45° Giornata Mondiale della Pace 2012: Educare i giovani alla giustizia e alla pace

45° Giornata Mondiale della Pace 2012: ‘Educare i giovani alla giustizia e alla pace’

Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 47/2011
 
Il messaggio di Benedetto XVI (sintesi)
‘Cari giovani, voi siete un dono prezioso per la società’. È quanto scrive Benedetto XVI, nel messaggio per la Giornata mondiale della pace, che si celebrerà il 1° gennaio 2012 sul tema: ‘Educare i giovani alla giustizia e alla pace’. ‘Non lasciatevi prendere dallo scoraggiamento di fronte alle difficoltà e non abbandonatevi a false soluzioni, che spesso si presentano come la via più facile per superare i problemi. Vivete con fiducia la vostra giovinezza e quei profondi desideri che provate di felicità, di verità, di bellezza e di amore vero!’. E ancora: ‘Siate coscienti di essere voi stessi di esempio e di stimolo per gli adulti, e lo sarete quanto più vi sforzate di superare le ingiustizie e la corruzione, quanto più desiderate un futuro migliore e vi impegnate a costruirlo.’. ‘Non siete mai soli’, garantisce il Papa: ‘La Chiesa ha fiducia in voi, vi segue, vi incoraggia e desidera offrirvi quanto ha di più prezioso: la possibilità di alzare gli occhi a Dio, di incontrare Gesù Cristo, Colui che è la giustizia e la pace’.
Fiducia e impegno. ‘È vero ‘ ammette Benedetto XVI ‘ che nell’anno che termina è cresciuto il senso di frustrazione per la crisi che sta assillando la società, il mondo del lavoro e l’economia; una crisi le cui radici sono anzitutto culturali e antropologiche’. Tuttavia, ‘in questa oscurità il cuore dell’uomo non cessa di attendere l’aurora’. Un”attesa’, questa, ‘particolarmente viva e visibile nei giovani’. ‘Essere attenti al mondo giovanile, saperlo ascoltare e valorizzare ‘ ammonisce il Pontefice ‘ non è solamente un’opportunità, ma un dovere primario di tutta la società, per la costruzione di un futuro di giustizia e di pace’.
I desideri dei giovani. ‘Il desiderio di ricevere una formazione che li prepari in modo più profondo ad affrontare la realtà, la difficoltà a formare una famiglia e a trovare un posto stabile di lavoro, l’effettiva capacità di contribuire al mondo della politica, della cultura e dell’economia per la costruzione di una società dal volto più umano e solidale’: questi, secondo Benedetto XVI, alcuni tra i desideri che i giovani ‘vivono con apprensione’.  ‘Aiutare concretamente le famiglie e le istituzioni educative ad esercitare il loro diritto-dovere di educare’, potendo ‘scegliere liberamente le strutture educative ritenute più idonee per il bene dei propri figli’, e offrire ‘ai giovani un’immagine limpida della politica, come vero servizio per il bene di tutti’. È il doppio appello rivolto dal Papa ai politici. Benedetto XVI ha rivolto un appello anche ‘al mondo dei media, affinché dia il suo contributo educativo’ in ordine alla giustizia e alla pace.
La vera libertà. Il Papa spiega ai giovani che ‘l’uomo che crede di essere assoluto, di poter fare tutto ciò che vuole, finisce per contraddire la verità del proprio essere e per perdere la sua libertà’. In altre parole, ‘la libertà è un valore prezioso, ma delicato: può essere fraintesa e usata male’, soprattutto se è confusa con un ‘orizzonte relativistico’ in cui ‘non è possibile una vera educazione’, perché ‘senza la luce della verità prima o poi ogni persona è condannata a dubitare della bontà della stessa vita’. In questa prospettiva, ‘l’esercizio della libertà è intimamente connesso alla legge morale naturale’.
La giustizia, spiega il Papa, ‘non è una semplice convenzione umana’: discorso analogo per la pace, che ‘non è la semplice assenza di guerra’ ma ‘opera da costruire’. Per essere veramente ‘operatori di pace’ dobbiamo ‘educarci alla compassione, alla solidarietà, alla collaborazione, alla fraternità’. Ai giovani, spetta il compito di ‘avere la pazienza e la tenacia di ricercare la giustizia e la pace, di coltivare il gusto per ciò che è giusto e vero, anche quando tutto ciò può comportare sacrificio e andare controcorrente’.