A proposito di matrimonio e unioni civili – 30 gennaio

30-01-2016

A proposito di matrimonio e unioni civili

 

Ravenna, 30 gennaio 2016

 

Preoccupazione per le famiglie della nostra città, hanno espresso i parroci nel nostro incontro di lunedì 25 gennaio che aveva come tema la situazione delle famiglie e i matrimoni a Ravenna. Preoccupazione che condivido. Le cifre ufficiali descrivono un calo generale dei matrimoni ogni anno e un calo significativo delle nascite. Siamo una città che lentamente invecchia, nemmeno i figli degli immigrati fermano il declino. Le cause sono diverse: culturali, economiche, morali.

C’è un forte disorientamento nei giovani e negli adulti, nei genitori e negli educatori, per i tanti cambiamenti e i tanti stili di vita proposti che vorrebbero essere tutti alla pari, quindi tutti relativi. Convivenza senza vincoli oppure vita di famiglia con impegno alla fedeltà, alla indissolubilità; apertura alla generazione o chiusura alla vita; coppie di diverso sesso o del medesimo, tutto è ammissibile in nome della realizzazione di se stessi. Non si accetta che ci siano valori buoni che possono orientare la propria libertà, non diminuirla.

Noi cristiani vogliamo invece affermare, senza essere schierati da altri contro questo o quello, che c’è una grande bellezza nel matrimonio vissuto secondo il Vangelo e che ci sono scelte migliori di altre. Noi abbiamo un’esperienza, condivisa dalla maggioranza delle persone anche laiche o non credenti, che nel rispettare la persona dell’uomo e della donna, la paternità e la maternità, la figliolanza e la fraternità, si trova una pienezza di umanità e una felicità che non c’è in altre scelte. Non dobbiamo giudicare le persone e dobbiamo guardarci dal condannarle – ce lo chiede il Vangelo della misericordia – ma non possiamo tacere l’esperienza della completezza dell’amore che si trova nel matrimonio vissuto secondo il modello della Bibbia (dal libro della Genesi al Vangelo). È un modello esigente? Certo, lo è anche per gli sposi credenti; anche tra loro ci sono quelli che non riescono a rimanervi fedeli, anche tra loro ci sono errori e peccati. Ma tutti sappiamo che l’amore tra un uomo e una donna che si stabilizza in un rapporto complementare, ricco delle diversità di entrambi, contesto ideale per lo sviluppo della personalità dei bambini e degli adolescenti, caratterizzato da un impegno a crescere nel dono di sé, è meglio per i singoli, per la comunità, per la società intera. Questo matrimonio va protetto e sostenuto, come si curano le radici degli alberi da frutto, per avere i raccolti.

C’è in questi giorni anche il dibattito sulle unioni civili e su una cultura – molto individualista – che trasforma in diritti tutti i desideri del singolo o che vorrebbe il matrimonio anche per le persone con tendenze omosessuali, pur sapendo che questa sarebbe una conquista solo simbolica, per affermare una pari dignità che andrebbe invece cercata e tutelata per altre vie e con altri mezzi. Nessuno deve mancare di rispetto a nessuno e “la dignità propria di ogni persona deve essere sempre rispettata nelle parole, nelle azioni e nelle legislazioni” come ci insegna il magistero della Chiesa (Ratzinger, 1986, sulla cura delle persone omosessuali). Ma ci sembra che una serie di diritti e di corrispondenti doveri riconosciuta anche a una unione civile, che non contrastino con la Costituzione, sia legittima. Pretendere però anche di avere dei figli, quando l’unione è tra due persone dello stesso sesso che naturalmente non potrebbero averne, sia un eccesso, un non tenere conto del bisogno dei bambini e soprattutto degli adolescenti (troppo dimenticati in questo dibattito) di un padre e di una madre veri da tutti i punti di vista. Certo in qualche caso queste figure vengono a mancare per qualche disgrazia, ma la sofferenza di queste mancanze va evitata, non riprodotta per qualche conquista di diritti più individuali che civili.

Difendere i valori, difendere i piccoli, i ragazzi, gli adolescenti, chiedendo che si facciano leggi giuste e sagge mi sembra una cosa buona non solo per i credenti, ma per tutti gli uomini di buona volontà.

 

 

+ Lorenzo, Vescovo