San Valentino 2012

San Valentino 2012

Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 10/2012
 
Che bella la Festa degli Innamorati declinata in musica! Anche quest’anno l’Arcidiocesi di Ravenna-Cervia, in occasione del giorno di San Valentino ha organizzato l’incontro di S. E. Mons. Giuseppe Verucchi con i fidanzati e gli sposi ravennati. Molto spesso le canzoni, pur nascendo da un’esperienza personale dell’autore, felice o triste che sia, esprimono sentimenti universali. E così le loro parole ci diventano familiari e segnano alcuni momenti della nostra vita. Nella serata del 14 febbraio scorso, s’è ripetuta l’esperienza dell’anno precedente, di parlare d’amore con le canzoni. Non di un amore qualunque, ma dell’amore cristiano, connubio tra l’amore umano e l’Amore di Dio. L’Arcivescovo ci ha ospitato nella Sala Gialla della Curia e ci ha guidato lungo un percorso di riflessione profonda, con parole così piene d’affetto da toccare i cuori dei tanti presenti. I vari canti sono stati eseguiti dal vivo da una coppia di musicisti, accompagnati da relative immagini.
Il primo brano è stato Ti sposerò di Jovanotti, del 2002. Nel commento il Vescovo ha subito sottolineato che la canzone evoca una vita vissuta sempre insieme, anche nelle difficoltà. Duemila anni fa dall’altra vita è arrivato nella storia il Figlio di Dio, rivestito d’umanità, che ha portato ciò che il Padre è: l’Amore, acqua limpida e pura che entra nel fiume limaccioso dell’esistenza terrena. Col sacramento del matrimonio Cristo entra nel nostro amore come un aiuto per ogni giorno, perché Gesù, nella nostra storia di perseveranza e rilassatezza, porta gioia, speranza, fiducia, libertà dal male, pienezza di comunione in famiglia e fuori.
Abbiamo poi ascoltato La camisa negra, una canzone del chitarrista e cantautore colombiano Juanes, uscito in America Latina nel 2005. La camicia nera è simbolo di lutto per un amore finito. Continuando con l’immagine del fiume, Mons. Verucchi ha affermato che il suo fluire è pieno di gorghi d’acqua pura e sporca: la logica dell’amore e di Dio, ma anche purtroppo la logica dell’egoismo di chi ruba l’amore e avvolge e travolge le persone come foglie. Terribile il futuro del matrimonio in cui i coniugi pensano di fare ognuno quello che gli pare! Quando l’amore sperimenta il lutto, il dolore, la morte, rischia di cadere nel gorgo d’acqua putrida.
Con l’ultima canzone, Strada facendo di Claudio Baglioni, del 1986, l’Arcivescovo ha affrontato il tema della vita matrimoniale, dove nel tempo si susseguono il lavoro, la presenza dei figli, e qualche litigio che non dovrà mai trasformarsi in offesa. Tutti sanno che ci saranno momenti belli di gioia e amore, e altri di solitudine, con problemi anche di tradimento. Luci e ombre, e quanta fatica, a volte. Allora, ha suggerito Mons. Verucchi, attenzione ai due gorghi, se ci perdiamo nel limaccioso sarà difficile uscirne. Ma c’è un sostegno, un riparo, ‘un gancio in mezzo al cielo’; c’è da duemila anni, è Gesù Cristo, morto e risorto, ma sempre presente. Conosciamo la strada per incontrarLo. Che cosa c’è di più bello e sicuro ‘ si chiede il presule ‘ che poggiare la vita matrimoniale su Gesù e sul suo Amore?! Sarà una storia d’amore libera dal male, piena di gioia e di vita.
E’ seguito un momento di adorazione nello spazio del presbiterio del Duomo di Ravenna. Posti in cerchio dietro l’altare, giovani e meno giovani hanno adorato Gesù. Mons. Verucchi ha ricordato che Gesù, se incontrato e accolto, ci modifica concretamente nel modo di amarci, di accogliere la vita, di educare i figli, nell’uso del denaro, nel lavoro. Se in chiesa incontriamo Gesù nell’ostensorio, nella vita si trova al mattino e la sera nella preghiera, mentre la Santa Messa domenicale ci permette di stare legati a Lui nella logica dell’amore. Poi ha invitato i presenti a partecipare alla vita della parrocchia facendo parte anche dei gruppi sposi, e a non dimenticare la confessione frequente, poiché è il Signore che purifica il nostro amore umano.
Come ricordo della serata è stato offerto un cartoncino con l’immagine allegorica di un girasole, fiore che cerca luce e calore dal sole per vivere, e una nuvola a forma di cuore nel cielo limpido. Dietro, la preghiera degli innamorati recita: ‘Signore insegnami che l’amore è un dono e non può mescolarsi con nessun egoismo. Ti prego, Signore, per chi mi aspetta e mi pensa, per chi ha messo in me il suo avvenire, per chi mi starà accanto per tutta la vita: rendici degni l’uno dell’altro, rendici l’uno all’altro di esempio e di aiuto‘ Per il beato Giovanni Paolo II ‘la civiltà dell’amore dev’essere il vero punto d’arrivo della storia umana’. Ha concluso l’incontro un gioioso momento di festa conviviale.
Stefania Bonadonna