Zuppi ricorda don Minzoni

29 agosto 2023

12PORTE – 31 agosto 2023: La sera del 23 agosto 1923 veniva ucciso in un agguato fascista il parroco di Argenta don Giovanni Minzoni: “Un amico di Cristo, mai servo di idoli e ideologie, ma fratello dei più piccoli, attento a costruire un mondo dove tutti sono fratelli”. Così lo ha definito il Cardinale Zuppi nel corso della celebrazione da lui presieduta, nel duomo di Argenta, la cittadina in diocesi di Ravenna, provincia di Ferrara, ai confini con Bologna. Erano presenti con numerosi sacerdoti anche gli arcivescovi di Ravenna, mons. Lorenzo Ghizzoni e di Ferrara, mons. Giancarlo Perego, il vescovo di Forlì, mons. Livio Corazza e il vescovo di San Marino, mons. Andrea Turazzi e in occasione di questa celebrazione centenaria, mons. Ghizzoni ha potuto annunciare l’imminente apertura del processo canonico relativo al martirio di Don Minzoni, che potrebbe aprire la strada ad una possibile beatificazione del sacerdote. “Prete appassionato, amante della Patria, – ha detto il Cardinale – pastore creativo e fedele, uomo di preghiera e attento ai problemi concreti con un’attenzione preferenziale per i poveri e i piccoli”, impegnato nel sostenere il Partito Popolare, “don Minzoni – ha detto Zuppi – è stato ucciso dalla violenza fascista e dalle complicità pavide di chi non la contrastò. Fascismo significa il disprezzo dell’altro e del diverso, l’intolleranza, il pregiudizio che annienta il nemico, il razzismo raffinato o rozzo che sia, la violenza fisica che inizia sempre in quella verbale e nell’incapacità a dialogare con chi la pensa diversamente. Don Minzoni lo affrontò senza compromessi, opportunismi, convenienze”. Posto di fronte alla stretta finale don Giovanni si disse pronto a morire. “Il martire non è un eroe, ma una persona che ama più delle sue paure e che non teme di entrare in conflitto con le ideologie totalitarie e neopagane, evidenti o nascoste”. “Nell’infamia del sospetto e delle accuse ad arte fatte crescere per isolarlo dalla Chiesa e da tutto il popolo”, ha ricordato il cardinale, “si disse che faceva politica e che quindi in fondo se l’era cercata. Se è così il cristiano se la cerca sempre perché chiamato a un amore incarnato, nella storia, senza limiti; perché chiamato a un amore, che Papa Francesco chiamerebbe politico, libero da ogni ideologia e da quegli ismi che intossicano i cuori, a iniziare dal primo, il più banale e pericoloso: l’egoismo”. Mettere in pratica il comandamento dell’amore per don Minzoni, ha evidenziato il porporato, “significò educazione, cioè la creazione di un oratorio per i ragazzi e i giovani disorientati del Dopoguerra, alla ricerca di un “padre” e di valori stabili, evangelici, trascendenti, ben oltre le ideologie circolanti”. Da questa esigenza don Minzoni si impegno per nascita e la crescita dell’Azione Cattolica, dello scoutismo, ma fu anche particolarmente attento alla formazione delle donne.