Proclamare la Parola

Proclamare la Parola

Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 12/2012
 
Paolo Iotti, insegnante di liturgia presso l’Istituto Diocesano di Musica e Liturgia della Diocesi di Reggio Emilia, docente di inglese e formatore, direttore della rivista ‘Celebrare cantando’ dal 1996, scrittore di musiche e testi per la liturgia, il 13 e 14 marzo è stato l’istrionico e trascinante relatore degli incontri formativi ‘Proclamare la Parola’, presso la Chiesa di San Giovanni Evangelista, proposti dalla Scuola di Formazione Teologica di Ravenna, per chi legge nella Liturgia. Le lezioni, seguite da un folto pubblico proveniente da molte parrocchie, sono state condotte sviluppando due aspetti fondamentali: la parte spirituale e teologica e la parte di approfondimento metodologico e tecnico.
‘Dammi, Signore, un cuore che ascolta’ (1 Re 3, 9). Come il saggio Salomone ha risposto alla grande concessione di Dio, lébh shoméá, noi tutti dovremmo metterci in ascolto per comprendere e scoprire quali sono le richieste che Dio più gradisce.
Dove porta un cuore che ascolta? La prima risposta viene dal commento che Dio stesso fa alla richiesta di Salomone: ‘Perché hai domandato questa cosa’ faccio come tu hai detto. Ecco ti concedo un cuore saggio e intelligente” (1 Re 3, 11-12).
Per Dio saper ascoltare è sinonimo di saggezza e intelligenza. Una grande ricchezza per noi stessi e per ogni persona che potremo aiutare a migliorare la propria capacità di ascolto col cuore.
Tanti sono i passi della Bibbia in cui Dio ci richiama ad ascoltare la Sua voce.
Un cuore che ascolta è importante nel nostro rapporto personale con Dio e con tutte le persone che quotidianamente incontriamo.
Saggezza e intelligenza sono i frutti dell’ascolto che implicano ricettività, docilità e umiltà.
Mettersi in ascolto della Parola, è il compito al quale è chiamato ogni lettore liturgico per meglio far arrivare il messaggio di Cristo all’assemblea.
Il teologo tedesco Bonhoeffer scriveva: ‘Ci si accorgerà presto che non è facile leggere la Bibbia agli altri’ Una regola da osservare per leggere bene un testo biblico è di non identificarsi mai con l’io che vi è espresso. Non sono io ad irritarmi, a consolare, ad esortare, ma Dio’ Tutta la differenza fra una buona e una cattiva lettura apparirà quando, invece di prendere il posto di Dio, io accetterò semplicemente di servirlo”.
Come dar voce alla Scrittura in assemblea? Per poter esercitare efficacemente il ministero di lettore, è opportuno preparare con anticipo le letture; leggere i testi per capirne il significato; individuare le parole chiave e la frase più importante che la proclamazione dovrà mettere in evidenza; individuare le pause lunghe, medie e brevi che si devono fare durante la proclamazione per dar tempo all’assemblea di comprendere ciò che ascolta; saper rendere il ritmo delle frasi del testo; leggere con un tono di voce più alto di quello che si usa in una normale conversazione; curare l’intonazione evitando le cantilene, gli sbalzi eccessivi dei toni e il cadere della voce sulle vocali o sillabe finali di una parola; dar colore, cioè interpretare la lettura, non dimenticando mai che la Parola che leggiamo è di Dio, non nostra; comportamento e abbigliamento consono all’incarico. Suggerimenti preziosi per tutti coloro che sono chiamati a leggere le Sacre Scritture.
Proclamare la Parola, la Sacra Scrittura, un compito grande e bellissimo, che a ogni celebrazione ci accingiamo a fare con cuore colmo di gioia per ringraziare il Signore della Sua presenza accanto a noi in ogni momento della nostra vita.
Per approfondire: Paolo Iotti, ‘Dare Voce alla Scrittura’, Edb, 2002 terza edizione.
Giulia Plazzi