La Festa di S. Apollinare

La Festa di S. Apollinare

Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 29/2011
                      
Ogni anno in occasione della Festa di Sant’Apollinare, il nostro Arcivescovo Monsignor Giuseppe Verucchi sente il desiderio di aprire il suo cuore non soltanto alla Comunità ecclesiale, ma anche alla città, alle famiglie, alla gente del nostro territorio. Ed è quanto è accaduto sabato 23 luglio durante il Solenne Pontificale alle ore 10.30 in Cattedrale. Presenti le varie Autorità civili, militari e del mondo economico della città; mentre la Diocesi si è stretta attorno a lui a cominciare dai Sacerdoti, Religiosi/e, dai fedeli provenienti dalle Parrocchie, Gruppi, Movimenti ed Associazioni.
S. Apollinare è vissuto a Ravenna nel II secolo. Primo Vescovo e martire della nostra Diocesi, ha annunciato Cristo nella nostra città. La presenza della chiesa e della società civile ha esordito Mons. Verucchi nell’omelia, è una cosa bellissima. La fede in Cristo che ci ha trasmesso, il Vangelo, le idee e i valori cristiani e umani che ha vissuto e donato sono penetrati nell’humus della nostra terra, nella nostra storia. Un po’ tutti veniamo ‘da Apollinare’: per la vita di fede in Cristo, per la cultura alla quale apparteniamo, per i valori umani che Lui ha contribuito a far fiorire. Facendo riferimento alla figura del ‘Buon Pastore’, Verucchi ha detto che ‘Pastori’ sono chiamati anche coloro che hanno una responsabilità pubblica, in modi diversi, con competenze diverse, ma tutti sono chiamati a essere ‘Pastori’ che hanno a cuore la gente!
Per quest’anno Mons. Verucchi si è fermato a incentrare il suo discorso su ‘tre mense’, di cui, gli sembra, tutte le persone hanno bisogno. La prima è la mensa del ‘Pane’: l’Arcivescovo ha messo in evidenza i bisogni fondamentali dell’uomo. Cibi e bevande; vestiti e cure mediche; un’abitazione; un lavoro; altri beni materiali indispensabili: aria, acqua, terra. Non può essere lasciato alla Chiesa il compito di risolvere questi problemi. C’è poi la mensa dell’educazione. Tutti noi vorremmo giovani liberi dal male, felici di vivere, contenti di poter realizzarsi nello studio e nel lavoro con, nel cuore, una forte speranza per il futuro (famiglia, professione, vocazione). Abbiamo troppi giovani rovinati che soffrono per scelte sbagliate! L’ultima è la mensa della vita nuova. E’ la mensa dell’Eucaristia, della Parola del Signore. Tre doni che i Pastori sono chiamati a non fare mancare. Tre doni che rendono la vita bella, felice, degna di essere vissuta. La Celebrazione si è conclusa con la Benedizione Papale a cui era annessa l’indulgenza plenaria; ai presenti è stato inoltre consegnato il messaggio che l’Arcivescovo ci ha donato a circa un mese dal suo 50° di Sacerdozio.
Julles Metalli
 
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