Omelia Chiusura dell’Anno giubilare della Misericordia

16-11-2016

Chiusura dell’Anno giubilare della Misericordia

Ravenna, 12 e 13 novembre 2016

 

L’anno della misericordia

Perché abbiamo celebrato e vissuto un anno straordinario della Misericordia?

Perché –dice Papa Francesco– “ci sono momenti nei quali in modo ancora più forte siamo chiamati a tenere fisso lo sguardo sulla misericordia per diventare noi stessi segno efficace dell’agire del Padre. È per questo che ho indetto un Giubileo Straordinario della Misericordia come tempo favorevole per la Chiesa, perché renda più forte ed efficace la testimonianza dei credenti.” Dunque non solo per il perdono dei peccati e l’ottenimento dell’indulgenza attraverso la Porta santa che chiudiamo oggi, ma per la testimonianza.

Ma che cosa precisamente testimoniare in modo più forte, come credenti in Cristo che è il “volto della misericordia del Padre”? Papa Francesco ha più volte ripetuto in questo anno che siamo chiamati a testimoniare che “la misericordia sarà sempre più grande di ogni peccato, e nessuno può porre un limite all’amore di Dio che perdona”.

Entrare dalla Porta della Misericordia, ci permette di essere una Chiesa che può “sperimentare l’amore di Dio che consola, che perdona e dona speranza”. Ma anche di essere una Chiesa aperta che vuole accogliere chiunque cerchi perdono e speranza, sostegno e consolazione o anche del cibo, un vestito, un letto, una casa. Misericordiosi come il Padre.

È la prima verifica che siamo chiamati a fare alla fine di questo anno. Ciascuno di noi e ciascuna comunità si dovrà domandare: sono stato più misericordioso? Le nostre comunità hanno posto dei segni di misericordia che hanno attirato altri? All’interno delle comunità cristiane e verso il mondo esterno abbiamo fatto prevalere la misericordia sul giudizio?

 

Una Chiesa rinnovata e in comunione

Ci ha detto Papa Francesco all’inizio di questo anno: “Ogni Chiesa particolare sarà direttamente coinvolta a vivere questo Anno Santo come un momento straordinario di grazia e di rinnovamento spirituale. Il Giubileo, pertanto, sarà celebrato a Roma così come nelle Chiese particolari quale segno visibile della comunione di tutta la Chiesa”. Rinnovamento e comunione: sono i due valori da sottolineare.

Rinnovamento spirituale, perché nessuno è in regola con l’essere misericordioso, neanche dentro le nostre comunità parrocchiali e le nostre associazioni e movimenti. Siamo in continuo cammino. E anche fuori, nella nostra società civile, tanti episodi di poca compassione, di poca accoglienza, di poca ospitalità, di poco rispetto dei diritti, anche di violazione della vita sia nascente, che morente, il permanere della tratta delle donne sulle nostre strade con la quale sono complici i tanti clienti che se ne servono e ne abusano, le condizioni di povertà o di precarietà delle famiglie che hanno perso il lavoro e sono senza assistenza, tanti anziani e soprattutto donne anziane lasciati spesso soli …, ci dicono che siamo in un mondo poco misericordioso e abbiamo tanto cammino da fare per fermentare col Vangelo una società come la nostra. A cominciare però da noi stessi e da chi ci è più prossimo. Senza rinnovamento spirituale, cioè senza una preghiera costante allo Spirito Santo e una vera sottomissione a lui, non potremo ricevere un cuore nuovo e portare frutti di amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà … Quanto tempo diamo a nutrire la nostra vita spirituale? Quando facciamo abbastanza silenzio per poter ascoltare la voce dello Spirito e convertirci finalmente alla misericordia?

L’altro valore è la comunione. Abbiamo dato al mondo un segno di comunione quando insieme tutte le chiese diocesane in sintonia con quella di Roma, hanno aperto le loro porte sante e favorito i pellegrinaggi, la preghiera, le confessioni, i gesti di carità. Ma sulla comunione dei cuori e degli spiriti dentro le nostre comunità ecclesiali dobbiamo ancora fare passi in avanti, visto come ci dividiamo sull’ecumenismo, sul dialogo interreligioso, sulle appartenenze politiche, sulla emigrazione, sulla liturgia, sul rapporto clero – laici, sulla figura del Papa che qualcuno si ostina a voler interpretare solo con categorie politiche, ecc. Dialogare tra noi, accogliere il bene che c’è nell’altro, cercare il perdono e la riconciliazione dopo le ferite, affidare a Dio quelli che non riusciamo a perdonare, rinunciare a cercare solo se stessi, ricordare che la verità c’è solo nella carità…: abbiamo ancora strada da fare in vista di una comunione vera e piena di misericordia.

 

Gratuitamente avete ricevuto gratuitamente date

L’Anno giubilare si concluderà per la Chiesa universale domenica prossima, nella solennità liturgica di Gesù Cristo Signore dell’universo. Noi oggi, chiudendo la Porta Santa della Cattedrale, abbiamo anzitutto sentimenti di gratitudine e di ringraziamento verso la SS. Trinità per averci concesso questo tempo straordinario di grazia, di perdono, di riconciliazione, di carità. La gratitudine che abbiamo verso il Padre misericordioso e anche verso la Chiesa e verso il Papa, dovrà però farci scattare dentro un senso di responsabilità: gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date, ci chiede il Signore Gesù. Siamo chiamati a dare al mondo, ai nostri vicini di casa o di lavoro, ai nostri concittadini credenti o non credenti, una testimonianza di rinnovamento spirituale che ci porta ad avere più carità e compassione per tutti, gratuitamente. Siamo provocati a dare nella Chiesa diocesana e nelle parrocchie il nostro impegno gratuito per sanare i conflitti e costruire comunione. E questo atteggiamento dobbiamo seminarlo anche nella società civile nella quale viviamo, spesso attraversata da inimicizie e divisioni, sempre gratuitamente.

 

Atto di affidamento alla Signoria di Gesù Cristo

Qui vorrei accogliere un’altra indicazione spirituale che viene dal Papa e proporne due più legate alla storia attuale della nostra diocesi di Ravenna Cervia, come frutti del giubileo straordinario. Il Papa infatti, già nella Bolla di indizione proponeva per la fine di questo anno un gesto religioso importante. Diceva: “Affideremo la vita della Chiesa, l’umanità intera e il cosmo immenso alla Signoria di Cristo, perché effonda la sua misericordia come la rugiada del mattino per una feconda storia da costruire con l’impegno di tutti nel prossimo futuro. Come desidero che gli anni a venire siano intrisi di misericordia per andare incontro a ogni persona portando la bontà e la tenerezza di Dio!”. Con linguaggio di altri tempi si sarebbe detto: “Consacreremo il mondo a Cristo Re dell’Universo”. L’intento è lo stesso. Vi propongo quindi questo atto di affidamento:

 

Stasera, qui in cattedrale, noi credenti della Chiesa di Ravenna Cervia ci affidiamo e affidiamo anche tutto il resto dell’umanità e del cosmo a Gesù Cristo, il Risorto, perché diventi veramente e sempre più il Signore della vita, dei singoli e della comunità umana.

Chiediamo e vogliamo che il Regno di Dio venga e tutti riconoscano e dicano a Gesù, come Tommaso, “mio Signore e mio Dio”!

Nella preghiera e nelle opere di tutti i giorni, noi ci impegniamo a diventare più misericordiosi, perché a tutti, credenti e lontani, possa giungere il balsamo della misericordia del Padre come segno del Regno di Dio già presente in mezzo a noi. Amen.

 

(continua)