L’Eucaristia, la grazia di un incontro imprevedibile

L’Eucaristia, la grazia di un incontro imprevedibile
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 20/2012
                            
Inaugurata dall’Arcivescovo la mostra a Santa Maria in Porto; rimarrà aperta sino a sabato 2 giugno
Per iniziativa dell’Arcidiocesi di Ravenna-Cervia e dell’Associazione ‘Gli amici di Enzo’ è allestita a Ravenna dal 20 maggio al 2 Giugno, presso la Basilica di Santa Maria in Porto, la mostra ‘Oggi devo fermarmi a casa tua. L’Eucaristia, la grazia di un incontro imprevedibile‘. E’ stata inaugurata domenica 20 maggio alla presenza di S. E. Mons. Verucchi, Arcivescovo di Ravenna-Cervia, e del curatore Dott. Eugenio dal Pane, amministratore e direttore editoriale di Itaca che ha prodotto la mostra, presente un folto pubblico oltre a numerose personalità del mondo della cultura ravennate.
Alla fame e alle sete dell’uomo, che non si esaurisce nel cibo, cui pure Dio provvede prima con la manna poi con i pani e i pesci, Dio risponde con il dono di sé stesso: ‘Io sono il pane della vita’. Dono che esalta la libertà dell’uomo che è messo di fronte ad una alternativa radicale: seguire sé stesso accontentandosi dei pani e dei pesci, oppure accettare di nutrirsi del Suo corpo e del Suo sangue, come sorgente di una vita nuova.
Il permanere di Gesù nella Chiesa e nel segno dell’Eucaristia, l’invito che in ogni tempo Gesù continua a ripetere ad ogni uomo: ‘Oggi devo venire a casa tua’. Un invito che in tempi di confusione e di smarrimento risuona particolarmente attuale.
Come ebbe a dire in una meditazione Papa Benedetto XVI ‘Zaccheo, scendi subito perchè oggi devo fermarmi a casa tua. (Lc 19,5).[‘] perchè ‘devo’? Perchè il Padre, ricco di misericordia, vuole che Gesù vada a ‘cercare e salvare ciò che era perduto’. (Lc 19,10). La grazia di quell’incontro imprevedibile fu tale da cambiare completamente la vita di Zaccheo. Gesù nell’Eucaristia non dà ‘qualcosa’ ma se stesso, Egli offre il Suo corpo e versa il Suo sangue. In tal modo dona la totalità della propria esistenza, rivelando la fonte originaria di questo amore’.
Mons. Verucchi, nell’intervenire, ha approfondito il significato dell’Eucaristia, che nel tempo è stata chiamata con nomi diversi: Eucaristia dal verbo greco eukaristo, grazie; Cena del Signore che intendiamo come avvenimento nel quale Gesù ci convoca a vivere un forte momento di comunione con Lui, ‘Rimanete in me e Io in voi..’; Mensa, come partecipazione alla mensa del Signore; Memoriale, Gesù nell’ultima cena disse: ‘Fate questo in memoria di me’. L’Arcivescovo ha esortato a non dimenticare che la Messa è sacrificio e che occorre ritornare a vivere l’Eucaristia come sacrifiico, anticipo di eternità, e non come un semplice banchetto.
Dal Pane, nel raccontare come è nata l’idea della mostra, ha sottolineato che l’argomento trattato non è certo astratto, come si può pensare, ma l’incontro con Cristo attraverso l’Eucaristia è possibile a tutti e può cambiare la vita. Zaccheo, la figura emblematica della mostra, ci fa capire che Gesù è venuto per salvare, Gesù non guarda Zaccheo inchiodandolo al suo limite, ma alza lo sguardo su di lui e lo chiama per nome e Zaccheo si sente abbracciato, ridestato e mobilitato in tutto il suo desiderio di amore, di bellezza e di giustizia. In quell’essere chiamato per nome era contenuta la possibilità di un nuovo inizio, di una rinascita. Questo è successo a tanti altri ‘poveri’ che si sono imbattuti in Gesù. ‘Quando faccio qualcosa di caritatevole è Gesù che agisce in me’, diceva santa Teresa del Bambin Gesù.
In tutti i 36 pannelli della mostra emerge che anche oggi è attraverso l’incontro con la Sua presenza che la vita può rinascere. È evidente che se Dio stesso non fa conoscere il Suo volto, l’uomo è condannato a rimanere in balia delle proprie immagini e delle proprie misure, per questo è stato ‘conveniente’ che si sia rivelato.
La mostra rimane aperta dal lunedì al sabato dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 17.30. Si possono prenotare visite guidate telefonando al numero 377 2811094. Ingresso libero.
Giorgio Re