Il Pellegrinaggio in Terra Santa

Il Pellegrinaggio in Terra Santa

Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 13/2012
 
Dall’8 al 15 marzo scorso 52 persone hanno partecipato al Pellegrinaggio Diocesano in Terra Santa, promosso dall’Ufficio Viaggi e Pellegrinaggi della Diocesi e guidato dall’Arcivescovo, Mons. Giuseppe Verucchi.
 
Andare in pellegrinaggio nelle località dove Gesù è nato, ha vissuto, ha predicato, dove ha sofferto, è morto e risuscitato, poter ripercorrere quelle strade e quei luoghi dove lui è passato è veramente un’esperienza unica che ci fa capire meglio le radici della nostra fede e che ci stimola a voler essere testimoni di Gesù nella nostra vita quotidiana. Per me è stato il primo pellegrinaggio in Terra Santa e ringrazio il Signore per avermi chiamato a vivere questi otto giorni in comunione con Lui e con tanti fratelli che prima non conoscevo, ma in Lui ci siamo subito sentiti tutti uniti e felici di essere insieme. Il nostro Arcivescovo ci ha aiutato molto, ci ha fatto vivere questi giorni in comunione con il Signore, ci ha dato preziosi suggerimenti per i momenti di ‘deserto’ vissuti singolarmente oltre ad averci sempre fornito dati storici ed archeologici su ogni luogo o santuario visitato. Desidero citare qui solo alcune delle riflessioni, delle esortazioni che lui ci ha dato sulle quali abbiamo potuto meditare.
Vivere bene la vita terrena vuol dire accogliere Gesù nel nostro cuore, vivere con Lui sempre, ossia in Grazia di Dio e così ogni nostra azione sarà umana e divina.
Cercando di vivere da risorti ogni giorno tutto diventerà più bello, più gioioso e non solo per noi, ma anche per chi ci vive accanto.
Il ‘pane quotidiano’ che chiediamo recitando il Padre nostro non è solo il pane per nutrire il corpo, il nostro cibo quotidiano devono essere la Parola di Dio e l’Eucaristia; dovremo tornare dal pellegrinaggio rafforzati in questo proposito.
Il fico di cui leggiamo in Mc 11,12 è l’albero messianico che deve dare sempre i frutti. Così noi siamo chiamati a dare opere buone in ogni giorno, in tutte le stagioni della nostra vita. Il fico senza frutti fu maledetto e si seccò; da esso viene un messaggio per la preghiera: per essere esaudita bisogna che essa sia perseverante, continua, sostenuta dal nostro desiderio di vivere la comunione con Dio. Prega il Signore e perdona i fratelli se vuoi che la tua preghiera sia ascoltata.
In Mt 14,22-30, Gesù che calma le acque e ferma il vento: è il Gesù che ci aiuta a vincere il male e quando, dopo di Lui, anche Pietro cammina sulle acque vuol dire che se ci fidiamo di Lui diventiamo capaci di camminare sopra il male del mondo.
Ho citato solo alcune delle tante esortazioni che il nostro Arcivescovo, instancabile, ci ha dato continuamente ogni giorno. Con l’aiuto del Signore mi auguro di non dimenticarle e di riuscire a vivere gli impegni presi nel silenzio dell’ultimo ‘deserto’.                                        
Stefania Gaddoni