La via della Risurrezione

 La via della Risurrezione

  Dal “RisVeglio Duemila” N. 16/2017     Il tempo è superiore allo spazio. Papa Francesco lo ribadisce a più riprese nei documenti del suo Magistero. Riflettere sul tempo e lo spazio è riflettere sulla tensione tra la pienezza e il limite; tra l’iniziare dei processi nella dinamica del futuro e occupare degli spazi nella statica del presente. È il tempo di Pasqua. Un tempo di speranza e di gioia che evolve (procede) da un tempo di buio e di sofferenza. Da un luogo di morte, la croce. La Via Crucis è un rito antico, millenario. Partecipare come popolo in cammino per le vie della città di Ravenna riporta nella nostra storia una vicenda viva, la passione di Nostro Signore Gesù. Viviamo un momento di sofferenze, guerre, tensioni. Cadono bombe e missili, si agita lo spauracchio del conflitto mondiale, attentati di morte si ripetono nelle città del cosi detto mondo progredito. Le esistenze dell’uomo occidentale sono attanagliate tra il materialismo disperato e il desiderio di effimero, soffocate da egoismi e illusioni. C’è chi invoca il pericolo islamico che incombe contro le nostre tradizioni, i nostri valori, le nostre radici. Pensi di trovare centinaia di persone alla via Crucis cittadina che cercano di trovare attraverso essa la via della Resurrezione, una preghiera che incoraggia, una testimonianza che fortifica. Rimani sorpreso. Qualche decina di persone, molti anziani, le solite presenze militanti. La via Crucis si snoda per le strade della città tra un ragazzo in motore che consegna le pizze e che tenta impaziente di sfondare il corteo orante; una macchina che costretta a fermare la propria corsa alza la radio a tutto volume con tono di arrogante sfida; decine di persone lungo il cammino che guardano meravigliati che ci sia della gente che il Venerdì Santo si ritrovi per un rito che da secoli si svolge quel giorno; dai bar battute e schiamazzi come a voler affermare una modernità che soffoca un rigurgito arcaico fuori dal tempo; qualche donna islamica velata che seduta sulla panchina osserva in silenzio. Siamo così. Oggi la via della Resurrezione si muove nella nebbia interiore e cammina attraverso fragilità che faticano a credere in solide certezze, ma che continuano a gridare supplicanti “Padre ci affidiamo a Te”.
Enrico Maria Saviotti