AC Giovani: Educare alla Pace

AC Giovani: Educare alla Pace

Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 1/2012
 
‘Comunicare ai giovani l’apprezzamento per il valore positivo della vita suscitando in essi il desiderio di spenderla al servizio del bene’; trovo essere queste parole efficaci per riassumere il significato della parola ‘pace‘ nel contesto giovanile e che traggo dal Messaggio mondiale per la pace di Benedetto XVI in occasione del 1° gennaio 2012.
In linea anche con il decennio dell’ educazione, emerge il forte senso di dover educare alla pace, un’educazione che inevitabilmente deve partire dall’ ambiente familiare, dove l’esempio e l’attenzione dei genitori sa far traspirare l’esigenza di una pace costruita e difesa e non piovuta dall’alto, ma frutto dell’amore e del superamento dei limiti in una continua ricerca della perfezione. Questo purtroppo sembra essere messo a rischio da fattori di crisi sempre più forti, dove il bambino, il ragazzo, il giovane deve essere in grado di districarsi fra le onde della vita, assumendo la convinzione che la pace se difficile da ottenere in un luogo a lui certo e conosciuto, è ancora più lontana se non totalmente assente nel mondo esterno.
Non solo le famiglie devono essere foriere di quella che è la bellezza della pace, ma anche la parrocchia deve esserne, nell’ impegno, culla e scuola; è indispensabile intuire come la pace sia frutto di comunione, di perdono, di correzione fraterna e non di ipocrisia e mormorazione.
La pace è il risultato di una costruzione quotidiana e dell’ impegno di tutte le componenti della società. Questo, nella nostra Arcidiocesi Ravenna-Cervia, comincia a respirarsi in maniera sempre più crescente. Non possono essere nascosti o taciuti difatti, i tanti giovani che si impegnano in un cammino costante di crescita e di formazione spirituale e non solo, basti pensare ai giorni appena passati, alle varie attività diocesane (pellegrinaggio in Terra Santa, campo sulla neve) e parrocchiali che hanno chiamato a partecipare centinaia di giovani; essi hanno un solo desiderio, crescere e impegnarsi con il Signore nella costruzione di un mondo basato su giustizia e amore, capostipiti della pace. Amo ripensare a quello che è stato il ritiro di avvento dei giovani di Azione Cattolica di novembre scorso, in cui i nostri giovani hanno saputo riconoscere l’esigenza di incontrare Cristo anche nelle situazioni extraparrocchiali, di essere d’aiuto a chi nel cammino è più debole, e di sostenere a chi come loro, ha deciso di percorrere un cammino non sempre facile.
Insomma giovani e pace penso siano in stretta unione, e in un mondo straziato dall’incertezza di una crisi il cui anche solo il suono della parola ha assuefatto le nostre coscienze, sono la risposta necessaria e positiva per il futuro, a noi il compito di fare in modo che ognuno sia consapevole che più le parole, ciò che sa rinnovare il mondo è l’esempio della nostra stessa vita.
Don Vincenzo Rosario Cetrangolo
Assistente giovani Azione Cattolica