Incontro Arcivescovo-Politici

 

Sabato 10 dicembre  si è tenuto l’incontro tra l’Arcivescovo e i cattolici impegnati in politica presso la sala Mesini in Via di Roma a Ravenna. Tema: ‘I cattolici di fronte alla crisi economica, finanziaria e politica per una nuova stagione di speranza’.
I contributi dei presenti, coordinati dallo stesso Arcivescovo insieme al diacono Luciano Di Buò, si sono indirizzati intorno alla seguente questione: quale ‘rotta’ seguire nel contesto della crisi attuale, che investe non solo il campo economico, ma anche e soprattutto quello dei valori morali.
Premesso che la Chiesa, che opera anche ad extra nella società per il bene comune, non può tirarsi indietro in tale contesto ed ha il compito di dar vita alla logica della ‘prudenza mirata a realizzare il ‘clima’ sereno per vivere una situazione pacifica, è emersa la necessità di individuare la rotta da seguire come dovere non più procrastinabile.
I segnali del disagio sono capiti e condivisi da tutti, come ha sottolineato Luciano Di Buò. Infatti oggi c’è un senso di insicurezza diffuso, la preoccupazione per il futuro. La tanto conclamata crisi economica è in realtà la manifestazione di una crisi più profonda, quella della civiltà, che persegue disinvoltamente l’assolutezza delle leggi mercato piuttosto che l’attenzione ai bisogni fondamentali dell’uomo. La filosofia della globalizzazione cozza contro i principi della solidarietà e della sana cooperazione.
I cattolici, che cosa devono fare? Dare vita a un ‘nuovo’ slancio di pensiero. Il ‘nuovo’ è l’anelito delle persone proiettate verso la realizzazione del bene comune: questo è il concetto di ‘nuova generazione’. E ‘novità’ è quella di sapere e volere rendere ragione di Dio e della sua Chiesa a coloro che si ‘indignano’ con la stessa Chiesa a motivo della sua missione; è quella di rendere luminosa l”opera’ della Chiesa di fronte agli Enti pubblici nel sostegno alle famiglie.
La ‘novità’ è da ricercare anche nella storia del cattolicesimo, dove sono sempre esistiti i filoni di coerenza morale, che hanno permesso di intuire i percorsi risolutivi dei problemi presenti e futuri, peraltro con grande giovamento alla fascia giovanile.
La ‘rotta’ da intraprendere: l’attenzione dei presenti si è soffermata su dettagli importanti. C’è chi ha auspicato la rilettura della Costituzione italiana relativamente ai ruoli del presidente della repubblica e del presidente del consiglio. C’è chi davanti allo spettro della deresponsabilizzazione, col dare la colpa della crisi agli altri, ha parlato di coraggio a fare un salto di qualità nel propugnare l’attaccamento ai valori della famiglia e lavoro, nell’incanalare messaggi propositivi circa l’aiuto alle imprese. Una ‘rotta’ sana da intraprendere è quella della conversione dello stile di vita, quella di riavvicinare il produttore e il consumatore. E’quella di reagire contro i privilegi e i soprusi, sposando la coerenza. Essa non va solo dichiarata, ma va anche realizzata. In nome della coerenza non sono più tollerabili, ad esempio, episodi di commistione tra gestione economica incontrollata e religione. Taluni hanno suggerito di dar vita a un movimento che sia finalizzato a perseguire l’unione dei cattolici, con connotazioni diverse da quelle della logica partitica, anche allo scopo di dare autentiche motivazioni ai giovani.
Quali sono i suggerimenti per il nostro territorio? Premesso che l’etica politica non è facilmente realizzabile oggi, gli sforzi, comunque, bisogna farli. Per Ravenna bisogna attivare meccanismi che non dissestino il meccanismo locale. Occorre intervenire a lavorare sulle strutture; è necessario, soprattutto, che i cattolici operanti qui sul posto siano veramente ‘riconoscibili’.
‘Sogno una nuova generazione’ di cattolici, ha concluso l’Arcivescovo. Il suo è stato un invito a una logica dello spirito di servizio per il bene comune: un invito alla coerenza con la riscoperta dell’antropologia personale nei suoi valori essenziali.