. Centro Ambrosiano, Euro 3,40), che contiene un dono prezioso: i discorsi e le omelie pronunciati dal Santo Padre non solo in tale occasione, ma anche nella successiva Udienza Generale del mercoledì 6 giugno, a Roma, dove il Papa ha ricordato i vari incontri milanesi. Ecco una sintesi.
 
‘Epifania’ della famiglia
Cari fratelli e sorelle,
‘La famiglia, il lavoro e la festa’: è stato questo il tema del VII Incontro Mondiale delle Famiglie, che si è svolto nei giorni scorsi a Milano. Porto ancora negli occhi e nel cuore le immagini e le emozioni di questo indimenticabile e meraviglioso evento, che ha trasformato Milano in una città delle famiglie: nuclei familiari provenienti da tutto il mondo, uniti dalla gioia di credere in Gesù Cristo. Sono profondamente grato a Dio che mi ha concesso di vivere questo appuntamento ‘con’ le famiglie e ‘per» la famiglia. In quanti mi hanno ascoltato in questi giorni ho trovato una sincera disponibilità ad accogliere e testimoniare il ‘Vangelo della famiglia’. Sì, perché non c’è futuro dell’umanità senza la famiglia; in particolare i giovani, per apprendere i valori che danno senso all’esistenza, hanno bisogno di nascere e di crescere in quella comunità di vita e di amore che Dio stesso ha voluto per l’uomo e per la donna. Dall’alto del Duomo, la statua della Madonna con le braccia spalancate sembrava accogliere con tenerezza materna tutte le famiglie di Milano e del mondo intero! Al Teatro alla Scala ho sottolineato che in Gesù di Nazareth Dio si fa vicino e porta con noi la nostra sofferenza. Ho voluto fare riferimento alla famiglia del terzo millennio, ricordando che è in famiglia che si sperimenta per la prima volta come la persona umana non sia creata per vivere chiusa in se stessa, ma in relazione con gli altri; ed è in famiglia che si inizia ad accendere nel cuore la luce della pace perché illumini questo nostro mondo. Allo stadio Meazza, ai ragazzi ambrosiani ho rivolto l’appello a dire un ‘sì’ libero e consapevole al Vangelo di Gesù, accogliendo i doni dello Spirito Santo che permettono di formarsi come cristiani, di vivere il Vangelo e di essere membri attivi della comunità. Li ho incoraggiati ad essere impegnati, in particolare nello studio e nel servizio generoso al prossimo. L’incontro con le rappresentanze della società civile milanese e lombarda, mi ha permesso di evidenziare l’importanza che la legislazione e l’opera delle istituzioni statali siano a servizio e a tutela della persona nei suoi molteplici aspetti, a cominciare dal diritto alla vita, di cui non può mai essere consentita la deliberata soppressione, e dal riconoscimento dell’identità propria della famiglia, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna. Poi, nella grande area del Parco Nord di Bresso, ho preso parte alla coinvolgente Festa delle Testimonianze dal titolo ‘One world, family, love’. Qui ho avuto la gioia di incontrare migliaia di persone, un arcobaleno di famiglie italiane e di tutto il mondo, già riunite dal primo pomeriggio in un’atmosfera di festa e di calore autenticamente familiare. Rispondendo alle domande di alcune famiglie, scaturite dalle loro esperienze, ho voluto dare un segno del dialogo aperto che esiste tra le famiglie e la Chiesa, tra il mondo e la Chiesa. Sono stato molto colpito dalle testimonianze toccanti di coniugi e figli di diversi Continenti. Ho ribadito la difesa del tempo della famiglia, minacciato da una sorta di ‘prepotenza’ degli impegni lavorativi: la domenica è il giorno del Signore e dell’uomo, un giorno in cui tutti devono poter essere liberi, liberi per la famiglia e liberi per Dio. Difendendo la domenica, difendiamo la libertà dell’uomo! La Santa Messa di domenica 3 giugno ha visto la partecipazione di un’immensa assemblea orante, che ha riempito completamente l’area dell’aeroporto di Bresso, diventata quasi una grande cattedrale a cielo aperto. Ho lanciato un appello a edificare comunità ecclesiali che siano sempre più famiglia, capaci di riflettere la bellezza della Santissima Trinità e di evangelizzare non solo con la parola, ma per irradiazione, con la forza dell’amore vissuto, perché l’amore è l’unica forza che può trasformare il mondo. Inoltre, ho sottolineato l’importanza della ‘triade’ famiglia, lavoro e festa. Sono tre doni di Dio, tre dimensioni della nostra esistenza che devono trovare un armonico equilibrio per costruire società dal volto umano. L’Incontro ha avuto grande successo pastorale ed ecclesiale, come pure vasta eco in tutto il mondo. Esso, infatti, ha richiamato a Milano oltre un milione di persone, che per diversi giorni hanno pacificamente invaso le strade, testimoniando la bellezza della famiglia, speranza per l’umanità. L’Incontro è risultato così un’eloquente ‘epifania’ della famiglia, che si è mostrata nella varietà delle sue espressioni, ma anche nell’unicità della sua identità sostanziale: quella di una comunione d’amore, fondata sul matrimonio e chiamata ad essere santuario della vita, piccola Chiesa, cellula della società. Da Milano è stato lanciato a tutto il mondo un messaggio di speranza, sostanziato di esperienze vissute: è possibile e gioioso, anche se impegnativo, vivere l’amore fedele, ‘per sempre’, aperto alla vita; è possibile partecipare come famiglie alla missione della Chiesa ed alla costruzione della società. Grazie all’aiuto di Dio e alla speciale protezione di Maria Santissima, Regina della Famiglia, l’esperienza vissuta a Milano sia apportatrice di frutti abbondanti al cammino della Chiesa, e sia auspicio di una accresciuta attenzione alla causa della famiglia, che è la causa stessa dell’uomo e della civiltà. Grazie.
 
In Paradiso come a casa
Durante la Festa delle Testimonianze, al Parco di Bresso, sabato 2/6, Cat Tien, una bimba vietnamita, chiese al Papa qualcosa sulla sua famiglia e l’infanzia. Ecco in sintesi la risposta di Benedetto XVI, posta con la semplicità e il garbo di un nonno affettuoso.
‘Il punto essenziale era per noi sempre la domenica, che cominciava già al sabato pomeriggio, quando il padre leggeva le letture della domenica da un libro dove erano anche spiegati i testi. Entravamo già nella liturgia, in atmosfera di gioia. Il giorno dopo andavamo a Messa. E poi a casa era importante il pranzo insieme. Abbiamo avuto molta musica: mio fratello è un grande musicista, mio padre suonava la cetra e cantava. Abbiamo fatto viaggi e camminate nei boschi, con avventure e giochi. Eravamo un cuore e un’anima sola anche in tempi difficili, perché era il tempo della guerra, con dittatura e povertà. Ma l’amore reciproco che c’era tra di noi, questa gioia anche per cose semplici era forte e così si potevano superare e sopportare anche queste difficoltà. Siamo cresciuti nella certezza che è buono essere un uomo, perché vedevamo che la bontà di Dio si rifletteva nei genitori e nei fratelli. E, per dire la verità, se cerco d’immaginare un po’ come sarà in Paradiso, mi sembra sempre il tempo della mia giovinezza, della mia infanzia. Così, in questo contesto di fiducia, di gioia e di amore eravamo felici e penso che in Paradiso dovrebbe essere simile. In questo senso spero di andare ‘a casa’, andando verso ‘l’altra parte del mondo”.