Il saluto di ringraziamento della comunità a Mons. Verucchi

 

Il saluto di ringraziamento della comunità a Mons. Verucchi
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 1/2013
 
Pubblichiamo il saluto di ringraziamento a Mons. Giuseppe Verucchi letto in Cattedrale, domenica 6 gennaio, da Luciano di Buò a nome di tutta la comunità diocesana di Ravenna-Cervia.
Carissimo Arcivescovo Giuseppe,
come Vice Presidente del Consiglio Pastorale Diocesano mi trovo qui ad esprimere gratitudine al Signore, che ha dato alla nostra Chiesa di Ravenna-Cervia un pastore saggio, fedele e generoso, e a ringraziarla per il suo ministero e per il suo magistero a servizio di questa nostra Chiesa locale, di cui Lei ha preso possesso più di dodici anni fa, il 3 giugno del 2000.
Il senso e lo spirito della sua missione in terra di Romagna è stato sintetizzato molto bene nel motto: ‘Ut unum sint’ (che tutti siano una cosa sola) riportato nello stemma episcopale da Lei scelto, che reca anche alcuni elementi simbolici, quali la croce gemmata e le pecorelle, tratto dai mosaici del catino absidale di S. Apollinare in Classe, per rimarcare la sua partecipazione alla lunga storia della Chiesa ravennate.
Fedele a questo motto, Lei si è speso generosamente per lavorare in comunione e per la comunione per una più fruttuosa azione pastorale. E’ stato un instancabile tessitore di relazioni con le persone e le istituzioni, nelle varie realtà ecclesiali e civili, per tirare tutti nella stessa direzione, in modo da far tornare a navigare quella ‘nave incagliata’, da Lei usata come metafora nel saluto alla città ed alle autorità, nella sua prima giornata alla guida di questa Chiesa locale.
Lei con la sua fede, la sua carica umana e comunicativa, il suo mettersi al livello di tutti per accogliere e valorizzare le qualità di ciascuno, è stato, nei toni e nei modi, un autentico pastore, un servo in mezzo a noi, e vicino a noi, nelle vicende lieti e tristi.
Lei Eccellenza, con le Lectio Divinae, le omelie, le Lettere Pastorali, gli incontri, i momenti di preghiera e di riconciliazione, i pellegrinaggi diocesani, i ritiri, ci ha insegnato ad amare di più la Parola di Dio, ad ampliare in noi lo spazio per la persona di Gesù, incoraggiandoci a ripartire da Lui contemplando il Suo volto con gli occhi della Madonna. Lei ci ha insegnato a vivere la bellezza dei Sacramenti e della Liturgia, soprattutto nella celebrazione Eucaristica.
Lei è stato attento e premuroso con il suo clero e con i seminaristi, speranza e futuro della nostra Chiesa locale, aiutandoli a vivere la loro identità sacerdotale, attraverso sollecitazioni continue per tenere desta la sensibilità spirituale.
Lei ha saputo creare feeling ed empatia con i giovani che, in una società sempre più relativista e materialista, hanno visto in Lei un sicuro punto di riferimento e di trasmissione dei valori evangelici, dei quali la persona umana, pur negandoli, ha una grande sete.
Lei ha mostrato attenzione ai poveri e agli ultimi, attuando concrete azioni caritative in questa lunga e profonda crisi economica, in cui un numero sempre maggiore di famiglie sta sperimentando evidenti difficoltà finanziarie, anche appellandosi alle istituzioni e alla società civile, in occasione della solennità di S. Apollinare dell’anno 2011.
Lei si posto in ascolto paziente, instancabile e senza formalità, delle persone e di chiunque avesse bisogno di Lei, accogliendo il loro carico di sofferenza e la loro bellezza di vita vissuta secondo il Vangelo.
Lei si è impegnato a promuovere il Vangelo del matrimonio e della Famiglia, anche favorendo la partecipazione alla scuola regionale per animatori di pastorale familiare e la formazione dei Gruppi Famiglie, consapevole della forza sorgiva di Grazia che c’è nel matrimonio, generativo della ‘piccola Chiesa domestica’, che rende gli sposi soggetto fecondo di evangelizzazione.
Lei si è fatto strumento della Grazia di Dio e dei suoi doni durante i cinque anni della Visita pastorale incontrando le persone, non solo nei locali parrocchiali ma anche nelle tante realtà del territorio. In questo bagno nell”umanità ravennate’, che è stata occasione di una più profonda conoscenza della realtà diocesana, Lei ha offerto incoraggiamento, parole di conforto, esortazioni, speranza ed ha annunciato Cristo in ogni circostanza.
Lei si è adoperato per favorire preziose occasioni di dialogo e di confronto tra credenti e non credenti, promuovendo la nascita dell’iniziativa culturale dei ‘Martedì di S. Apollinare’.
Lei si è preoccupato di fare incontrare i cristiani impegnati in politica della nostra Arcidiocesi per ragionare insieme sulla società, al di là dell’appartenenza partitica, portando nel cuore la realtà della gente, la luce della Parola di Dio e i criteri della Dottrina sociale della Chiesa per tornare ad una politica come ‘forma alta di carità’ cioè al servizio della persona umana e del bene comune.
Lei ci ha amato tutti e ciascuno, prendendoci per mano, sostenendoci e correggendoci, ove necessario, sempre con amore di Padre, senza risparmiare nulla delle sue energie e giornate, aiutandoci con premura e pazienza ad alzare lo sguardo dalle cose terrene al cielo.
Grazie per quanto ha fatto per tutta la nostra Chiesa diocesana.
Lei lascia a noi tutti un’importante eredità: di fare sempre la volontà di Dio, amare Cristo e la Chiesa oltre alla grande speranza che ‘In Cristo c’è futuro, vita e gioia!’, come ha affermato papa Benedetto XVI nel suo viaggio apostolico in Germania nel settembre 2011. 
La porteremo sempre nel cuore. Il suo ricordo sarà sempre vivo in noi e la reciproca preghiera ci unirà per sempre. Che il Signore la benedica e lo Spirito Santo sia sempre l’ospite dolce della sua anima.
Diacono Luciano Di Buò