L’Arcivescovo a Lido di Dante

L’Arcivescovo a Lido di Dante
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 28/2012
 
Il 14 luglio scorso Mons. Giuseppe Verucchi, affiancato dal nostro amato Parroco Don Marco Cavalli, ha officiato la Santa Messa a Lido di Dante, in memoria di San Benedetto da Norcia che la Chiesa celebra l’11 luglio di ogni anno. La cerimonia doveva svolgersi nel parco del lungomare della località, ma la minaccia di pioggia ha fatto sì che fosse officiata nella chiesa locale, dedicata proprio a San Benedetto. Una folla immensa di fedeli del luogo e turisti gremiva la chiesa e l’esterno pur di non perdere il consueto appuntamento col suo Pastore. Sembrava veramente di trovarsi nell’epoca in cui Gesù radunava le folle e queste si assiepavano attorno a Lui, pur di non perdere una parola dei Suoi insegnamenti. Quest’anno l’Arcivescovo ha diviso la sua omelia in due parti: spiegando il brano del Vangelo di Marco e chi era San Benedetto. L’Evangelista riporta a noi che Gesù chiamò a sé i dodici Apostoli e prese a mandarli a due a due a convertire i popoli, a scacciare molti demòni, a ungere con olio molti infermi per guarirli. Ma il passo saliente è quanto ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone. Niente pane, quindi, né sacca, né denaro nella cintura, di calzare i sandali e di non portare due tuniche. Questo vuol dire, ha chiarito l’Arcivescovo, che, essendo leggeri, avrebbero percorso molta più strada per raggiungere i vari paesi e di conseguenza riuscire a portare il messaggio di Gesù a una quantità maggiore di persone. Ciascuno di noi, ha proseguito, deve sentirsi apostolo, missionario, a iniziare dal genitore che trasmette ai suoi figli; dal bambino al suo coetaneo; dall’operaio al suo simile, dal soldato al suo commilitone e così via. Dobbiamo essere tutti noi a propagare la fede e gli insegnamenti di Gesù e non dobbiao ritenere la scuola come unico vettore. L’Arcivescovo ha poi illustrato chi era San Benedetto Abate e quali opere ha realizzato per la conversione dei popoli. Ha iniziato ricordando la fondazione del monachesimo occidentale. La storia ci dice che c’erano già tanti monasteri in Europa prima di Benedetto, ma con lui il monachesimo-rifugio diventerà monachesimo-azione. La sua Regola non rimane italiana, è subito europea perché si adatta a tutti. E’ per questo che è stato assunto a patrono d’Europa. Qual è questa Regola?: E’, ha detto l’Arcivescovo,  vivere la croce, la penna e la zappa: ovvero il messale d’accordo col piccone, la croce col badile, la penna con la zappa. La Santa Messa è terminata con la richiesta di Don Marco a tutti i fedeli presenti, volta a ringraziare Mons. Giuseppe Verucchi per averci, ancora una volta, fatto comprendere in modo semplice la parola di Gesù. Sono seguiti scroscianti applausi.
Pasquale Minichiniparrocchiano di Lido di Dante