GMM: Annunciare il Vangelo è per me necessità

Annunciare il Vangelo è per me necessità

Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 1/2012
 
‘Migrazioni e nuova evangelizzazione’: questo il tema scelto dal Santo Padre Benedetto XVI per la 98aGiornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che sarà celebrata domenica 15 gennaio 2012. A Ravenna, nella Basilica di Santa Maria in Porto, domenica 15 gennaio alle ore 15 l’Arcivescovo, Mons. Giuseppe Verucchi, presiederà la Santa Messa per tutti i Migranti e i Rifugiati della nostra Archidiocesi. La celebrazione è promossa dall’Ufficio per la Pastorale dei Migranti e dei Marinai, il cui direttore è padre Pietro Gandolfi e che ha sede presso la ‘Stella Maris’, in via Paolo Costa, 55 (tel. 054430235). Padre Pietro, il personale e i volontari della ‘Stella Maris’ da anni forniscono aiuto e assistenza materiale, morale e spirituale ai marittimi in transito dal porto di Ravenna (che sono in calo, negli ultimi tempi: nel 2011 sono stati circa duecento, a fronte dei quattrocento degli anni scorsi).
 
*S.E. Mons. Bruno Schettino
Siamo grati al Santo Padre Benedetto XVI per il Messaggio che ha voluto offrire alla cristianità in occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2012. Il tema che ha proposto è di grande prospettiva e di forte impegno da realizzare, perché ‘chiama la Chiesa a compiere una nuova evangelizzazione anche nel vasto e complesso fenomeno della mobilità umana, intensificando l’azione missionaria sia nelle regioni di primo annuncio, sia nei Paesi di tradizione cristiana’. Il tema proposto infatti è ‘Migrazioni e nuova evangelizzazione’. Ciò realizza in pieno la missione della Chiesa, che è inviata ad annunciare Gesù Cristo, Figlio di Dio e unico Salvatore. Siamo a tal fine invitati a rinnovare la nostra vita, a risvegliare l’entusiasmo di una fede giovane, ma matura, ad annunciare la novità del Regno, a proclamare il Vangelo ad ogni creatura.
Già San Paolo ricordava ciò alla Comunità Cristiana di Corinto: ‘Annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo!’ (1Cor 9, 16). Questa urgenza è sentita maggiormente nel nostro tempo segnato da abbattimento delle frontiere e da quel processo in atto di globalizzazione che determina l’incontro tra i diversi popoli, tra le diverse culture e quindi anche della facilità della comunicazione globale.
La storia delle migrazioni è segnata da sofferenze, alla ricerca di una esistenza migliore possibile, sfuggendo da minacce di persecuzioni, guerre, violenza, fame, pericoli derivanti da catastrofi naturali. Questo determina un flusso di persone e di diversa problematica sia dal punto di vista umano che etico e religioso. L’apporto delle culture e delle tradizioni personali, familiari e dei diversi popoli determina poi una frammentazione di linguaggi, per cui la società è sempre più multietnica e multiculturale. Richiede ciò molto sforzo di buona volontà scambievole, perché possano legittimamente esistere e dialogare le identità e le differenze. Ciò non toglie che vi sono fondati rischi di ‘cancellare Dio e l’insegnamento della Chiesa dall’orizzonte della vita, mentre si fanno strada il dubbio, lo scetticismo e l’indifferenza, che vorrebbero eliminare persino ogni visibilità sociale e simbolica della fede cristiana’. In questo contesto storico culturale può capitare che i migranti che hanno conosciuto Cristo Gesù, nel nuovo contesto possano pensare che la fede non è più valida ed incidente nella vita. ‘Qui la Chiesa è posta di fronte alla sfida di aiutare i migranti a mantenere salda la fede, anche quando manca l’appoggio culturale che esisteva nel paese di origine, individuando anche nuove strategie pastorali, come pure metodi e linguaggi per una accoglienza sempre vitale della Parola di Dio’.
Il Santo Padre ricorda il ruolo decisivo degli Operatori pastorali, sacerdoti, religiosi, laici per un lavoro intelligente e concreto in comunione con i loro Ordinari e la necessità di comunicare e di cooperazione tra le Chiese di origine, quelle di transito e quelle d’accoglienza.
Il Santo Padre chiede una considerazione speciale per i rifugiati che chiedono asilo, essendo fuggiti da violenze e persecuzioni. Ad essi bisogna offrire accoglienza, rispetto della loro dignità e dei loro diritti, nonché chiedere il rispetto dei loro doveri.
‘Le comunità cristiane riservino particolare attenzione per i lavoratori migranti e le loro famiglie, attraverso l’accompagnamento della preghiera, della solidarietà e della carità cristiana’.
Il Santo Padre esorta a tenere presente ‘la situazione di numerosi studenti internazionali che affrontano problemi di inserimento, difficoltà burocratiche, disagi nella ricerca di alloggio e di strutture di accoglienza’. ‘Le Università di ispirazione cristiana siano luoghi di testimonianza e di irradiazione della nuova evangelizzazione, seriamente impegnate a contribuire nell’ambiente accademico al progresso sociale, culturale e umano, oltre che a promuovere il dialogo fra le culture, valorizzando l’apporto che possono dare gli studenti internazionali’.
Resta sempre la complessità del fenomeno migratorio con i suoi sofferti risvolti umani, sociali e religiosi, una umanità ricca di risorse, motivata da speranza, ma abbandonata alla paura, alla sofferenza del vivere quotidiano. In questa valida esperienza si inserisce adeguatamente la Buona Notizia del Vangelo, l’Annuncio della Fede, la certezza della Risurrezione che è già nel tempo, la fondatezza della vita nuova in Cristo.
*Arcivescovo di Capua
Presidente Cemi e Migrantes
 
Per maggiori informazioni: Migrazioni e nuova evangelizzazione