Le collezioni del Museo Arcivescovile-7

Le collezioni del Museo Arcivescovile/7

Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 42/2011
 
Le pianete del Museo Arcivescovile
La sala al secondo piano del Museo dove ora sono conservate le pianete medievali, faceva parte del piano domestico degli arcivescovi. Una testimonianza di questo uso è nel soffitto dove rimangono pregevoli pitture di chiaro gusto neoclassico nelle quali sono evocate le quattro stagioni.
Le due pianete conservate in questa sala non sono le uniche stoffe liturgiche esposte all’interno delle collezioni del Museo Arcivescovile. Altre, ma di fattura moderna, sono conservate nella Sala Medievale. Basti qui ricordare la pianeta rossa donata all’arcivescovo Vincenzo Moretti (vescovo di Ravenna dal 1871 al 1879) a ricordo delle celebrazioni dell’XVIII centenario del martirio di Sant’Apollinare nel 1874. La casula reca, a ricamo, l’immagine del Protovescovo ispirata al mosaico absidale di Sant’Apollinare in Classe dove è Apollinare raffigurato orante con le braccia alzate e le mani rivolte al cielo.
Le due casule qui esposte, la cui attribuzione oscilla tra l’XIII e il XIV secolo, sono tradizionalmente ricordate come appartenenti a due importanti arcivescovi di Ravenna quali Giovanni Angelopte (477-494) e Rinaldo da Concorrezzo (1303-1321) arcivescovo a Ravenna al tempo di Dante.
Ampiamente restaurata, la casula attribuita a Giovanni Angelopte, presenta una decorazione con aquile e lune dorate.
Il Liber Pontificalis parlandoci del vescovo Giovanni ci spiega l’appellativo di Angelopte:
‘Dunque, mentre il beatissimo vescovo di Ravenna, il già nominato Giovanni, cantava una messa  solenne nella basilica di Sant’Agata, svolgendo tutto secondo il rito dei pontefici, dopo la lettura del vangelo e la professione di fede, i catecumeni, ai quali fu dato, videro cose meravigliose. Mentre il beatissimo cominciava a pronunciare le parole del canone e a fare sull’ostia il segno di croce, all’improvviso scese un angelo dal cielo e si fermò dall’altra parte dell’altare di fronte al vescovo stesso. Dopo la consacrazione, assunto il corpo del Signore, il diacono avrebbe voluto completare il servizio di levita, ma non aveva visto il calice da porgere. D’un tratto venne dall’angelo scostato e l’angelo stesso porse il calice sacro al vescovo’.
La casula dell’Angelopte merita inoltre di essere ricordata in quanto custodita e venerata come reliquia all’interno della cattedrale nella cappella del SS. Sacramento. Francesco Beltrami autore nel ‘700 di una guida locale, Il forestiere instruito delle cose notabili della città di Ravenna riporta la notizia:
Nei due Tabernacoli lateralmente collocati, e adorni (…), si custodiscono gli Oli Santi con molte sagre Reliquie, fra le quali evvi una Pianeta antica sacerdotale di seta color pavonazzo, adornata di lunette, e aquile col lembo, e fascia lavorati di piccole lame d’oro, creduta di S. Giovanni Anglopte nostro Arcivescovo, il quale tenne questa Cattedra nel quinto secolo‘.
A testimonianza del valore che questa casula ha avuto nel tempo merita ricordare un quadro conservato all’interno della Curia Arcivescovile attribuito al XVII secolo, dove l’Angelopte è riconoscibile proprio dalla casula che indossa.
Se la casula detta dell’Angelopte difficilmente si può riferire al vescovo Giovanni, lo stesso non può dirsi per quella attribuita a Rinaldo da Concorrezzo. Questa casula, che presenta una decorazione più semplice rispetto alla precedente, fu infatti trovata durante la ricognizione del 1908, assieme ad un cristallo di rocca con incisa l’immagine di Adamo ed Eva, alle chiroteche (guanti) e ad altri frammenti di stoffa, all’interno del sarcofago antico riutilizzato nel 1321 per la sua sepoltura.
Il sarcofago dell’Arcivescovo Rinaldo, va ricordato all’interno della seicentesca cappella della Madonna del Sudore, in Duomo, entrando sulla sinistra. Di particolare interesse è la fronte che presenta l’immagine della traditio legis. Il Cristo è assiso sul trono e dalla roccia sottostante scaturiscono i quattro fiumi del paradiso (Gn 2, 10-14). Pietro, alla sinistra, oltre alla corona che ha in comune con l’apostolo Paolo, regge la croce .
Giovanni Gardini
Commissione d’Arte Sacra Diocesana
giovannigardini.ravenna@gmail.com
 
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