Inaugurazione della Moschea – 4 ottobre

08-10-2013
Inaugurazione della Moschea e del Centro culturale islamico a Ravenna
 
Ravenna, 4 ottobre 2013
 
 
Ringrazio coloro che mi hanno invitato, in particolare l’imam e il responsabile del centro culturale che erano presenti alla nostra Veglia della Pace in S. Francesco.
 
Ricordo che a Roma in piazza del Campidoglio, 400 leader religiosi hanno firmato 3 gg. fa, la sera del 1 ottobre, l’Appello di pace ‘ Roma 2013. Una iniziativa della Comunità di Sant’Egidio.
 
(Il XXVII Incontro Internazionale Il coraggio della speranza. Religioni e culture in dialogo. Vi hanno partecipato più di 5000 persone, e sono state tenute 32 tavole rotonde con personalità di varie appartenenze religiose e politiche)
Diversi cardinali, vescovi, patriarchi, beatitudini, rabbini e imam si sono abbracciati e hanno acceso le candele in segno di pace, poi hanno firmato l’appello.
 
Con la forza delle nostre religioni ‘ si legge nell’appello – dichiariamo il nostro impegno per la pace. Diciamo a tutti: nessuno può utilizzare la religione per la violenza. Solennemente respingiamo il terrorismo religioso: utilizzare il nome di Dio per uccidere è blasfemo. Il terrorismo religioso nega in radice la religione‘.
 
Il documento conclude con queste parole: ‘Niente è impossibile se ci rivolgiamo a Dio nella preghiera. (‘) Noi, uomini e donne di religioni diverse, (‘) vogliamo impegnarci a far crescere questo grande movimento per la pace‘. È la strada tracciata dal Beato Giovanni Paolo II nello storico incontro di Assisi del 1986, quando invitò i leader religiosi a pregare per la pace: ‘Non più gli uni contro gli altri, ma gli uni accanto agli altri‘.
 
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Anche qui a Ravenna mi chiedo se non sia possibile aderire, noi cristiani e voi islamici, all’ ‘Appello di pace di Roma 2013’, affinché soprattutto noi capi religiosi siamo i primi a togliere il nome santo di Dio dalla bocca dei violenti e di chi vuole la guerra.
 
Il terrorismo va delegittimato delle sue radici religiose. Gli va tolto il nome santo di Dio dalla bocca. Gli vanno sottratti adepti, educando alla pace, secondo l’insegnamento dei Maestri e Profeti delle religioni. (A. Riccardi)
 
Non solo. Poiché la moschea e soprattutto il centro di cultura islamico di Ravenna non sono solo luogo di culto, ma luoghi di cultura, ci aspettiamo e chiediamo che anche voi capi religiosi islamici e voi responsabili del centro culturale, educhiate i vostri giovani e le vostre famiglie, come noi educhiamo i nostri giovani e le nostre famiglie, ad una cultura di pace, di convivenza, di dialogo con tutti i credenti delle diverse religioni e con i non credenti. Cerchiamo insieme ciò che unisce le tradizioni religiose e gli uomini di buona volontà, e non ciò che divide.
 
Per esempio, anche molti capi religiosi islamici riflettono sul fatto che ‘Dio ama i poveri’, che ‘Dio è misericordia’, che nulla ci unisce più della famiglia; oppure che proprio adesso di fronte a tanti cambiamenti sociali e politici in Africa e in Medio Oriente, le religioni devono avere ‘il coraggio della speranza’ contro i pessimisti e quelli che cedono alla logica della forza, ‘come ha detto il Gran Muftì della Repubblica Araba d’Egitto, il 1 ottobre a Roma, in un intervento che invito a riprendere.
 
Vi chiediamo inoltre, e vi possiamo aiutare in questo, di scoprire fino in fondo cosa è la libertà religiosa, che tutti noi chiediamo agli Stati di garantire e proteggere perché è un diritto umano fondamentale, a patto che le persone e le comunità rispettino l’ordine pubblico conforme a giustizia.  Per noi cristiani vale il principio che essa non è solo un diritto soggettivo, individuale da esercitarsi nel privato, ma è fondato sulla dignità della persona umana e lo Stato lo deve riconoscere e promuovere. Ha detto il Concilio Vaticano II:
 
(D.H. 2.) Questo Concilio Vaticano dichiara che la persona umana ha il diritto alla libertà religiosa. Il contenuto di una tale libertà è che gli esseri umani devono essere immuni dalla coercizione da parte dei singoli individui, di gruppi sociali e di qualsivoglia potere umano, così che in materia religiosa nessuno sia forzato ad agire contro la sua coscienza né sia impedito, entro debiti limiti, di agire in conformità ad essa: privatamente o pubblicamente, in forma individuale o associata. Inoltre dichiara che il diritto alla libertà religiosa si fonda realmente sulla stessa dignità della persona umana quale l’hanno fatta conoscere la parola di Dio rivelata e la stessa ragione. Questo diritto della persona umana alla libertà religiosa deve essere riconosciuto e sancito come diritto civile nell’ordinamento giuridico della società.
 
La libertà religiosa come la intende il cristianesimo, significa anche rispetto della coscienza della persona, di ogni persona, ‘ uomo o donna, giovane o anziano, straniero o concittadino ‘, coscienza che conserva la sua dignità anche se, pur cercando la verità, sbaglia. Questo rispetto della coscienza altrui e dunque di ogni persona umana, vi chiediamo di insegnarlo anche voi, come facciamo noi, ai vostri giovani, ai vostri genitori che educano i figli, a tutti membri della famiglia che devono avere pari dignità, comprese le donne e i bambini. Non sarà un cammino facile, ma in noi troverete degli alleati.
 
E anche le leggi italiane ci possono aiutare, benché siamo ancora in attesa, da anni, di una legge organica sulla libertà religiosa che dia attuazione piena alla nostra Costituzione (art. 12 e artt. 7 e 8) e al concetto di laicità positiva ricordato dalla Corte Costituzionale (1998), ma anche al Trattato di Lisbona (art. 17) che riconosce il ruolo pubblico delle Chiese, associazioni e comunità religiose.
 
Oggi che è la memoria di San Francesco, patrono d’Italia, che ha fatto dell’augurio ‘Pace e Bene’ il suo motto, ‘ e che ha tentato in prima persona un incontro diretto con i capi religiosi e politici islamici del suo tempo, senza aderire alla crociata, per far conoscere la propria fede cristiana e favorire così il dialogo non lo scontro, ‘ mi sembra giusto ricordare che oltre al campo della pace, e della libertà religiosa, ci sono altri campi sui quali vi chiediamo una disponibilità: la tutela e la salvaguardia del creato, l’affermazione del valore della vita umana in tutte le sue età e stagioni, la solidarietà verso i più poveri. Su questo aspetto pensiamo che anche voi potrete collaborare con la Caritas che sta facendo molto per accogliere i poveri soprattutto gli immigrati che hanno bisogno anche della vostra solidarietà e del vostro aiuto, e so che questo è un precetto importante per i fedeli islamici.
 
Alla fine vi chiedo ‘ e prometto anch’io di fare la mia parte ‘ di affidare a Dio, con la preghiera, le nostre azioni di pace.
 
Ravenna, 4 ottobre 2013.   
 
 
+ Lorenzo Ghizzoni, Arcivescovo