Omelia della Messa del giorno di Pasqua – 31 marzo

18-04-2013
Omelia della Messa del giorno di Pasqua
Ravenna, 31 marzo 2013
 
” e la Vita era la luce degli uomini, la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta’ (Gv 1,4-5)
Buona Pasqua di risurrezione a tutti i cristiani della Chiesa di Ravenna-Cervia!
Nel Vangelo di Luca si legge che due messaggeri ‘in vesti sfolgoranti’ dicono alle donne arrivate al sepolcro dove era stato deposto il corpo di Gesù: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”. Ed esse si ricordarono delle sue parole e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri».
La buona notizia: un uomo è risorto!
Di fronte alle tante notizie che riempiono le nostre le nostre teste, spesso manipolazioni della verità o esagerazioni di particolari fatte ad arte per creare conflitto e dramma anche dove non c’è o per attirare un’attenzione che si va sempre più spegnendo, noi cristiani, dobbiamo assolutamente ritornare alla notizia delle notizie, esplosiva per il suo contenuto puro e semplice: Gesù di Nazareth, uomo come noi, era morto, ma dopo tre giorni è risorto. Il suo sepolcro è stato trovato vuoto e lui è apparso a numerose persone, dando prova della sua nuova esistenza. Il titolo esplosivo è questo: un uomo è risorto!
Dunque la legge più tremenda della storia e la più ineludibile, la legge della morte, è stata superata, sconfitta. C’è un’altra vita oltre la nostra vita terrena. Tutti i mali dunque, non solo la morte, non dureranno, saranno superati. Anche il nostro corpo, inizialmente corrotto dalla morte, sarà trasfigurato e la nostra persona potrà vivere di nuovo, purificata, liberata, rinnovata completamente.
Questo fatto cambia completamente la prospettiva della vita umana: essa diventa solo la fase iniziale, ma non quella definitiva; un passaggio importantissimo, ma non l’ultimo; un cammino a termine, che avrà un arrivo in una città eterna, nella città di Dio.
Anche noi risorgeremo!
Tutto quello che Dio ha rivelato su di sé e su di noi, e che Gesù ha portato a compimento con le sue parole e i suoi gesti, ha il suo fondamento su questa verità straordinaria: se Cristo non fosse risorto vana sarebbe la nostra fede, e noi saremmo ancora schiavi del male e della morte. Invece Dio ha risuscitato Gesù e anche noi che crediamo in Lui, risorgeremo con lui. È stato necessario che fosse crocifisso, per morire e vincere la morte non per lui, ma a nostro favore. Solo Dio stesso poteva vincere la morte e lo ha fatto quando nella persona del Figlio, ha assunto la nostra carne mortale, è morto ed è ritornato in vita, ma con una vita nuova non più segnata dal peccato e liberata definitivamente dalla morte.
Il mondo cerca la felicità: Cristo nostra gioia è risorto!
Tutto il mondo aspetta, in fondo in fondo, questo annuncio. Ogni uomo vorrebbe vivere sempre, ma vorrebbe anche vivere bene, nella gioia, nella pienezza della pace, nella bellezza dell’amore, nell’armonia col creato e con ogni altro essere umano. Bene. Tutto ciò ora è possibile, perché Gesù, nostra gioia, è risorto, e ha potuto farlo perché era anche Figlio di Dio, ma intanto era anche uomo, e così ha iniziato una nuova catena della vita. Dopo di lui, con lui, in lui anche tutti noi potremo uscire dalle tenebre della morte e risalire alla luce e alla vita piena, definitiva. Raggiungeremo la pienezza della felicità, ‘che sulla terra è sempre parziale ‘, perché diverremo ciò per cui siamo stati creati, e vivremo nell’amore di Colui che ci ha amati per primo e ci amerà per sempre, perché siamo preziosi ai suoi occhi.
Abbiamo un grande annuncio da dare al mondo, a cominciare dalle nostre terre i cui cittadini, in buona parte, sembrano aver smarrito questa certezza e tentano di vivere di piccole speranze terrene, cercando di accontentarsi di attimi di felicità che vengono dall’appagamento dei desideri più immediati, che lasciano però sempre più fame di quella che saziano. E lasciano insoddisfazione e tristezza, fatica di vivere e la nostalgia di qualcosa di più grande, di più alto, di più puro, di più giusto, di più vero, di più bello.
Festeggiare il Risorto in tempi di crisi: possibilità di cambiamento vero.
Festeggiare il Risorto anche per noi cristiani della Diocesi di Ravenna Cervia, proprio qui nella Cattedrale dedicata alla Resurrezione, ‘fatto unico per le cattedrali, fuori Gerusalemme ‘ è motivo di gioia e di speranza, ed è una realtà di cui abbiamo un gran bisogno, perché ai nostri giorni le speranze umane tendono ad affievolirsi.
I nostri sono tempi di una crisi dai diversi volti, segnati da nubi: penso alla mancanza di lavoro soprattutto per i giovani, alle incertezze economiche per le famiglie numerose o per gli anziani che vivono solo di pensione. Penso anche alle difficoltà della nostra società a rinnovarsi e a darsi una stabilità politica e a recuperare anche nelle professioni, nell’amministrazione e nei servizi pubblici, nell’impresa, il primato dell’etica sulla ricerca del proprio interesse o il prevalere del bene di tutti sull’affermazione di sé.
E penso al disorientamento nel quale ci troviamo perché secondo il pensiero corrente ‘ e quasi obbligatorio ‘, tutte le posizioni culturali e le scelte individuali sono ritenute compatibili e legittime, tutti i bisogni o le rivendicazioni devono essere tradotti in diritti, con grave disagio di chi vuole invece dare il primato ad una cultura della vita e della pace, che rispetti l’uomo come è stato creato da Dio.
Lo Spirito ha soffiato nella Chiesa: il Papa Francesco.
Grazie a Dio nella Chiesa cattolica abbiamo avuto un soffio specialissimo dello Spirito che ci ha dato un Pontefice, Francesco, ricco di umanità, annunziatore di un Dio misericordioso e tenero, pronto a dialogare con i credenti e i non credenti, ma attento a difendere i valori della persona, della famiglia naturale, della solidarietà con i più poveri che genera giustizie e pace. Anche la Chiesa infatti, anche la nostra Chiesa diocesana, ha bisogno di rinnovarsi a partire dalla conversione personale di tutti noi, per essere un fattore forte di rinnovamento della nostra società ravennate e cervese.
Virtù antiche e nuove nella nostra terra
Certo abbiamo il Cristo vivo tra noi! Siamo nella gioia, ma proprio per questo abbiamo anche la responsabilità, come Chiesa particolare di Ravenna’Cervia, di stare in prima linea per far rifiorire le virtù umane che in questa terra sono sempre state coltivate, come l’onestà, l’amore alla verità, la lealtà alla parola data, la solidarietà coi deboli, la costruzione di un ordine sociale secondo giustizia e uguaglianza’ E siamo necessariamente impegnati a testimoniare anche come comunità le virtù specificamente cristiane, come la fiducia in Dio Padre, il perdono ai nemici, la mitezza, la povertà in spirito, la fedeltà alla propria vocazione, la disponibilità al servizio, l’amore gratuito, la speranza nella vita eterna’ Virtù mai del tutto realizzate, se non dai cristiani santi, che pure sono stati numerosi anche in queste terre, e che sono possibili a coloro nei quali vive il Cristo!
Il Signore risorto in mezzo a noi, ci doni lo Spirito di fortezza e di sapienza perché siamo lievito, sale e luce gli uni per gli altri nelle nostre comunità cristiane, ma anche per tutti i nostri concittadini credenti e non credenti, spesso inconsapevoli cercatori di Dio.
+ Lorenzo, Arcivescovo
 
 Appendice (Benedetto XVI, Pasqua 2008)
‘Nelle promesse battesimali accendiamo la luce (portata dal Risorto):
Sì, credo che il mondo e la mia vita non provengono dal caso, ma dall’Amore eterno di Dio.
Sì, credo che in Gesù Cristo, nella sua incarnazione, nella sua croce e risurrezione si è manifestato il Volto di Dio; che in Lui Dio è presente in mezzo a noi, ci unisce e ci conduce verso la nostra meta, verso l’Amore eterno.
Sì, credo che lo Spirito Santo ci dona la Parola di verità ed illumina il nostro cuore; credo che nella comunione della Chiesa diventiamo tutti un solo Corpo col Signore e così andiamo incontro alla risurrezione e alla vita eterna’.