C’è un tempo per… l’impegno politico

C’è un tempo per… l’impegno politico
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 20/2012
                            
E adesso cosa intendiamo fare? E’ una domanda che noi cattolici dobbiamo farci.
Vogliamo continuare a dire che siamo uniti nei valori, rimanendo divisi in vari schieramenti, per poi non essere uniti da nessuna parte?
Sì (forse) tutti siamo d’accordo di essere contro l’aborto, l’eutanasia, le famiglie di fatto (quasi tutti); siamo a favore della libertà scolastica ed educativa (quasi tutti); siamo, ciascuno a modo proprio e secondo convenienza, per la dignità del lavoro, in particolare dei giovani e dei meno abbienti; anche per l’ambiente diciamo di voler stare uniti.
Ma basta unirsi sui valori, ammesso e non concesso che ci si riesca?
Sgomberiamo il campo da ogni possibile equivoco: essere cattolici non è una questione di appartenenza partitica.
Un conto è il credo di fede, ben altro è il ‘credo’ politico.
Cattolici da sempre ce ne sono stati a sinistra, a destra e nel centro.
Questa è un’affermazione tanto ovvia, che, tuttavia, necessita di essere riaffermata.
Ma qual è la realtà di oggi?
La realtà socio economica attuale ci pone di fronte a un momento in cui c’è il rigetto di tutto e di tutti.
Le recenti elezioni ci evidenziano una tendenza generale e sempre più accentuata per l’astensione e per la protesta.
Il punto è che la situazione ha assunto dimensioni allarmanti, se poi il tutto si inserisce in un contesto di generale crisi economica e di sfiducia nei confronti delle istituzioni della vita democratica, tra le quali i partiti.
E’ un passaggio storico epocale, non sappiamo se migliore o peggiore di tanti altri nella storia.
Certamente è un passaggio nel quale come cattolici siamo chiamati a dare risposte, cercando punti di incontro e strumenti di partecipazione condivisa.
L’illusione che stando divisi si funziona meglio, oltre che contraddire la storia dell’impegno politico dei cattolici in Italia, stride con le potenzialità che il grande patrimonio ideale del pensiero e della testimonianza del cattolicesimo politico può ancora oggi servire la realtà di oggi, tanto frantumata quanto smarrita.
Bisogna decidersi a compiere il passo, partendo dallo studio accurato, non solo della Dottrina Sociale della Chiesa, ma anche della storia del cattolicesimo politico, per trovare una casa comune.
Sullo studio e sull’impegno condiviso del nostro mondo cattolico, si può aprire una fase progettuale e di impegno, per il bene di tutti
Per noi cattolici non è un auspicio, ma come diceva Sturzo, ‘la speranza è un dovere’ ed oggi di questo si tratta.
Enrico Maria Saviotti