Omelia messa Maria in preghiera con gli apostoli e per gli apostoli, per la Chiesa nascente – 6 febbraio

27-02-2017

Maria in preghiera con gli apostoli e per gli apostoli, per la Chiesa nascente (Atti 1,12-14)

Omelia Messa del Lunedì 6 febbraio 2017 (in S. Teresa) prima del funerale della mamma

 

Sabato pomeriggio a S. Maria in Porto, alla Madonna Greca, avevamo riflettuto su questo brano con un gruppo di persone, sulla maternità spirituale di Maria verso la Chiesa nascente.

Maria invocava la venuta dello Spirito Santo, affinché la Chiesa venisse alla luce, la evangelizzazione iniziasse e con essa partisse la missione della Chiesa. Dopo aver gestito la nascita del Capo, ora presiedeva alla nascita del Corpo di Cristo. Poi abbiamo recitato un rosario meditato sotto l’icona della Madonna Greca, proprio nell’ora in cui la mamma partiva per il cielo assistita da mio fratello e da un’amica. Col Rosario aveva accompagnato tante persone ed avvenimenti nella Chiesa e nella famiglia, ora col Rosario senza saperlo, –ma lo sapeva il Signore –, l’abbiamo accompagnata verso il posto che il Padre prepara ai suoi servi fedeli.

Tanti sarebbero gli avvenimenti della sua vita che si dovrebbero ricordare, tante le scelte, le fatiche come lavoratrice, come casalinga, come mamma, come educatrice non solo in casa con i figli, i nipoti, i pronipoti, ma anche in parrocchia, la sua seconda famiglia. In momenti belli e in momenti difficili, come la malattia del papà, ha sempre avuto coraggio e serenità, intraprendenza e generosità. Fin da giovanissima ha avuto un impegno ecclesiale costante nella comunità parrocchiale, nei vari Consigli, nelle attività liturgiche, formative, di aggregazione sociale, nell’Azione Cattolica della quale è stata responsabile per tanti decenni.

Il testo degli Atti mi fa pensare a un’altra delle sue caratteristiche: la stima e l’accompagnamento per i sacerdoti. Aveva un’attenzione speciale per i vari parroci che si sono succeduti nella parrocchia, per gli altri sacerdoti della diocesi che conosceva, per i seminaristi… e anche qui a Ravenna, – dove si sentiva un po’ sradicata, dopo 82 anni passati nella sua terra, ma ben accolta da tutti –, ha voluto pregare e sostenere il ministero mio e del nostro presbiterio, nella buona e nella cattiva sorte, soprattutto col Rosario, ogni giorno. Anche perché era informata: leggeva tutto il Risveglio e anche il settimanale diocesano di Reggio, così come tanta altra stampa cattolica e sapeva come e per chi indirizzare le sue richieste al Signore e alla Madonna. Era tutt’altro che bigotta o nostalgica –anzi apprezzava molto le riforme del Concilio, la liturgia e la parola di Dio in italiano – non ha mai avuto paura dei cambiamenti, ma era sinceramente devota, con una fede sicura senza ombre.

Del resto aveva accettato che con il passare dell’età e il calare delle forze, questa fosse la sua chiamata del momento: non più le tante attività del passato, ma l’esempio, la preghiera, le parole sagge e ancora forti per chi la incontrava e per noi che vivevamo con lei. Alla fine aveva capito che questi erano i suoi ultimi giorni, avrebbe voluto passarli a casa e non all’ospedale, ma ha accettato di mettersi nelle mani del Signore così come aveva sempre fatto, perché diceva che in ciò che accade c’è una volontà di Dio, da scoprire e accettare, così si porta frutto.

Vorrei ringraziare quelle persone che le sono state vicine in questi quasi quattro anni, le signore che hanno lavorato in casa nostra (Marzia, Daniela, Elisa), don Vincenzo, don Dario, le amiche della parrocchia, alcuni sacerdoti e religiosi, le amiche che più l’hanno aiutata e assistita negli ultimi tempi, con grande generosità e attenzione, dando una mano a noi famigliari. Dovrei ringraziare anche don Guido per l’accoglienza che le fece e per il legame che si era creato, ma lo farà lei direttamente.