Family Day 2012

Family Day 2012
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 23/2012
 
VII Incontro Mondiale delle Famiglie, Milano 30 maggio-3 giugno 2012
 ‘La famiglia: il lavoro e la festa’
 
Ci voleva proprio il Family 2012 a ricordare ancora quanto sia urgente e vitale per la Chiesa e per l’intera società ribadire con forza il ruolo della famiglia, in modo che da subito si passi dalle parole ai fatti. Che si cominci ‘ ora ‘ a mettere al centro le politiche e gli interventi necessari a sostenere chi ogni giorno, con tenacia e caparbietà, continua a far crescere e educare i figli, a curarsi di anziani, a tessere quelle reti preziose che spesso, troppo spesso, ammortizzano le carenze di una politica distante e disattenta.
C’è tanta voglia di famiglia, è stato ribadito e vissuto durante il Congresso antropologico e teologico: niente è perduto, il ruolo della famiglia rimane insostituibile.
Il tema ‘La famiglia: il lavoro e la festa’, ispirazione che proviene dalla Genesi, contiene tre benedizioni, tre doni di Dio, tre dimensioni del vivere, che concorrono a formare l’identità, lo sviluppo e la felicità dell’uomo. Tre beni che si realizzano nella relazione con gli altri e con Dio, perché l’uomo creato a immagine di Dio che è Trinità d’amore, è un soggetto relazionale.
Spesso la famiglia si riduce a semplice coabitazione d’individui nella stessa casa, secondo una molteplicità di modelli, stimati equivalenti tra loro; perciò si preferisce parlare di famiglie al plurale.
 
La famiglia
Anche oggi, secondo le indagini statistiche, la famiglia, costituita da una coppia stabile con figli, è al primo posto nelle aspirazioni della gente, seguita al secondo posto dal lavoro.
La famiglia autentica comporta la donazione totale reciproca dei coniugi e la loro comune donazione ai figli mediante la procreazione, la cura e l’educazione.
La famiglia è la prima scuola di umanità. Le dinamiche dell’identificazione affettiva e della gratuità che genera fiducia sostengono un processo continuo di educazione reciproca tra genitori e figli, coinvolgendo anche i nonni. Attraverso le relazioni interpersonali, la testimonianza vissuta, l’esperienza quotidiana, si trasmettono valori e conoscenze, si sviluppano virtù teologali e umane, virtù personali e sociali.
 
Famiglia e lavoro
Numerose famiglie creano e gestiscono piccole imprese, importantissime nell’economia complessiva del loro paese. Sempre più ambedue i coniugi sono impegnati sia nel lavoro domestico sia in quello professionale e sono chiamati a trovare, di comune accordo, il giusto equilibrio e a ripartire equamente i pesi.
La procreazione dei figli, futuri cittadini e futuri lavoratori, è un investimento a lunga scadenza, necessario alla riproduzione della società.
La famiglia è la prima scuola di lavoro per ogni uomo. Essa educa al lavoro con l’esempio dei genitori, l’influsso dei fratelli, la conversazione familiare, la visita ai luoghi di lavoro, l’accompagnamento nello studio, la condivisione di progetti e attività.
La famiglia è amica delle imprese. L’impegno eticamente responsabile dei lavoratori e degli imprenditori, da essa bene educati, favorisce molto la crescita e il successo dell’impresa, specie sul lungo periodo.
Molte imprese, creano, per affrontare la crisi, reti di collaborazione tra loro. Anche molte famiglie creano reti di amicizia e di aiuto reciproco, specialmente a scopo educativo e assistenziale. Le une e le altre confermano che la direzione giusta, verso cui si deve andare, è quella indicata da Benedetto XVI nella sua ultima enciclica Caritas in Veritate, la direzione della gratuità e della solidarietà.
Nessun equivoco però: la logica della gratuità non implica che in economia si possa comprare e vendere gratis, senza prezzo o senza corrispettivo; gratuità significa far sì che la persona umana sia posta al vertice di ogni scelta economica, politica, sociale; comporta che nessun essere umano sia strumentalizzato ad altre logiche che non siano la piena realizzazione, sua e dell’umanità intera!
 
La famiglia e la festa
Secondo la rivelazione biblica, Dio fa festa e la offre agli uomini.
Le persone divine, la Santa Trinità, creano insieme il mondo e insieme gioiscono per la loro opera.
La festa è un’esperienza comunitaria: non si può far festa da soli; ma soltanto insieme con gli altri, in famiglia, nella comunità religiosa, nella comunità civile, nel gruppo di amici.
La festa si ripete con una periodicità regolare: la domenica ogni settimana, le feste liturgiche ogni anno, poi gli anniversari, i compleanni, le ricorrenze civili.
La festa ha la nota distintiva della gratuità: ha valore per se stessa e non è strumentale in vista di qualche altro fine. Ci si rallegra per la vita, la famiglia, la comunità, il lavoro e altri beni.
Si è grati per i doni che riceviamo da Dio e dagli altri uomini, specialmente da quelli delle passate generazioni.
Per noi cristiani la festa per eccellenza è la domenica, pasqua settimanale e anticipo nel tempo della festa eterna, giorno del Signore, della Chiesa e della famiglia. Oggi dobbiamo difenderla contro l’invadenza del mercato e la diffusione del lavoro no-stop.
Dobbiamo però soprattutto santificarla con la partecipazione alla Messa, con il riposo e la dedicazione agli affetti familiari.
Nella Messa, il Signore Gesù, crocifisso, risorto e vivente per sempre, ci convoca e ci raduna in assemblea intorno a sé; ci rivolge la sua parola; si dona a noi nel segno del pane dato a mangiare e del vino dato a bere con lo stesso amore con cui è morto per noi; ci comunica il suo Santo Spirito, per unirci a sé e tra di noi; ci manda in missione a portare il suo amore a tutti; rafforza, in particolare, l’alleanza nuziale dei coniugi. Pretendere di essere cristiani senza la Messa è come voler essere cristiani senza Gesù Cristo.
Quando è possibile, è bene che la famiglia vada a Messa tutta insieme. Il buon esempio dato dal padre di famiglia, secondo l’indagine statistica, sembra che abbia una forte incidenza positiva sulla futura pratica domenicale dei figli, una volta divenuti adulti.
Alla Messa festiva bisogna associare la mensa festiva, il pranzo comune, come un rito della famiglia, una comunicazione affettiva, uno stare insieme gioioso. Così la famiglia diventa luogo di gioia quotidiana, di buon umore, di giocosità, di attenzione e dedizione reciproca, di ricchezza relazionale e affettiva, di ragionevole sobrietà nei consumi.
Non è un compito facile, certo. ‘Viviamo in un tempo in cui la gente è confusa, ferita e piena di paura’. ‘Preghiamo perché il nostro amore per la Messa e lo stupore per l’Eucaristia aumentino. Facciamo quello che i due discepoli sulla via di Emmaus hanno fatto. Affrettiamoci a dire al mondo che Cristo è vivo’.
Edo e Mirella Assirelli