Terremoto in Nord Italia. Prosegue l’impegno della Caritas

Terremoto in Nord Italia. Prosegue l’impegno della Caritas
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 21/2012
      
Il sisma che ha nelle prime ore di domenica 20 maggio colpito il territorio dell’Emilia, del basso Veneto (Rovigo) e della bassa Lombardia (Mantova) ha costretto, come purtroppo accade in queste circostanze, a mobilitare istituzioni, popolazione e forze di protezione civile per gestire le conseguenze di un avvenimento che sembrava poco ravvisabile in questa parte di Italia.
È successo di notte e la scossa è stata avvertita chiaramente anche a Ravenna; le notizie successive parlano di propagazione delle scosse dalla Liguria al Friuli e di una faglia che si è aperta dall’entroterra modenese per proseguire verso il mare Adriatico.
Lasciando a figure più competenti l’analisi geologica e sismica, le Caritas emiliano romagnole, espressione della carità delle rispettive chiese locali, si sono incontrate lo scorso martedì 22 maggio a Finale Emilia per tracciare il punto della situazione ed attivare le prime azioni di prossimità per supportare quanto già avviato e gestito dalla protezione civile.
Per la immediata riunione di delegazione regionale Caritas, veniamo accolti nella locale caserma dei pompieri e immediatamente ci si rende conto che le figure coinvolte non sono solo i volti noti dei direttori e operatori caritas ma soprattutto i parroci e alcuni rappresentanti parrocchiali.
Il sisma non si è ancora assestato e anche mentre discutiamo sul da farsi avvertiamo una scossa che sottolinea ancora di più l’incertezza della situazione.
Il problema principale per l’ambito di intervento della Caritas rimane quello delle relazioni con la persona e con la comunità colpita ma il crollo dei capannoni industriali e agricoli pone un’altra situazione critica ed è quella del sostegno all’imprenditoria locale che rischia di rimanere paralizzata o comunque di subire un ulteriore contraccolpo a quello già inflitto dalla crisi economica.
Gli sfollati dalle proprie abitazioni, per motivi precauzionali o per motivi di cedimento strutturale, aumentano con il passare del tempo e sono già diverse migliaia; alcuni (ad oggi circa 40) sono ospitati anche in vari alberghi di Ravenna grazie all’interessamento di qualche albergatore che si è reso immediatamente disponibile.
I referenti di Caritas Italiana giunti a Finale Emilia (dopo la prima visita di domenica scorsa di Don Francesco Soddu ‘ direttore di Caritas Italiana), espongono le linee di intervento secondo le disposizioni di legge che gestiscono il piano delle emergenze e delle calamità chiedendo ai diretti interessati la situazione nelle varie parrocchie e diocesi. Si nota dai singoli interventi un’analisi molto oggettiva ed immediata dei danni e dei bisogni più emergenti e ciò, sottolineato anche dai referenti di Caritas Italiana, indica espressamente una situazione pastorale particolarmente favorevole che non sempre è stata riscontrata in altre situazioni di terremoto nel nostro paese.
La parrocchia di Finale Emilia ha una significativa realtà di Caritas parrocchiale e questo è dimostrato dalla lucidità con cui la referente parrocchiale analizza la realtà attuale e specifica le necessità più emergenti a partire dai più piccoli come i bambini; la capacità di organizzare grest ed altre attività di animazione permette a queste comunità di poter gestire in maniera solidale anche stress e reazioni da incertezza sopravvenuta come quelle conseguenti al terremoto.
Sono crollate tantissime chiese e questo è un aspetto che colpisce le varie comunità soprattutto in un momento di grande tensione che ancora non si è definito; Caritas non può ricostruirle per questioni amministrative legate alla gestione dei luoghi di culto, ma si fa carico delle persone della parrocchia allestendo e realizzando centri sociali polivalenti finalizzati all’accoglienza e alla condivisione.
Proprio su questo aspetto si sta focalizzando la prima attività della delegazione regionale Caritas e cioè quello di individuare una struttura agibile che in questo momento possa risultare centro logistico dove far confluire gli aiuti materiali e le persone che intendono adoperarsi per questo terremoto. Finché le scosse non cessano di scuotere gli edifici non è semplice individuarne uno tra quelli della parrocchia (al momento si parla dell’ex seminario che potrebbe diventare cuore delle attività caritas). Nel frattempo siamo invitati a non predisporre interventi e raccolte improvvisate: potrebbero essere più di intralcio che di aiuto.
Da venerdì 25 si è aperta la colletta di solidarietà che Caritas Italiana farà confluire per le esigenze di questo terremoto. Chiunque volesse contribuire può farlo tramite offerta agli uffici della Caritas diocesana oppure attraverso i canali di Caritas Italiana (www.caritasitaliana.it).
Concludo con una considerazione forse non del tutto opportuna ma sentita: come avviene quasi sistematicamente a seguito dei terremoti, la gente è costretta ad uscire di casa e, paradossalmente, ad incontrarsi. Girando per le vie del centro ho notato diverse persone che si abbracciavano senza gesti di disperazione: unicamente per salutarsi o manifestarsi solidarietà. Qualcuno ci ha avvicinato per segnalarci un cornicione pericolante o una crepa da cui tener le distanze mascherando, dietro all’indicazione o al consiglio, la voglia di non trattenere quello che è successo e quello che non si può più nascondere. I calcinacci e le crepe rappresentano l’immediatezza del terremoto, le persone rappresentano la sfida che da questa tragedia si può cogliere e vincere non solo per la necessità di ricostruzione strutturale ed edilizia, ma soprattutto per quella capacità di solidarietà che troppo spesso viene messa a tacere o perché non fa notizia quando non c’è disgrazia o perché non la si ritiene più necessaria.
Antonio Chiusolo ‘ operatore Caritas Ravenna-Cervia
 
Per contributi e offerte:
segreteria Caritas: tutti i giorni dalle ore 8.30 alle ore 12.30 – Ravenna Piazza Duomo 13
bonifico bancario intestato a:
ARCHIDIOCESI DI RAVENNA-CERVIA / UFFICIO CARITAS (causale ‘Terremoto Nord Italia 2012’). Banca Popolare di Ravenna Spa ‘ Sede / iban: IT48E0564013100000000018372