Ufficio Famiglia: Dicembre 2011

 Ufficio Famiglia: Dicembre 2011

Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 46/2011
 
Ufficio per la Pastorale familiare
L’Ufficio Famiglia si presenta
Il ‘Direttorio di Pastorale Familiare’ ritiene utile in ogni diocesi uno specifico organismo per la promozione della pastorale familiare. A Ravenna, i Direttori sono un sacerdote e una coppia di sposi: padre Adriano Camparmò e i coniugi Edo e Mirella Assirelli. Dell’Ufficio fanno parte: il Vicedirettore Vittorio Morini, Luciano e Stefania Di Buò, Franco e Sandra Vitali, e Luca Caretta (gestore del sito). Tra gli scopi di tale organismo segnaliamo: l’annuncio del ‘Vangelo del matrimonio e della famiglia’; la preparazione dei fidanzati al matrimonio; il sostegno e l’accompagnamento delle coppie e delle famiglie, e la formazione degli operatori di pastorale familiare; la promozione di gruppi parrocchiali o vicariali di pastorale familiare; le proposte pastorali per le famiglie lontane, in situazioni difficili o irregolari; il sostegno ai servizi alla famiglia, come consultori e centri per i metodi naturali; l’attenzione alle problematiche e alle iniziative circa la difesa e la promozione della vita; il confronto e dialogo con le diverse realtà culturali e sociali, e con le strutture civili sui temi riguardanti la famiglia e la vita. Primo responsabile della pastorale familiare nella diocesi è il Vescovo, e l’Ufficio è fedele interprete delle sue indicazioni. Perciò, ogni realtà che in diocesi opera con le famiglie e per le famiglie è chiamata a confrontarsi e a collaborare con le scelte pastorali della Chiesa locale e a incarnarle nelle proprie attività.
 
I Gruppi Sposi e i Gruppi Famiglie
Una risorsa per la Pastorale delle Parrocchie e della Diocesi
Tra le priorità indicate dall’Arcivescovo, Mons. Giuseppe Verucchi, nella Lettera pastorale 2011-2012, ‘Comunione nel cammino vicariale’, c’è la Pastorale familiare, importante per ogni altro settore della Pastorale nel suo insieme. Due aspetti stanno particolarmente a cuore al Vescovo:
1) aiutare il cammino dei gruppi sposi o famiglie esistenti oppure farli nascere, dove non ci sono, grazie alla collaborazione col nostro Ufficio;
2) curare la realizzazione di itinerari di preparazione al matrimonio a livello vicariale o interparrocchiale, dove si attui la necessaria collaborazione fra sacerdoti e laici.
Come Ufficio per la Pastorale familiare accettiamo di buon grado l’invito del presule. In questi ultimi anni c’è stata una caduta di tensione che ci ha spinto a incontrarci coi responsabili dei gruppi sposi diocesani per rinnovare l’impegno e per cercare strategie operative nuove. La prossima Giornata Mondiale della Famiglia (Milano 2012), voluta da papa Benedetto XVI, sarà un’ottima occasione di stimolo e di rilancio anche per noi e per la nostra Chiesa locale. E’ necessario che le Comunità parrocchiali si rendano conto di quale opportunità di crescita, e di concreta operatività, rappresentano i gruppi sposi, per la catechesi, per le attività sociali e ricreative, per la vita parrocchiale in genere. Come Ufficio diocesano ci rendiamo disponibili per eventuali collaborazioni; compatibilmente con i nostri impegni, cercheremo di esservi vicini.                             
Ufficio Diocesano di Pastorale Familiare P. Adriano ‘ Edo e Mirella Assirelli
 
Famiglia, società e il bene comune
L’Ufficio nazionale per la pastorale della famiglia, il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per gli studi su matrimonio e famiglia e il Forum delle associazioni familiari hanno organizzato di recente un convegno di studi intitolato ‘La fecondità di Familiaris consortio: da Giovanni Paolo II a Benedetto XVI’. In chiusura, il segretario generale della Cei, Mons. Mariano Crociata, ha sottolineato che l’universalità della famiglia è lo strumento privilegiato per la ricerca della felicità, perché ambito naturale originato dall’amore tra l’uomo e la donna, naturalmente orientato alla fecondità, all’accoglienza e custodia della vita, alla responsabilità educativa e alla generosa disponibilità al bene comune. Inoltre, Mons. Crociata ha invocato ‘una nuova alleanza tra famiglia e società’, invitando a raddoppiare lo sforzo quotidiano di avvicinamento a istituzioni, politica e cultura per costruire un progetto condiviso di bene comune, a cominciare da lavoro, educazione, formazione, accoglienza dell’altro. Oggi le famiglie hanno il compito di testimoniare che l’amore responsabile tra l’uomo e la donna è una buona notizia per ogni persona.                                                                                              
 
Lavoro e giorno della festa nel cuore delle relazioni tra famiglia e società
In occasione del 2° Congresso nazionale della Famiglia in Ecuador, Papa Benedetto XVI, in un messaggio, ricorda che dalla salute e dalla qualità delle relazioni familiari dipendono la salute e la qualità delle stesse relazioni sociali. In tal senso, il lavoro e la festa riguardano in modo particolare le famiglie: condizionano le loro scelte, influenzano i rapporti fra i coniugi e fra i genitori e i figli, incidono sui vincoli della famiglia con la società e con la Chiesa. Sono pertanto urgenti, ribadisce il Sommo Pontefice, misure efficaci affinché tutti abbiano accesso a un lavoro dignitoso, stabile e ben remunerato, mediante il quale si santifichino e partecipino attivamente allo sviluppo della società, coniugando un impiego intenso e responsabile con tempi adeguati per una ricca, feconda e armoniosa vita familiare. Secondo Benedetto XVI, la festa umanizza il tempo aprendolo all’incontro con Dio, con gli altri e con la natura. Per questo le famiglie hanno bisogno di recuperare il significato autentico della festa, specialmente la domenica, giorno del Signore e dell’uomo. Nella celebrazione eucaristica domenicale, la famiglia sperimenta qui e ora la presenza reale del Signore Risorto, riceve la vita nuova, accoglie il dono dello Spirito, incrementa il suo amore per la Chiesa, ascolta la Parola divina, condivide il Pane eucaristico e si apre all’amore fraterno.
 
La famiglia protagonista nell’educazione all’uso della televisione
Educare ai media: è questo l’impegno individuato dalla Conferenza episcopale italiana per questo inizio di XXI secolo. Se ne è parlato a Milano, nella storica sede Rai di Corso Sempione nel dibattito su ‘Famiglia, educazione, televisione’. Sullo sfondo, l’appuntamento dell’Incontro mondiale delle Famiglie, ma anche la consapevolezza che – ­come ha osservato Pier Cesare Rivoltella, docente di Tecnologie dell’istruzione e dell’apprendimento all’Università Cattolica – ­ogni efficace azione educativa richiede tempi lunghi e pazienza. Dalla logica dell’allarmismo verso la tv, la famiglia è invitata a una visione condivisa genitori-figli. Ai genitori è richiesto lo sforzo di comprendere come mai un certo programma, magari assai distante dai gusti degli adulti, interessa e diverte i ragazzi: guardare insieme, discutere, confrontarsi è una strategia forse elementare, ma sempre vincente. La prospettiva – come ha suggerito monsignor Domenico Pompili, direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei – è quella di consolidare il ruolo della famiglia come ‘contro ambiente’ rispetto al sempre più invasivo «ambiente mediale», nella consapevolezza che l’educazione autentica si contraddistingue per un elemento di apertura, addirittura di ‘uscita’ da sé, che è l’esatto contrario dell’immersione ipnotica imposta dal modello di televisione fin qui prevalente.