Omelia del XVII Pellegrinaggio Diocesano – 7 aprile

18-04-2013
Omelia del XVII Pellegrinaggio Diocesano
Porto Fuori, 7 aprile 2013
 
XVII PELLEGRINAGGIO DIOCESANO
dalla chiesa di S. Maria in Porto fuori alla basilica cittadina di S. Maria in Porto
 
Carissimi tutti, benvenuti al 17° pellegrinaggio diocesano dalla chiesa di S. Maria in Porto fuori alla basilica cittadina di S. Maria in Porto. Vogliamo fare stasera una piccola esperienza di condivisione affettiva e concreta, dove si cammina, si prega, si canta, comunitariamente, come nel Salmo 122, in cui tutti si dichiarano fratelli e amici (v.8), preoccupati della comune casa del Signore (v.9), pieni di gioia di stare insieme.
In realtà il pellegrinare del cristiano è verso una mèta precisa non più data da un luogo, ma da una Persona, che ha distrutto il tempio, sostituendolo con il Suo Corpo (cfr. Mt 26-27). Gesù Cristo ‘via, verità e vita’ è il significato, la meta ultima a cui tendere in ogni pellegrinaggio, quale simbolo della nostra vita, nella quale siamo sempre come stranieri e pellegrini. Dice Pietro nella sua lettera:
(1Pt,9-12) Voi invece siete stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere ammirevoli di lui, che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa. Un tempo voi eravate non-popolo, ora invece siete popolo di Dio; un tempo eravate esclusi dalla misericordia, ora invece avete ottenuto misericordia.
Carissimi, io vi esorto come stranieri e pellegrini ad astenervi dai cattivi desideri della carne, che fanno guerra all’anima. Tenete una condotta esemplare fra i pagani perché, mentre vi calunniano come malfattori, al vedere le vostre buone opere diano gloria a Dio nel giorno della sua visita.
Un pellegrinaggio, anche se breve come il nostro, vuole essere, secondo la tradizione, anche un percorso di conversione, che conduce all’incontro con il mistero della misericordia di Dio, per ritrovare il senso autentico della propria vita.
Facciamone dunque un momento privilegiato per verificare lo stile cristiano della nostra esistenza e per prendere coscienza delle nostre responsabilità nella storia umana e in quella della Chiesa.
E ricordiamoci che la vita cristiana è un camminare nella fede verso la visione definitiva di Dio. Il pellegrinaggio consente una sorta di anticipazione: mentre rimaniamo nella lontananza, possiamo pregustare in modo nascosto e velato, il bene futuro e finale. Dice la Lettera agli Ebrei a proposito dei nostri padri nella fede:
(Ebr 11,13-16) Nella fede morirono tutti costoro, senza aver ottenuto i beni promessi, ma li videro e li salutarono solo da lontano, dichiarando di essere stranieri e pellegrini sulla terra. Chi parla così, mostra di essere alla ricerca di una patria. Se avessero pensato a quella da cui erano usciti, avrebbero avuto la possibilità di ritornarvi; ora invece essi aspirano a una patria migliore, cioè a quella celeste. Per questo Dio non si vergogna di essere chiamato loro Dio. Ha preparato infatti per loro una città.
Procediamo in pace, nel nome del Signore!
+ Lorenzo, Arcivescovo