I Santi dell’Arcidiocesi di Ravenna. Viaggio nella storia delle reliquie

I Santi dell’Arcidiocesi di Ravenna. Viaggio nella storia delle reliquie

Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 9/2012
 
Quanti sono i Santi e Beati venerati nella città di Ravenna?
La tradizione di raccogliere e conservare resti di grandi personaggi religiosi è molto antica, ed è conosciuta nella forma della devozione verso le reliquie. Quest’ultime sono intese come ‘resti’ di personaggi resi famosi per le loro azioni o vicissitudini che li hanno visti protagonisti in vita.
Nella tradizione cristiana, queste azioni, sono rappresentate dagli episodi sulla vita di Cristo, quelli più antichi, per passare alla vita dei Martiri fino a giungere ai Beati.
L’impulso di raccogliere resti mortali, nasce parallelamente al culto dei primi martiri, persone che nel loro vivere quotidiano hanno incarnato l’idea profonda del Cristo, non rinunciando alla loro testimonianza nemmeno davanti al sacrificio della propria vita. E’ solo in epoca Medioevale che acquisisce un’importanza maggiore, tanto da alimentare un vero e proprio commercio. Infatti ogni centro religioso cerca di avere delle reliquie in modo da diventare meta di pellegrinaggi, come lo era la tomba di San Pietro per la città di Roma. Con l’arrivo dei crociati nella Terrasanta, vennero portate in Europa nuove reliquie provenienti dai luoghi in cui era vissuto Gesù come frammenti del Monte Sinai, del sepolcro di Cristo e pezzi di ulivo dell’Orto degli Ulivi. Il patrimonio reliquiario che si conserva nella diocesi di Ravenna-Cervia è testimonianza di questa raccolta, ed il lavoro di catalogazione intrapreso è servito ad inquadrarne l’entità. Sono stati catalogati circa 2254 scatole e buste tra Santi, Martiri e Beati a cui occorre aggiungere diverse scatole di frammenti ossei di vari personaggi non definiti.
Oggi le reliquie catalogate sono conservate presso la curia Arcivescovile di Ravenna e si trovano in un grande mobile di metà Ottocento realizzato per la conservazione di questi resti e restaurato appositamente per l’occasione.
I frammenti sacri sono suddivisi in ordine alfabetico e per tipologia, infatti ritroviamo la divisione tra: Ss. Apostoli et Martyres Pontifices, Ss. Martyres non Pontifices, Ss. Confessores Pontifices, Ss. Confessores non Pontifices, Ss. Virgines et Martyres, Ss. Virgines non Martyres, Ss. Martyres non Virgines e Ss. nec Virgines nec Martyres .
Questo lavoro di schedatura e organizzazione risale alla metà dell’Ottocento, ma in realtà deriva da un’epoca più antica. Infatti, tutti i centri religiosi più importanti possedevano una ben rifornita ed organizzata raccolta di reliquie; dalle testimonianze scritte si può affermare che Ravenna fosse molto attiva nello scambio ed esistevano dei canonici preposti alla preparazione e alla raccolta di questi resti.  L’ultima campagna di catalogazione, dopo alcuni mesi di lavoro, si è conclusa a giugno duemilaundici e sono stati raccolti in una apposita scheda le date e le diciture che erano riportate nelle varie scatole ed è stata, inoltre, documentata la presenza di sigilli in cera, filigrane e delle incisioni che spesso decoravano i certificati o le lettere di accompagnamento dei resti sacri.
Quando parliamo di reliquie intendiamo una vasta gamma di ‘oggetti devozionali’ che possono essere di diversi tipi: veri e propri resti corporei; oggetti che hanno avuto una diretta connessione con il personaggio quali ad esempio indumenti, strumenti del martirio; oppure troviamo le cosiddette ‘reliquie per contatto’, ovvero oggetti che sono stati messi in contatto con altre reliquie. In aiuto alla catalogazione, per la distinzione tra le diverse tipologie di reliquie, si è tenuto in considerazione le differenti diciture che erano riportate sulle carpette in carta, come: Ex. Ossibus (da Ossa), Ex carne (da Carne), Ex praecordis (dallo stomaco o dall’intestino), Ex cineribus (dalle ceneri) diverse dalle reliquie per contatto in cui trovavamo citato: ‘Tela che ha toccato il corpo di” .
Le reliquie sono contenute all’interno di scatole in cartone di diverse dimensioni che riportano il nome in latino del personaggio venerato, la data di commemorazione da riferirsi al calendario liturgico e varie annotazioni. All’interno delle scatole vi erano diverse carpette (in numero diverso a seconda della quantità di reliquie presenti), chiuse con sigilli in cera lacca (il cui riconoscimento permette di risalire all’epoca e al Vescovo che ha posto il sigillo, nonché al luogo dai cui è stata prelevata la particella).
Vista l’importanza di possedere resti mortali di Santi e Martiri e per evitare forme di commercio di false reliquie, fin dalle epoche passate questi oggetti dovevano essere registrati ed essere accompagnate da autentiche, la cui competenza era esclusiva di Cardinali ed altri ordinari Ecclesiastici quali Vescovi ed Arcivescovi. Infatti, anche in questo caso sono presenti delle autentiche, ovvero dei certificati che garantivano l’autenticità della reliquia inviata. Esse riportavano per esteso le caratteristiche di ciò che contenevano, la data e lo stemma dell’autorità religiosa che le certificava (ad esempio): Fr. Joseph Bartholomæus Menochio, ‘, exhibitis pluribus Sacris Reliquiis, eas authenticis locis desumptas, ac documentis authenticis, sigilloque munitas recognovimus; ex quibus extraximus Sacras Reliquias ex Sepulchro S. Ioannis Ap. Ev., ex ossib. SS. Andreæ, ‘, collocavimus in theca arg. ovalis sig.æ duplici crystallo munita a posteriori vero funiculo serico rubri coloris colligata, sigilli Nostri impressione in cera Hyspanica rubra obsignata, dono dedimus cum facultate dictas Sacras Reliquias , ‘ . Datum Romæ hac die 25. Iunii 1814 GRATIS F. Joseph. Barthol. Ep. Porphyr. Dominics .
Le reliquie sono un grande patrimonio di devozione, anche per la storia che ognuna raccoglie dentro di sè, da quelle più conosciute a quelle meno note.
Diversi sono gli oggetti ritrovati, oltre ai frammenti delle spoglie dei primi martiri come Apollinare, si conservano frammenti di indumenti e della mitria di San Carlo Borromeo (1538-1584) di cui si è celebrato il 4° Centenario di Canonizzazione (1610), San Filippo Neri (1515-1595), lo zucchetto (o pileolo) del Vescovo Cattani (1887) e così fino a personaggi santificati di recente come San Luigi Guanella (1842-1915) e l’Arcivescovo Guido M. Conforti canonizzato da Papa Benedetto XVI il 23 Ottobre 2011 .
Oltre a resti di Santi, tra le reliquie un posto è riservato a frammenti di luoghi sacri della Palestina dove ritroviamo parti del sepolcro di Cristo, della casa di Davide, del Monte Calvario e Tabor e dell’orto del Getsemani.
Ma non è finita qui, essendo Ravenna un importante centro religioso e culturale, era in grado di rispondere alle richieste di frammenti di reliquie. Per far fronte a queste necessità son state ritrovate una serie di teche in metallo, vetri tagliati di ogni misura e forma, stelle, pizzi e fiori in carta, stoffe preziose di ogni tipo e colore che servivano proprio per realizzare i reliquiari, in cui venivano inseriti i frammenti delle reliquie richieste, un vera e propria officina che ancora oggi viene utilizzata.
Insomma questo lavoro ha permesso di rendersi conto che la strada della fede è costellata da molti testimoni. Sta a noi percorrerla sul loro esempio.
Ma il lavoro continua, siamo solo all’inizio, diversi spunti sono emersi con questa prima catalogazione che potranno essere portati avanti in lavori futuri.
Alessio Callegaro