Il Crocifisso ligneo in Cattedrale

Il Crocifisso ligneo in Cattedrale
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 15/2012
 
Le attenzioni degli storici e degli studiosi sulla sanguinosa Battaglia di Ravenna si sono concentrate soprattutto sul gravissimo ‘fatto d’armi’ e pochi hanno ricordato i prodigi e i ‘segni’ che fecero da corona all’evento. In quel lontanissimo 1512 l’immagine della Madonna del Sudore venerata in cattedrale sudò sangue e altri prodigi si raccontano del crocifisso ligneo oggi in cattedrale e un tempo conservato in una cappella della chiesa di San Domenico. L’insieme di questo Crocifisso, come scrisse don Sante Ghigi nel 1912 in occasione del quarto centenario del prodigio, ‘si mostra grave e maestoso e concilia rispetto e venerazione’.
Dopo la battaglia di Ravenna molti soldati guasconi e ferraresi misero a ferro e fuoco la città e mentre le fiamme stavano avvampando, in un vicoletto nei pressi di via Zanzanigola avvenne un prodigio. Appena le fiamme raggiunsero l’estremità inferiore di un Crocifisso venerato in quel luogo, i piedi della santa Immagine si ritrassero e ‘tosto ovunque si smorzarono le fiamme’ e nello stesso tempo ‘il venerando Simulacro sudò sangue’.
Il prodigio è raccontato anche dallo storico ravennate Girolamo Rossi il quale scrive che ‘si dà per certo [‘] che in quei giorni un’immagine lignea di Cristo Dio crocifisso, che si trova nella chiesa di S.Domenico in una cappella vicina all’altare maggiore, trasudò copiosamente sangue; di questo fatto sopravvivono ancora numerosissimi e sicurissimi testimoni’.
Il prodigioso Crocifisso, caratterizzato da una croce ‘di non spregevole struttura’ dalla inconsueta forma a ‘Y’, fu fatto immediatamente oggetto di venerazione da parte dei ravennati e il 12 aprile di ogni anno ‘da tempo immemorabile si solennizza una funzione particolare’ a memoria dell”inaudito miracolo’. In tutta la diocesi si celebrava la Messa e si recitava l’Ufficio delle Cinque Piaghe. Alla cerimonia, che fu celebrata fino alla metà dell’Ottocento, insieme al popolo di Ravenna interveniva anche il ‘Magistrato dei Signori’.
Cento anni dopo l’uscita dell’opuscolo di don Ghigi, la nostra Diocesi ha in programma una iniziativa per ricordare i cinquecento anni di questo evento prodigioso che appartiene alla devozione popolare e alla storia della città.
Franco Gàbici