Udienza privata del Santo Padre Papa Francesco alla delegazione della Arcidiocesi di Ravenna Cervia e del Comune di Ravenna – 10 ottobre 2020

10-10-2020

Santo Padre, caro Papa Francesco,
abbiamo chiesto una udienza speciale come Arcidiocesi di Ravenna-Cervia e come Comune di Ravenna per un motivo immediato e uno più ampio.
Chiediamo anzitutto la benedizione sulla Croce dorata, restaurata, che fu regalata dal Santo Papa Paolo VI il 19 settembre 1965 a Ravenna, perché fosse posta sulla tomba di Dante. In quella data si commemorava il 700° anniversario della nascita del Sommo Poeta e il Papa, che era un cultore appassionato dell’opera dell’Alighieri, volle segnare la ricorrenza anche con due doni alla città di Firenze e alla città di Ravenna. A noi regalò la Croce dorata che è stata poi conservata nella grande Biblioteca Classense di Ravenna. S. Paolo VI scrisse anche nello stesso anno la magnifica Lettera apostolica Altissimi cantus in omaggio alla Divina Commedia, che pubblicò, il giorno prima della conclusione del Concilio Vaticano II, e proprio in questa occasione donò un’edizione della Divina Commedia a tutti i padri conciliari.
Uno dei gesti più ricchi di significato delle nostre celebrazioni dantesche sarà perciò il porre di nuovo sulla tomba di Dante questa croce gloriosa – simbolo così frequente nei mosaici ravennati. Su questa croce luminosa, che rimanda alla risurrezione, chiediamo, Santo Padre, la sua benedizione.
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Il motivo più ampio della nostra presenza infatti, è il nostro desiderio di coinvolgerla, Santo Padre,
nella commemorazione del Sommo poeta che a Ravenna abbiamo progettato di valorizzare per il 700° anniversario della sua morte, per il quale stiamo lavorando insieme Comune e Provincia con Arcidiocesi e Centro dantesco dei Frati conventuali, e con tanti normali cittadini, tenendo conto delle limitazioni dovute al Covid 19. All’inaugurazione, il 5 settembre, abbiamo avuto l’onore della presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel giorno dell’annuale il Professor Carlo Ossola e nel giorno del Transitus il Card. José Tolentino de Mendoça.
Essendo noi “i custodi” della tomba di Dante, esiliato dalla sua città e accolto a Ravenna fino alla morte, Le chiediamo una attenzione speciale in questo anno dantesco non tanto per arricchire le nostre celebrazioni, – già questa udienza speciale è un bel regalo e un gesto di omaggio importantissimo a Dante, che non dimenticheremo – ma per rilanciare l’opera dantesca nella scuola, nell’università, nelle sedi dove si fa cultura e educazione, dove si studia la lingua e la letteratura italiana; nelle facoltà teologiche dove si formano i futuri sacerdoti; nei mass media e sui social; tra i giovani e gli adolescenti, terreno così bisognoso oggi di essere seminato con i valori umani, civili e religiosi presenti nella Divina Commedia, che rendono la vita degna e nobile.
Dante nella Commedia propone a tutti con il suo viaggio dentro l’anima umana una discesa agli inferi per mettere a nudo le debolezze, le fragilità e i peccati, e poi però immagina una risalita attraverso la misericordia di Dio, che illumina il cammino di ciascuno e stimola con forza ad aspirare alla libertà, alla verità, al bene, fino a quel sommo Bene, a quella Bellezza pura che è il Dio dell’amore: “l’amor che move il sole e l’altre stelle”.
Grazie, caro Papa Francesco di averci accolti, grazie della Sua Benedizione, grazie per quello che vorrà fare per valorizzare l’opera e la figura di Dante.