In ricordo di Mario Pierpaoli

In ricordo di Mario Pierpaoli
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 19/2012
 
Uomo di fede, uomo di scuola e uomo di cultura: in questa ‘triade’ possiamo riassumere l’operosa vita del professor Mario Pierpaoli, scomparso la settimana scorsa all’età di ottantasette anni.
Nato a Ravenna nel 1924, per più di quarant’anni Pierpaoli ha insegnato greco e latino a intere generazioni di studenti, prima al Liceo Raffaello di Urbino quindi al Torricelli di Faenza e infine all’Alighieri di Ravenna.
Negli anni dell’immediato dopoguerra fu anche figura di primo piano nel mondo cattolico quando nel 1941 fu presidente della gioventù diocesana di Azione cattolica sostituendo l’amico Benigno Zaccagnini impegnato al fronte.
Contemporaneamente alla sua attività di docente, Pierpaoli maturò nel tempo l’interesse per la storia locale dove ha profuso intelligenza ed energie regalando agli studiosi alcuni testi fondamentali e ancora oggi considerati un punto di riferimento. Primo fra tutti la traduzione delle ‘Storie Ravennati’ di Girolamo Rossi, un lavoro che lo ha tenuto impegnato per sei anni col quale, come scrive nella premessa, ‘ho tentato io una lettura in qualche modo critica del Rubeus, provvedendo alla versione italiana integrale degli undici libri e corredandola di note bibliografiche ed esplicative’. Questa importante traduzione di Pierpaoli usciva otto anni dopo un altro suo fondamentale lavoro, la traduzione del ‘Libro di Agnello Istorico’.
Frequentando i classici il professor Pierpaoli, da vero amante della sua città, è andato alla ricerca di tutte le citazioni ‘ravennati’ che riunì in quel gioiellino della nostra bibliografia che è ‘Da Caio Mario a Rosamunda. Vita e personaggi di Ravenna antica’. Non vanno dimenticati, infine, i due volumi dedicati alla Storia di Ravenna e una interessantissima cronologia degli avvenimenti ravennati dal 217 fino al 1900.
Fedelissimo parrocchiano del Duomo, ha dedicato studi e ricerche alla Madonna della Colonna, alla chiesa dei Cappuccini, alla cappella musicale di monsignor Renato Casadio, alle lapidi della cattedrale e al Ricreatorio, che frequentò in anni giovanili come dimostra una foto storica che lo ritrae in tenuta ciclistica prima di una pedalata verso le Dolomiti insieme agli amici Bruno Benelli (futuro sindaco di Ravenna), Mario Montanari (martire), Tano Ravaldini, Orfeo Montanari e Giulio Scudellari.
Nel nome della verità storica alla quale ha uniformato tutta la sua vita di studioso, Pierpaoli non guardava in faccia a nessuno e quando Dario Fo pubblicò una ‘vera’ storia di Ravenna, lui la lesse tutta quanta con la matita rossa e blu e invitò il ‘premio Nobel’ a un pubblico confronto per contestargli tutti gli strafalcioni. E alla fine mandò perfino ‘a farsi benedire’ chi voleva Fo cittadino onorario di Ravenna! Pierpaoli era anche questo. Schietto e sincero come il Sangiovese.
Fu anche un appassionato sportivo che tifava per il Bologna e che seguiva le vicende dei giallorossi.
In occasione del suo ottantesimo compleanno il sindaco Vidmer Mercatali lo convocò in Municipio per testimoniargli l’affetto di tutta la città. Ebbe altri importanti riconoscimenti dalla Camera di Commercio, che gli conferì il Premio Teodorico, e dal Rotary.
L’editore Alfio Longo, che ha pubblicato gran parte dei suoi lavori, così lo ha voluto ricordare: ‘Se mai c’è stato un insegnante vero, quello è stato Mario Pierpaoli’, un uomo ‘che non solo ha trasmesso il suo enorme sapere, ma che ha indicato ai giovani, con il suo esempio, comportamenti e atteggiamenti morali perché li apprendessero e praticassero nella vita’.
Franco Gàbici