C’è un tempo per… la Santa Pasqua

C’è un tempo per… la Santa Pasqua

Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 13/2012
                            
C’è una differenza fondamentale tra la religione e la fede.
La religione s’interroga sulle domande, i desideri, le aspettative dell’uomo verso Dio.
La fede s’interroga, invece, sulle domande che Dio rivolge all’uomo, sulle aspettative e sui progetti che Dio ha sul mondo.
E’ una distinzione non da poco, soprattutto se la si legge all’interno della dinamica del Dio Cristiano.
Un Dio che si fa uomo tra gli uomini, scegliendo la condizione più umile. Vive per trent’anni in modo ordinario, feriale, per poi dedicare gli ultimi tre anni della vita ad insegnare. Dio che non è il nostro vicino di pianerottolo, come ci insegnava una volta un amico prete, si sottopone all’infamia del tradimento da parte di chi Gli è più vicino, soffre l’abbandono e il rinnegamento di tutti, vive l’umiliazione dello sputo, la lacerazione dello scherno da parte della folla, la sofferenza fisica della frusta fino a quella estrema della morte in croce, la più dolorosa e infamante.
Nel Getsemani dopo la paura e l’angoscia, dopo la domanda al Padre di allontanare il sacrificio, la grande affermazione di fede: ‘Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu'(Mc. 14,36).
Cosa c’è di logico in tutto questo? Cosa c’è di logico in un Dio che, in quanto tale, tutto può e si sottopone all’umiliazione totale fino al sacrificio della vita, in mezzo alla derisione e all’oltraggio? Cosa c’è di logico in questa sofferenza e in questo dolore, così pieno di odio e di disprezzo, vissuto con dignità e nel silenzio, quando sarebbe bastato un piccolo gesto per sovvertire tutto?
Ma d’altra parte cosa c’è di logico in una vita concepita nel grembo che viene spezzata nel grembo della madre ancor prima del nascere? Cosa c’è di logico in un padre che ancor giovane muore lasciando la moglie e quattro bimbi piccoli? Cosa c’è di logico in anziani abbandonati in strutture senza la dignità della pulizia e con il vuoto della solitudine? Cosa c’è di logico in paesi che hanno tutto e troppo e altri che non hanno neppure il minimo per sopravvivere? Cosa c’è di logico nel volere mettere in difficoltà la Chiesa di Cristo?
Ciascuno di noi sulla propria vita potrebbe rivolgere il medesimo interrogativo: ‘Cosa c’è di logico nella mia vita quando”?’
Sono le domande di tutti e di ciascuno, anche delle persone più apparentemente distratte.
Non sono le domande di preti e religiosi: sono le domande del cristiano, perché la logica della croce o mi sconvolge dentro in quanto cristiano o non sono cristiano.
Allora, sorge la domanda della fede: qual è, Dio, il Tuo progetto sull’uomo, su di me? Qual è la domanda che Tu Dio rivolgi a noi, quali le Tue aspettative, quali i Tuoi desideri sulla realtà, sulla mia e su quella del mondo?
La morte e resurrezione di Gesù Cristo interpellano in radice il nostro essere, la nostra fede.
‘Però, non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu’: mettersi in ascolto, abbandonandosi alla Sua volontà, per scoprire e fare la Sua volontà su di noi, questa è la grande sfida.
Cos’è la Pasqua nella vita di tutti noi se non affrontiamo questa sfida e sperimentiamo, esistenzialmente, davvero una rinascita, che talvolta ha anche solo il volto dell’accettazione di ciò che ci capita?
Il passaggio, ogni giorno, a una vita nuova, diversa, compiuta; la comprensione, nel silenzio, di ciò che ci capita, anche del dolore e della sofferenza, come rientrante in un progetto; l’accettare che ‘credere non è capire tutto’ (Teilhard de Chardin); il rialzarsi dopo che si è caduti, sapendo che la nostra vita sperimenta un ‘già’, ma anche ‘un non ancora’, che verrà.
Buona Santa Pasqua!
Enrico Maria Saviotti