San Guido Maria Conforti a Ravenna

San Guido Maria Conforti a Ravenna
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 35/2012
      
Continuiamo a conoscere San Guido Maria Conforti, in preparazione all’Assemblea diocesana di venerdì 12 ottobre, alle ore 20.30, a Sant’Apollinare in Classe, quando accoglieremo l’Urna contenente le sue spoglie mortali. L’Urna poi, nei giorni seguenti, sarà portata nei diversi Vicariati della Diocesi, per la venerazione da parte dei fedeli. In questo numero ci occupiamo del breve ma intenso episcopato ravennate di San Conforti, utilizzando ampi stralci del piccolo volume ‘San Guido Maria Conforti. Maestro e modello di vita per i suoi figli e le sue figlie di Ravenna’ scritto da padre Guglielmo Camera, postulatore della Causa di canonizzazione del Santo. Il libro è in vendita presso la Libreria San Paolo di Ravenna.
 
Un clero diviso
San Guido Maria Conforti guidò l’Arcidiocesi di Ravenna dal 1902 al 1905. Ne diede le dimissioni nell’ottobre 1904, ma ne rimase amministratore apostolico fino al 2 luglio 1905. Il Conforti si trovò a operare in un ambiente e in un periodo davvero difficoltoso. Occorre farsene un’idea, magari frugando nella storia della Romagna degli anni precedenti gli inizi del secolo ventesimo.
La genesi del malessere ravennate rimonta almeno all’indomani del 1860, quando le mutazioni politiche nella regione romagnola misero allo scoperto la disastrosa realtà geografica e religiosa dell’archidiocesi, e quindi di difficile controllo, essendo costituita da un lungo budello che dalla bassa ravennate, attraverso le due province non omogenee di popolazione (Ravenna e Ferrara), raggiungeva le sponde del Po, con abitanti intolleranti, passionali, impulsivi e, nella maggior parte, avversi all’ex Governo pontificio e, a un tempo, al clero e ai princìpi religiosi, a causa della confusione tra regime politico e religione, facile ad avverarsi nelle menti popolari. Inoltre, la mutazione politica aprì la porta largamente all’abbandono della chiesa e dei Sacramenti. A Ravenna città e nei maggiori centri della Diocesi rimasero, tuttavia, alcune tracce di vita religiosa, nonostante che il clero, pur con poche eccezioni, non fosse all’altezza dei suoi compiti: un clero diviso in se stesso, intento a curare i propri interessi e quelli familiari e, al tempo stesso, sempre più inviso alla gente’
Conforti, già alla guida dell’arcidiocesi, confidava al suo amico Card. Ferrari, arcivescovo di Milano: ‘(Il clero è) scisso, purtroppo, in partiti tra di loro più o meno in lotta’ A Ravenna ogni qualvolta si verifica una vacanza di qualche posto, fosse pure il più modesto, succede una vera lotta. I diversi partiti del Clero si armeggiano per far riuscire uno dei loro e quindi è un avvicendarsi incessante di lettere, di sottoscrizioni, di deputazioni da stancare il Superiore e, purtroppo, in mancanza di buoni argomenti, si ricorre talvolta al libello e alle calunnie più inverosimili’ (Febbraio 1905). La situazione del clero sarà motivo di profonda sofferenza per il Conforti, tanto da risentirne profondamente anche a livello fisico.
 
Far conoscere Cristo
Il Conforti presenta il suo programma pastorale soprattutto attraverso due documenti: a) la sua prima Lettera Pastorale al popolo di Dio di Ravenna, datata 11 giugno 1902, giorno della sua consacrazione episcopale; b) la lettera Pastorale del 12 ottobre 1904, per annunciare al popolo la sua rinunci alla Cattedra di Pietro. Nella sua Lettera programmatica, egli indica l’obiettivo del suo servizio episcopale: Cristo. In essa tra l’altro si legge: Verrò per essere il dispensatore dei misteri di Dio, per farvi sempre più conoscere ed amare nostro Signore Gesù Cristo’.
Chi è questo Cristo che il Conforti presenta al popolo di Ravenna? Egli è la nostra via per il ritorno al Padre e, al tempo stesso, il ritorno in quel paradiso che noi abbiamo perso con il peccato. Se Cristo è per noi l’unica ‘via’ per il ritorno al Padre, la più santa delle missioni del Vescovo sarà, sull’esempio di Gesù stesso, aggirarsi ‘per le città e i villaggi, predicando nelle sinagoghe, annunciando ovunque il regno di Dio’. Soprattutto, sempre sull’esempio di Gesù, il Buon Pastore sarà alla ricerca della pecorella smarrita, così come egli scriveva nella Lettera programmatica.
La conoscenza di Cristo è una priorità assoluta. Egli scriveva, il 3 marzo 1904: ‘Esaminando meco stesso quali potessero essere le cause del decadimento della pietà nella Cattolica Ravenna, ho dovuto mio malgrado persuadermi che l’ignoranza in materia di Religione ne è la causa precipua. Ah, purtroppo si bestemmia quello che s’ignora, si rifiuta, si disprezza quello che non si conosce’.
Conforti fa dell’istruzione religiosa la priorità del suo servizio episcopale e non perde mai occasione per richiamare la necessità della dottrina cristiana.
E’ significativo che il primo scritto del Conforti ai suoi fedeli di Ravenna (22 maggio 1902) è diretto al Seminario: ‘Il seminario è la pupilla degli occhi del Vescovo, perché in esso si appuntano le più liete speranze della Chiesa; e perciò formerà l’oggetto delle cure mie più assidue ed amorose’.
Conforti ricorda ai suoi sacerdoti (11 giugno 1902) che essi devono aspirare anzitutto ad ‘una santità luminosa ed eminente’, perché continuatori della missione di Cristo, ‘modello supremo di ogni sacerdote’.
A cura di Fabrizio Casanova