Cultura e azione della Chiesa – 2

Cultura e azione della Chiesa – 2
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 26/2012
                            
Terremoto in Emilia. Solidarietà ecclesiale
Le chiese dell’Emilia-Romagna partecipano di un territorio ecclesiale che, in Italia e in Europa, conta come una unità storica che ha ragioni di stimolo alla solidarietà nella buona e nella cattiva sorte. Il disagio delle popolazioni. Le vite umane provate dalla morte, la caduta di edifici monumentali, ci spingono ad unirci nella preghiera ai santi patroni e protettori. S. Apollinare di Ravenna ha un posto particolare. In questi giorni delle celebrazioni del Millenario, S. Romualdo di Ravenna è stato esempio per queste terre nella tradizione della santità eremitica e cenobitica dei nostri monasteri e abbazie: Classe, Pomposa, Nonantola, Bobbio, Camaldoli. Una riflessione, dopo la considerazione generale del I contributo (RisVeglio Duemila n. 25 del 30 giugno 2012), dovrà essere dedicata ai comparti del patrimonio dei beni culturali della Chiesa di questo territorio che sono intrinsecamente collegati con Cattedrali, monasteri, collegiate, chiese parrocchiali a partire da quelle Pievi (assemblee plebane del popolo di Dio) nate dalla espansione del Cristianesimo nelle campagne largamente segnate dalla civilizzazione della centuriazione romana dell’età prima imperiale. Una realtà finalmente studiata degli eruditi di queste Città e Terre: Benedetto Bacchini e Ludovico Antonio Muratori per Modena che è centrale nel disastro del terremoto. I tre fratelli Mercati di Reggio Emilia (Giovanni, 1866-1957); Angelo (1870-1955); Silvio Giuseppe (1877-1963), operanti all’Ambrosiana di Milano, alla Vaticana di Roma e all’Archivio Segreto Vaticano sono eruditi di queste terre. Loro collega e compatriota, studioso esegeta e storico, è stato Leone Tondelli (1883-1953) consultore della Commissione Biblica tra Modernismo e post Modernismo. A Parma è da segnalare il frate minore Ireneo Affò (Bussato-Parma 1741-Parma 1797) autore delle Memorie degli scrittori letterati parmigiani pubblicate in 5 volumi, Parma 1789-97. Cinque volumi che, a partire dal titolo, sono da paragonare con i due volumi del nostro ravennate Pier Paolo Ginanni (1699-1776) dal titolo Memorie storico-critiche degli scrittori ravennati,tomo primo e secondo, in Faenza 1769, che si firmò, per il primo ‘dal monastero di S. Giuliano di Rimino’, che fu abate di S. Vitale di Ravenna dove concorse alla formazione di quella pregiatissima biblioteca e del museo. Lo stesso e negli stessi anni (e fervidi decenni) fecero i Camaldolesi con ‘la Classense’, cioè il grande monastero legato con le istituzioni romualdine di Camaldoli, Firenze, Venezia, ai quali pure dobbiamo Archivio, Biblioteca, Museo. Negli stessi tempi, a Roma, svolge una simile attività (ben collegata, s’intende con altri papati) il bolognese papa Benedetto XIV (1740-1758) Prospero Lambertini, per cui è da raccomandare la sua biografia e bibliografia nella pertinente voce dell’Enciclopedia dei Papi della Treccani, scritta dall’eminente studioso Mario Rosa (vol. III a. 2000, pp. 446-461). E’ il patrocinatore dell’Accademia Clementina e, anche, per questo, Autore privilegiato da Andrea Emiliani nel volume suo sulla legislazione ecclesiastica dei Beni Culturali. Il terremoto ci spinge a considerare questa terra nella sua storia dagli Etruschi ai Romani, ai Galli, al primitivo Cristianesimo. Dal Porto di Augusto, prima del 14 d.C. al seguito, Ravenna sarà realtà catalizzatrice. Paulus Fridolinus Kehr (1860-1944) ha intitolato il V° volume della sua Italia Pontificia con queste parole: Aemilia sive Provincia Ravennas: Emilia, ossia, Provincia Ravennate (Berlino, 1961; la firma dà Roma 1911), lo studioso tedesco andava ancora con Aemilia da Rimini a Milano. L’archivio, potremmo scrivere protostorico, e decisamente l’Arcivescovile Ravennate. Per i suoi volumi dei Papiri ravennati, l’editore contemporaneo (dopo dell’editor princeps l’erudito settecentesco Gaetano Marini di Santarcangelo di Romagna 1742-1815), Jan Olof Tjäder (1921-1998) pone nella dotazione storica di anni 445-700. L’anno 445 è l’anno del primo papiro della serie e, per gli studi, è l’anno primo dell’Archivio Arcivescovile. Con le prime datazioni della Collectio Avellana (raccolta di 244 documenti, raccolta con fondata supposizione redatta e conservata per secoli nell’Arcivescovile di Ravenna) si risale all’età di Onorio e Galla Placidia: a. 386 per la costruzione della Basilica romana di S. Paolo fuori le mura. La raccolta è da paragonare, con le Variae di Cassiodoro, di 468 documenti a partire dall’a. circa 508, sotto Teodorico (494-526). Ma l’eccellenza, la prelazione dell’Arcivescovile Ravennate, nulla toglie al valore degli archivi delle altre diocesi della regione. Essi, in parte (sopratutto le pergamene) sono entrati nelle biblioteche storiche con amplissime collezioni di codici manoscritti greci, latini, ebraici, arabi. Principali sono la Estense di Modena, la Malatestiana di Cesena, la Gambalunghiana di Rimini, la Ducale di Parma, la Classense di Ravenna, la Biblioteca  Ariostea di Ferrara. Da questi archivi e biblioteche gli studiosi anno attinto per le storie delle città: Storia di Ravenna (già nei lavori del secolo XVI di Girolamo Rossi e Vincenzo Carrari) ma, poi massimamente nei 5 voll. in sei tomi, curanti Giancarlo Susini, Antonio Carile, Augusto Vasina, Lucio Gambi, Luigi Lotti. Analecta Pomposiana, rivista fondata e curata dal ferrarese Antonio Samaritani, ci porta indietro ma attinge da queste raccolte di Fontes, come vi aveva attinto il suo concittadino settecentesco nativo (si badi bene sembra) di Cento, Giuseppe Antenore Scalabrini (1698-1777), per le Memorie storiche di Ferrara. A nord e a occidente di Ravenna per tutto il territorio del terremoto, tutto (o quasi) hanno scavato nell’archeologia archivistica due storici fraterni collaboratori: Augusto Vasina e Vito Fumagalli (il primo ultraottantenne ma grazie a Dio tuttora bene attivo, il secondo che ci ha lasciato da qualche anno): ambedue attaccati a Città, paesi, uomini e donne, monaci e monache di Emilia e Romagna, Romagna per Vasina che ha concorso in prima persona per le Storie di Cervia, Lugo, Bagnacavallo, Fusignano; Fumagalli per le storie di torrenti; fiumi, aree allagate, lagunari di Parma, tra Reggio e Piacenza. Ha fatto lavorare Monaci e Monasteri per prosciugare, incanalare, coltivare. I dati della televisione sono, adesso, che questa benedetta terra di Emilia-Romagna ha un esemplare quoziente di produttività eccellente in paragone, per tutta l’Europa: concorre a correggere Angela Merkel.  (continua)
Don Giovanni MontanariPresidente Archivio Arcivescovile