Carabayllo: Una Chiesa giovane

 Carabayllo: Una Chiesa giovane

Dal “RisVeglio Duemila”  N. 21/2018   Pietro Baruzzi racconta il suo periodo di servizio a Carabayllo. “I peruviani vivono la fede in modo molto sentito e spontaneo” “Sono stati tre mesi intensi e sono soddisfatto, consiglio, a chi ne ha la possibilità, di fare altrettanto”. È, in sintesi, il bilancio che Pietro Baruzzi, scout di San Biagio, fa del periodo trascorso in aiuto a don Stefano Morini nella missione di Carabayllo a Lima, dove si è trattenuto dal 5 marzo al 31 maggio.   Che ambiente e che persone hai trovato a Carabayllo? “Mi sono sentito – dice Baruzzi – subito bene accolto dai parrocchiani, abitavo nella casa parrocchiale che è accanto alla chiesa. La parrocchia ha soltanto due anni di vita e ci sono ancora molti lavori da fare. Ad esempio il pavimento nella chiesa è ancora in cemento.   Di che cosa ti sei occupato in questi tre mesi? “Nei primi tempi andavo nelle scuole, per informare che a breve sarebbe partita la catechesi. Poi ho fatto attività di segreteria in parrocchia e questo mi ha aiutato a conoscere le persone. In seguito ho aiutato i catechisti a preparare i loro incontri, soprattutto organizzando la cartellonistica, scrivendo e stampando le letture per le Messe domenicali. O inoltre fatto servizio con i chierichetti, facendo giochi e catechesi. E ho visto un po’ del resto di Lima”.   Quali sono le condizioni di vita a Carabayllo? “Il quartiere non è fra i più poveri di Lima, ma il livello di povertà è comunque molto più alto rispetto all’Italia. Le persone benestanti, però, non ostentano la loro ricchezza, anzi, in alcune occasioni sono di aiuto a chi è povero. La parrocchia è piuttosto grande, ci sono palazzi con tante famiglie numerose. Per quanto riguarda la presenza in chiesa, direi che vengono mediamente fra le 600 e le 700 persone”.   Sono in corso o sono previsti altri lavori di sistemazione degli ambienti parrocchiali? “Ne sono già stati realizzati nei mesi scorsi, ora è tutto fermo, anche perché servono altri fondi e in questo noi, come chiesa ravennate, possiamo fornire il nostro aiuto economico. Oltre a finire il pavimento della chiesa, si prevede di ‘smembrare’ il grande salone sottostante, dividendolo in diverse stanze da utilizzare per il catechismo, che sino ad oggi i vari gruppi di catechesi fanno insieme, nel salone. Anche la sacrestia dovrebbe essere risistemata. Si spera di iniziare almeno una parte di questi lavori già a settembre”.   Don Morini può contare su un buon numero di collaboratori?  “Sì, Oggi sono 25 i catechisti, per 250 bambini. Don Stefano è ben voluto, lo cercano per le loro necessità, o anche solo per parlare. Don Morini può contare anche sull’aiuto di un sacerdote, che celebra la domenica, e di un ministro della comunione. Anche per la catechesi degli adulti c’è una buona partecipazione. Il prossimo turno di catechesi per adulti inizierà ad agosto e si concluderà quando arriverà a Caraballo il nostro arcivescovo per amministrare i sacramenti ai corsisti”.   Com’è la religiosità dei peruviani? “I parrocchiani la vivono in modo molto sentita, Qualsiasi attività loro (in particolare quelle commerciali) ha il nome di un santo o di una Madonna. Poi, però, molti non hanno ricevuto il Battesimo o gli altri sacramenti dell’iniziazione cristiana. C’è un problema di fondo: gli adulti si alzano presto per andare a lavorare, arrivano a casa a sera tardi, stanchissimi. Questo fatto è di ostacolo alla loro partecipazione alla vita parrocchiale”.   Fabrizio Casanova