Treno della Grazia 2012

Treno della Grazia 2012
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 26/2012
 
Da martedì 19 a venerdì 22 giugno scorsi, presso il Santuario di Loreto si è svolto il XXVI Treno della Grazia (TdG), esperienza di pellegrinaggio, gioia e crescita nella fede che ha coinvolto oltre cinquecento persone, provenienti da molte Diocesi dell’Emilia Romagna; il titolo della storia che ha guidato questa edizione era ‘Il sogno di un falegname’. Il TdG è stato promosso, come ogni anno, dall’Unitalsi Emilia Romagna, dall’Azione Cattolica Ragazzi e dal Centro Regionale Famiglie ed era indirizzato, particolarmente, a bambini e ragazzi; era presente anche una rappresentanza della Diocesi di Ravenna-Cervia. Ricche di eventi sono state le giornate a Loreto, intorno e dentro al Santuario che custodisce la Santa Casa di Maria (a Nazareth), la Madre di Dio: giochi e attività di gruppo incentrate sulla storia, momenti di preghiera, le Sante Messe, la fiaccolata in piazza, gli incontri per i genitori e per il personale e gli educatori’ sino al tradizionale lancio dei palloncini, davanti alla Basilica. Pubblichiamo articoli di approfondimento e testimonianze relative a questa esperienza.
 
Gli incontri dedicati alle famiglie
20 giugno
La relatrice è la dott.ssa Annalisa Marinoni psicoterapeuta, impegnata nella pastorale familiare ed appartenente alla Diocesi di Ravenna-Cervia; il tema dell’incontro è: ‘Prenderci cura della fragilità nel contesto socio- culturale attuale’.
Se nel passato la parola ‘ fragilità’ era associata ad alcuni tipi di materiali, oggi sempre più rappresenta una caratteristica della nostra soggettività. Siamo passati dalla modernità alla post-modernità e il modello relazionale di base che una volta era basato sul ‘noi’ oggi è impostato sull”io’.
Abbiamo potuto sperimentare anche con il terremoto che quando accade qualcosa nella società e si crea un allarme, prende il sopravvento un senso del noi. Non appena questo allarme cessa ognuno torna a pensare a se stesso e alle proprie necessità, all’io. Questo è ciò che è accaduto dopo la fine dei conflitti mondiali, la paura delle guerre è cessata e con lei quella verticalità che determinava regole di comportamento precise, valori importanti e fondamentali. Nella post-modernità vi sono più modi di interpretare la realtà.
Nella famiglia i ruoli dei genitori diventano paritari, la donna acquisisce il diritto di voto ma anche la possibilità di esprimersi pubblicamente. E’ nato negli ultimi anni un senso di smarrimento dovuto alla continua messa in discussione dei nuovi sistemi, pensiamo ad esempio ai potenziali successi che poteva portare il mercato globale e invece a come grazie ad alcuni speculatori esso ha prodotto un immane arricchimento per pochi e un aumento della povertà di molti.
L’uomo che si sentiva al centro del mondo e che aveva puntato tutto sul progresso ora si accorge di essere fragile. Una fragilità emotiva, psichica e ancor più esistenziale. Si sta sviluppando un maggiore senso di precarietà, una progressiva perdita di sogni e progetti per il futuro. La conseguenza è che nei momenti difficili della nostra vita (lutti, separazioni, perdite di lavoro) ci sentiamo più soli, scoperti e il contesto in cui viviamo è meno in grado di darci supporto.
Dal Convegno ecclesiale di Verona, a proposito della fragilità, è emerso che: rimanda al nostro essere creature; è un valore prezioso che ci richiama al bisogno di essere accolti; dobbiamo riconoscerla, accettarla e sentirci spinti alla nostra crescita; Gesù ha assunto su di sé la nostra fragilità;
bisogna contrastare il senso di sradicamento e di solitudine di cui sono preda le persone.
Un genitore interviene ricordando come nella sua diocesi si stia intensificando un lavoro di supporto alle giovani coppie, ai fidanzati, alle coppie in crisi per aiutarli a far sì che le fragilità non creino rotture ma un  terreno da esplorare per conoscersi meglio, capirsi e accettarsi.
 
21 giugno
Interviene S. E. Mons. Giuseppe Verucchi Arcivescovo di Ravenna-Cervia e il tema è ‘Educare alla vita buona del Vangelo’. Ci ricorda che il decennio 2010-2020 è dedicato all’educazione e alla trasmissione della fede. In questi tempi di crisi  occorre una nuova evangelizzazione non per le terre di missione ma per l’Occidente, per chi si è allontanato. Ciò che vediamo intorno a noi è una grande crisi dell’educazione, nei vari contesti che dovrebbero promuoverla. Educare significa trasmettere i valori che si vivono, tirar fuori le potenzialità che il bambino ha dentro di sé, farle crescere. Si trasmette però solo ciò che si vive veramente, ad esempio la fede, altrimenti è solo un indottrinamento. E’ fondamentale che i ragazzi si sentano dai genitori, dai sacerdoti dai catechisti’ Dobbiamo parlare con loro, ascoltare ma anche dare le risposte opportune alle loro domande. Non imporci ma invitarli a seguire il buon esempio. Per riuscire in questo è bene affidarci alla preghiera, perché nei nostri incontri con l’altro il Signore guidi entrambi a realizzare pienamente la Sua volontà.
 
TESTIMONIANZE
Famiglia Mbiagna (mamma e 2 figli)
E’ la prima volta che vengo al Treno della Grazia, ho fatto nuove amicizie, è stato divertente perché facevano diverse attività nei gruppi, riguardanti la storia di Pinocchio.
La casa della Madonna è vecchia ma molto bella, ho fatto la confessione e pregato con i ragazzi del mio gruppo. Avendo fatto la Prima Comunione quest’anno è stato bello poterla ricevere in ogni Messa.Samantha ( figlia)
 
Mi sono fatto tanti amici con i quali ho partecipato a giochi molto belli. Ho pregato con il cuore nella Santa Casa della Madonna.
Steeve ( figlio )
 
Ho veramente vissuto questa bella esperienza, ho ritrovato me stessa, un po’ di serenità per poter affrontare meglio le mie difficoltà. I miei problemi rimangono ma ora sento che con questa forza li affronterò meglio ogni giorno.
Josianne ( madre )
 
Questa esperienza mi è piaciuta perché ho conosciuto nuova gente, mi sono divertito molto. Ho incontrato una ragazza speciale per me, nel senso dell’amicizia, con la quale ho legato e spero che questa amicizia sia contraccambiata. Mi sono sentito di pregare per le persone a casa e grazie a questa esperienza, attraverso le Messe, ho imparato a essere in sintonia con Nostro Signore.
Nicola
 
Per caso, ci siamo trovati a dividere questa esperienza grazie all’invito della signora Gabriella Gualandi. Siamo stati accolti da questa grande famiglia come se ne avessimo sempre fatto parte. Abbiamo ritrovato quella semplicità, quell’umanità, quell’amore gratuito che, nella vita di tutti i giorni, non conoscevamo più da tempo tranne nell’ambito famigliare. Abbiamo conosciuto persone splendide con un grande cuore e siamo sempre più convinti che stare tutti insieme in qualche grande piazza a cantare e pregare ti arricchisce e ti dà emozioni  indescrivibili. Vorrei terminare ringraziando questi giovani per il loro impegno, per come si sono presi cura delle nostre bambine e a chi non crede in loro vorrei dire: ‘Venite al Treno della Grazia e cambierete idea ‘. Ci sono tanti ragazzi con un grande cuore pronti ad aiutare chi ne ha bisogno senza chiedere nulla in cambio.
Cristina, Sandro, Martina, Maddalena
(famiglia proveniente dalle zone terremotate, temporaneamente ospitata a Ravenna )
 
Mi è piaciuto molto lo spettacolo finale con i bambini che sono venuti a ballare qui a Loreto e ci hanno fatto festa. Mi è piaciuto incontrare e salutare il nostro Vescovo, ascoltare le sue preghiere nella Messa.
Matteo
 
A me è piaciuto molto il mio gruppo e gli educatori. Anche l’ultimo giorno è stato molto bello, ho visto tutti i palloncini volare sopra la basilica.Sara
 
Mi sono divertita tanto perché i ragazzi del mio gruppo erano allegri. I giochi in piazza erano belli e poi si ballava e io ballavo con loro il  ‘Wacca Wacca’.Liana