Sant’Apollinare 2012: Lettera alla Città e alla Comunità, di Mons. Giuseppe Verucchi

Sant’Apollinare 2012: Lettera alla Città e alla Comunità, di Mons. Giuseppe Verucchi
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 28/2012
 
 
Lettera alla Città e alla Comunità
+ Giuseppe Verucchi   Arcivescovo di Ravenna-Cervia
 
 
1. Terremoto
La festa del Patrono, S. Apollinare, diventa l’occasione per offrire alla città e alla comunità ecclesiale alcune riflessioni sulla situazione in cui viviamo. Rientra nei compiti del Pastore tentare una lettura della realtà nella quale viviamo e dare indicazioni alla luce del Vangelo. 
Il terremoto ha devastato una parte notevole della nostra Regione. Purtroppo 27 persone hanno perso la vita. Per le varie scosse sono crollate chiese, campanili, capannoni e case. Molti edifici sono stati lesionati. Più o meno gravemente. Vogliamo essere vicini alle popolazioni che soffrono e, in particolare, alle comunità che non hanno più la chiesa dove ritrovarsi per la preghiera, la celebrazione della Messa e dei sacramenti e l’ascolto della Parola. Una solidarietà speciale vogliamo esprimerla anche verso le ditte rimaste senza i capannoni e i luoghi di produzione e verso le famiglie senza lavoro e senza casa. Persone, famiglie e comunità senza casa, senza luoghi di lavoro, senza chiese. Con tanta sofferenza e forti preoccupazioni per il futuro. Ecco il terremoto e i suoi volti.
A Carpi, Modena, Bologna, Ferrara, Mantova e Reggio Emilia. Noi nella nostra Diocesi di Ravenna-Cervia, abbiamo una ventina di chiese e di altri edifici chiusi al culto, per precauzione, avendo subito lesioni più o meno gravi. Credo che questo momento debba essere vissuto nella vicinanza a quanti subiscono le conseguenze del terremoto: offriamo solidarietà, sostegno, comunione fraterna, preghiera, aiuto. Le comunità si sono già mosse nella giornata di raccolta fondi celebrata il 10 Giugno. Ringrazio tutti per la generosità dimostrata.
Siamo particolarmente grati al Santo Padre per la visita che ci ha fatto il 26 Giugno a Rovereto di Novi per la parola che ci ha rivolto, segno di amore e di speranza. ‘Sono allora con grande affetto con voi, qui riuniti, e abbraccio con la mente e con il cuore tutti i paesi, tutte le popolazioni che hanno subito danni dal sisma, specialmente le famiglie e le comunità che piangono i defunti: il Signore li accolga nella sua pace.’
 
I. Un altro ‘terremoto’
Purtroppo è così. Un altro ‘terremoto’ ancora più esteso e profondo sta mettendo in difficoltà persone, famiglie, comunità e società. È la CRISI nella quale ci troviamo. Ormai sappiamo bene che questa crisi ha molti aspetti e non è di facile soluzione. Alcuni aspetti sono di tipo finanziario, economico, speculativo. Altri sono di tipo culturale ed etico. La radice della crisi è di tipo antropologico. Riguarda i valori che abbiamo vissuto ed enfatizzato nella vita delle persone e quelli che abbiamo ignorato o emarginato. Qui la riflessione diventa difficile, ma necessaria! Di quel microcosmo che è la persona umana, creata e amata da Dio, salvata da Cristo e messa al vertice della creazione, cosa abbiamo valorizzato?
Il lavoro, il guadagno, il consumo, il corpo, i diritti individuali, i valori materiali, la vita vissuta in base a ciò che piace, è utile, è desiderabile. Sono aspetti della vita umana. Non c’è dubbio. Ci sono anche valori da non trascurare. Sono importanti, ma il ‘terremoto’ è stato causato dal fatto che abbiamo vissuto prevalentemente o solo questi valori e abbiamo trascurato, ignorato o emarginato altri valori essenziali per una vita vissuta in completezza. Dove abbiamo messo o cosa ne abbiamo fatto di altri aspetti? Ad esempio: i valori etici; i valori oggettivi della verità, libertà dal male, bontà, onestà, responsabilità, impegno; lo spirito di servizio per il bene comune; il matrimonio stabile tra un uomo e una donna; la famiglia; il valore della vita; la missione educativa dei genitori; le aspirazioni ‘religiose’ più profonde del cuore; Dio, Cristo; la vita di fede, la partecipazione (per i credenti) alla vita della comunità. Abbiamo scelto o abbiamo accettato proposte incomplete per la vita delle persone. Ora siamo nel pieno della crisi dovuta a questo ‘terremoto’, a questa impostazione antropologica assolutamente incompleta e devastante. Se in un edificio che comporta un basamento solido e dieci colonne costruisco un mezzo basamento ed anche fragile e solo due colonne su 10, posso pensare che stia in piedi? Con le persone abbiamo fatto proprio così. Abbiamo vissuto alcuni valori e ne abbiamo fortemente trascurati altri. Ed ecco il ‘terremoto’. La crisi. C’è chi dice (penso a ragione) che è finita un’epoca. E ne deve iniziare un’altra. Ma quale epoca faremo nascere? Se vogliamo un’EPOCA NUOVA e BELLA che porti vita e pace, bisognerà impostarla bene! Molto bene! Per non ritrovarci nello steso terremoto e nella stessa sofferenza. La domanda è: quale uomo e quale donna? Quale antropologia occorre tener presente per un’epoca nuova?
 
II. Ingegneri e case antisismiche
Io non saprei come e cosa fare per costruire case, capannoni, chiese, edifici antisismici. Ma ci sono TECNICI, (ingegneri, geologi, esperti in varie discipline) che sanno come si fa e cosa si deve fare! Sono consapevole che costruire così costa. Che occorreranno certi materiali. Che non si deve costruire sulla sabbia e tanto meno sul terreno certamente soggetto ai terremoti più devastanti. Che le strutture hanno bisogno di fondamenta solide e sicure. Che gli edifici, sotto certi aspetti e in certe parti, devono essere ‘legati’.
Se qualcuno dicesse: ‘Io costruisco la casa dove mi pare, con il materiale che mi piace, con le tecniche che il mio sentimento mi suggerisce, spendendo il meno possibile, con la minor fatica possibile. Io, la mia casa, la costruisco come desidero io’. Che ne direste? Io preferisco fidarmi di chi veramente se ne intende! Se no torneremmo a costruire edifici fragili che, primo o poi, crollerebbero. La stessa cosa vale per l’impostazione della vita della persona, della famiglia e della società. Costruiamo su valori naturali e comuni a tutti o sul sentimento e il desiderio dei singoli?
 
III. Per edificare la PERSONA
Di chi ci fidiamo? Di una cultura che insegna, ti pressa, quasi ti costringe a pensare e a vivere secondo questa logica: ‘fai ciò che desideri, vivi come te la senti, comportati come meglio ti piace.’ C’è anche chi dice: ‘i valori li decidiamo a maggioranza’. Come se ciò che è bene ‘ vero ‘ giusto o non lo è dipendesse da una consultazione referendaria. Ci fidiamo di bravi e onesti tecnici per costruire le case.
Allora andiamo anche a cercare bravi e buoni esperti per impostare la vita della persona, della famiglia e della società. Li abbiamo!
La cultura greca, ebraica, romana, cristiana. I grandi pensatori che hanno riflettuto sui valori etici e religiosi fondamentali!
Gesù Cristo, Figlio di Dio incarnato che è venuto a rivelarci il progetto di Dio ‘ Padre. Egli ci illumina per vedere e amare ancora meglio i valori che possiamo scoprire con la ragione e ce ne rivela anche di nuovi. Credo che dobbiamo essere riconoscenti alla chiesa e al Santo Padre Benedetto XVI per la costanza, l’amore, la pazienza e la lucidità con cui ci sprona a valorizzare la ragione e la fede per impostare la VITA! E impostarla bene. 
 
IV. Persone e Società NUOVE
Occorrono cambiamenti importanti. Bisogna mirare ad avere: persone nuove. Famiglie nuove. Comunità nuove. Società nuova. Una NUOVA EPOCA.
Se sono già sul cammino buono e vero, procedo contento e fiducioso. Se mi ritrovo ‘parzialmente’ sulla strada buona’ cercherò di completare la mia impostazione di vita. E se mi accorgessi di essere fuori strada, accetterò l’aiuto a rimettermi in carreggiata.
Ma come essere e vivere allora? Dall’antropologia personalista riporto brevemente alcuni valori importanti ed essenziali, su cui basare la vita! Per avere PERSONE NUOVE e SOCIETÀ NUOVA.
– Tutta la PERSONA. Siamo chiamati a dare l’importanza a tutta la persona. Corpo e anima. Aspetto fisico. Intelligenza. Volontà. Affettività e sessualità. Vita spirituale. Religiosità.
– La VITA: il valore intangibile della vita: dal concepimento alla morte naturale.
MATRIMONIO tra un uomo e una donna basato su un amore forte, oblativo, reciproco, fecondo.
– FAMIGLIA. Basata sul matrimonio. Comunità di vita e di amore aperta al dono della vita e impegnata nell’educazione dei figli.
– LAVORO. È un’esigenza prioritaria. Per dare dignità alla persona. Per il mantenimento della famiglia. Per il bene della società. Per una convivenza pacifica.
– FORMAZIONE: la crescita della persona nella sua globalità. Formazione umana e cristiana. Scuola: per la crescita della persona e la preparazione al lavoro. 
– Scelta vocazionale. Ogni ragazzo e ogni ragazza hanno qualità, doni, caratteristiche e capacità diverse. Si chiederanno a quale vocazione sono chiamati. È preziosa la presenza di educatori che li aiutino a discernere la loro vocazione e li sostengano nel dire ‘Eccomi’. 
– Inserimento nella Chiesa e nella società. Apparteniamo alla Chiesa e alla società. In queste due realtà nasciamo e veniamo aiutati a crescere. In esse ci impegneremo responsabilmente secondo la nostra vocazione e capacità per diventare ‘buoni cristiani ed onesti cittadini’. (Don Bosco).
– Vita religiosa e vita nell’aldilà. Dono e vocazione per tutti. Lo sviluppo della vita religiosa e l’ingresso nella vita oltre la morte fa parte integrante della persona. Per noi cristiani: nel battesimo riceviamo la partecipazione alla vita divina. Il cammino di fede ci porta a sviluppare la comunione con il Signore, l’appartenenza alla Chiesa e la testimonianza nel mondo. I doni che ci aiutano in questo cammino sono: la famiglia, la comunità ecclesiale, la Parola, la preghiera, la vita sacramentale. In particolare la partecipazione all’Assemblea Eucaristica Domenicale.
2. La Domenica – la Festa
Ha un valore prezioso per la persona. Per la Famiglia e la società. Salvare la domenica, giorno di festa, e viverla bene significa assicurare la possibilità di vivere tanti valori umani e cristiani. 
– Il bene integrale e armonico della persona. 
– Il riposo e la ripresa delle forze.
– L’equilibrio umano tra le varie esigenze della persona.
– L’amicizia, il dialogo, la cura delle relazioni familiari, amicali e sociali.
– Il ritrovarsi di tutta la famiglia.
– La vita dei gruppi sociali.
– La dimensione sociale: vivere il paese, la città.
– Poter organizzare vacanze, gite, giochi, passatempi, hobby.
– Per noi cristiani: è il giorno del Signore Risorto. Giorno da dedicare a Dio, all’uomo, alla famiglia, alla comunità.
– La partecipazione all’Assemblea Eucaristica Domenicale costituisce il cuore della nostra identità cristiana.
Se ci lasciammo ‘scippare’ la Festa ‘ la Domenica ci ritroveremo tutti sempre più soli, sempre più poveri, sempre più isolati.
Se salviamo e viviamo la Domenica possiamo sperare fortemente di essere più ricchi di valori, più sereni nelle relazioni, più ‘famiglia’, più ‘comunità’, più ‘società’.
Due terremoti ci hanno danneggiato e ci fanno soffrire. Possiamo pensare e decidere di ‘ricostruire’. Se lo facciamo ‘insieme’, il duplice lavoro sarà certamente più facile. Aiutiamoci a porre: buone fondamenta = forti valori, tutti i valori; colonne e pareti antisismiche = principi e comportamenti veri, buoni, giusti, onesti; tutto ben fatto = una vita di fede che ci porti ad accogliere con gioia i doni dall’alto; fidiamoci di bravi tecnici = fidiamoci di bravi educatori, di testimoni di valori. Fidiamoci di Cristo.
 
Una bimba di otto anni è seduta su di un mucchio di macerie.
È la sua casa distrutta dal terremoto. Passa un giornalista. La ritrae con la telecamera… È serena e sorridente. Le chiede: ‘Come mai sei così serena?’, Risponde: ‘Mio papà ricostruirà tutto!’. Fiducia di una bimba nel suo papà! La nostra fiducia è nel Signore e’ nella nostra corresponsabilità.
 
23 Luglio 2012 Sant’Apollinare