Sessanta ragazzi di Ponte Nuovo a Balze di Verghereto

Sessanta ragazzi di Ponte Nuovo a Balze di Verghereto
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 31/2012
 
Nulla è impossibile a Dio!
Erano mesi che i quasi sessanta ragazzi iscritti aspettavano l’inizio del campo scuola della Parrocchia di San Severo in Ponte Nuovo. E finalmente il 30 giugno scorso, armati di sacco a pelo e scarponi, sono partiti in direzione di Balze di Verghereto. Fra tornei, passeggiate e grandi giochi a squadre di tempo libero per annoiarsi ce n’è stato poco!
Per tutta la settimana i ragazzi hanno avuto sottobraccio una figura forte e battagliera, che li ha ispirati nei giochi e nei momenti di riflessione: Mosè. Chi meglio di lui come esempio di responsabilità e assennatezza nello svolgere il proprio compito ecome esempio di abbandono totale al volere di Dio?
I ragazzi si sono fermati a riflettere sul fatto che ognuno di noi è chiamato a portare avanti una propria missione e che Dio ci ha lasciati liberi di accettarla o di rifiutarla. Accettandola non diventiamo onnipotenti, anzi cadremo e ci scoraggeremo più volte, seguiremo idoli fasulli e cercheremo di negare le decisioni prese’ ma con la forza e la fede ritroveremo la via, affidandoci alle armi che ci sono state donate: la Santa Messa, il Sacramento della Penitenza e la preghiera quotidiana. Il Papa stesso parlando ai ragazzi all’ultimo Family Day ci ha esortato: ‘Cari ragazzi, care ragazze, vi dico con forza: tendete ad alti ideali: tutti possono arrivare ad una alta misura, non solo alcuni! Siate santi!’.
Icomponenti delle quattro squadre travestiti da egiziani non hanno dato grandi segni di santità agli abitanti di Balze, ai quali è stato chiesto di cantare, raccontare storielle, fare le mummie avvolti nella carta igienica’ Questi alcuni dai giochi organizzati dagli instancabili animatori che insieme ai ragazzi e al Parroco Don Franco hanno anche scarpinato in lungo e in largo per i sentieri della vallata, arrivando fino all’eremo di Sant’Alberico dove hanno conosciuto l’unico suo abitante, Frate Michele. E poi le merende, le incursioni, gli scherzi, il grande gioco notturno’
Ma sette giorni passano in fretta. A volte si pensa a chi è rimasto a casa e sale un po’ di nostalgia, ma è sufficiente alzare lo sguardo e incrociare gli occhi di un amico per tornare a sorridere. E se, come Mosè, inizialmente non ci sentiamo all’altezza della situazione e vediamo tutto complicato, dobbiamo imparare a raccogliere fiducia e coraggio a piene mani e a lanciarci nelle grandi imprese della vita, anche quando sembrano impossibili. Nulla è impossibile a Dio!
Al prossimo anno e ai ragazzi un messaggio’ Ciao, semplicemente ciao!
Chiara Torelli
 
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