Omelia della Festa della Madonna Greca – 7 aprile

18-04-2013
Omelia della Festa della Madonna Greca
Ravenna, 7 aprile 2013
 
Sulla figura di Maria
Siamo chiamati ad andare oltre un’eccessiva idealizzazione di Maria, come figura troppo spirituale e perfetta, per stare dentro la storia degli uomini e delle donne di tutti i tempi; o come simbolo delle sole virtù ‘passive’, l’obbedienza, la contemplazione, il nascondimento, ecc. che pure ci sono in lei.
Possiamo vedere invece la Madre del Signore quale figura biblica di donna fortemente dinamica, una ‘persona’ con grande originalità; un ‘paradosso’ in cui sono presenti la verginità e la maternità insieme; un ‘mistero’ in quanto coinvolta nel piano di salvezza di Dio che può essere capito solo nella fede; protagonista di una vicenda coraggiosa con grandi eventi che richiesero da lei una fede incrollabile; molta fortezza umana; speranza, generosità e disponibilità fuori del comune.
Siamo chiamati a riscoprire in Maria la ‘giovane credente’ che assume il rischio di gettarsi nella storia del suo popolo; la ‘giovane donna’ che spera con la venuta del messia nel cambiamento del mondo; la ‘giovane madre’ che si apre alla vita e la difende.
Maria modello dell’uomo e della donna d’oggi?
La comunità cristiana ha sempre avuto dei modelli, soprattutto nei suoi santi, nei grandi testimoni, in quegli amici speciali di Dio che hanno richiamato tutti all’impegno di vivere e morire per Cristo; la santificazione è stata sempre ed è anche oggi una sfida, che a volte ha richiesto e chiede, una testimonianza eroica. 
E Maria è un modello imitabile per l’uomo e la donna di oggi?
La risposta è certamente ‘sì’ se guardiamo alla Sacra Scrittura. Qui, ‘per esempio nei Vangeli di Giovanni e di Luca ‘, emerge, una ‘Donna’ libera, forte, consapevole e orientata all’autentica sequela di Cristo. Una madre fedele al suo compito, che continua a trattare Gesù come un figlio amato, anche quando lo vedrà andare per la sua strada e starà con lui anche sotto la croce.
Maria come credente ha vissuto come noi il pellegrinaggio della fede: le è stato chiesto di andare oltre la relazione sponsale, oltre quella materna, oltre quella parentale, per assumere la relazione nuova della discepola di colui che riconosce come Figlio di Dio oltre che suo. Così è diventa pian piano, una testimone della presenza dello Spirito, che in lei ha esercitato tutta la sua capacità trasformante, poiché l’ha trovata assolutamente disponibile. In questo suo essere pienamente ‘Donna’, pienamente ‘Discepola’, pienamente ‘conforme a Cristo’ e ‘piena di Spirito Santo’, Maria è un modello del vero cristiano anche oggi.
Da questa ‘esemplarità’ di Maria, scaturisce un perenne invito all’imitazione di Cristo e alla comunione con il nuovo popolo di Dio, la Chiesa. È lei la prima ‘cristiana’, che vive in Cristo e per Cristo e in Lui per gli altri, la ‘Donna’ che prega con le braccia alzate come Mosè, ‘ come la Madonna greca ‘, e intercede e lotta per il popolo di Dio, ponendosi come una forza rinnovatrice dello stile di vita cristiano.
Da Maria proviene un richiamo alla cultura del dialogo con tutti. Giunge un appello all’attenzione ai poveri e a tutte le povertà come continuazione della sua sollecitudine materna verso i bisognosi (Visita a Elisabetta). Scaturisce un incitamento all’impegno per una società fondata sulla legalità e sulla giustizia (Magnificat). Parte un monito a schierarsi sempre e totalmente dalla parte di Dio, sempre e totalmente dalla parte degli umili. Ma noi, ci lasciamo rinnovare, sostenuti dalla sua preghiera potente?
 
Come dicevo nella messa di Pasqua, abbiamo il Cristo vivo tra noi e siamo nella gioia, ma proprio per questo abbiamo anche la responsabilità, come Chiesa particolare di Ravenna’Cervia, di stare in prima linea per far rifiorire le virtù umane che in questa terra sono sempre state coltivate, come l’onestà, l’amore alla verità, la lealtà alla parola data, la solidarietà coi deboli, la costruzione di un ordine sociale secondo giustizia e uguaglianza’ E siamo necessariamente impegnati a testimoniare anche come comunità le virtù specificamente cristiane, come la fiducia in Dio Padre, il perdono ai nemici, la mitezza, la povertà in spirito, la fedeltà alla propria vocazione, la disponibilità al servizio e l’amore gratuito, la speranza nella vita eterna’
Virtù praticabili, sia quelle umane che quelle cristiane, non da cristiani già santi, ma da coloro nei quali vive il Cristo e accettano di mettersi in cammino! Qui l’esempio e l’intercessione di Maria, ‘quindi per noi della Madonna Greca ‘ sono indispensabili.
In conclusione, vorrei chiedere in questa occasione particolare per me che celebro per la prima volta la festa della Patrona, una grazia speciale: chiederei a Maria, madre della Chiesa e di tutte le vocazioni, di ottenerci la ‘santificazione del clero diocesano’.
Le chiediamo un presbiterio più santo, più unito, più missionario. Più santo nell’obbedienza, nella castità e nella povertà. Più unito, nella concordia, nello stimarsi a vicenda, nell’aiutarsi con la correzione fraterna e con la condivisione pastorale. Più missionario nel guardare oltre se stessi e i confini della parrocchia, per condividere con la Chiesa locale l’ansia di far arrivare il Vangelo a tutti, soprattutto ai giovani, qui e in ogni parte della terra.
La Madonna greca preghi per noi, ci accompagni, ci ottenga questa grazia speciale e importantissima per il futuro del Vangelo nella nostra terra.
+ Lorenzo, Arcivescovo