S. Messa allo stabilimento Eni-Versalis

S. Messa allo stabilimento Eni-Versalis
 
Dal ‘RisVeglio Duemila’  N. 24/2013
 
Mercoledì 26 giugno alle ore 16 a Ravenna, nella Cappella Santa Barbara, di fronte allo stabilimento un tempo chiamato Anic, sarà celebrata la Santa Messa in ricordo e suffragio dei Sacerdoti padre Cornelio Abbondanti, Padre Lazzaro Corazzi, Padre Fiorenzo Mulazzani (Cappuccini); Padre Rosario Chiomenti, Padre Jean Darù e Padre Sauro De Luca (Gesuiti).
Nella Cappella Santa Barbara dello stabilimento, voluta da Enrico Mattei e di recente sottoposta a un radicale restauro, l’Unitalsi Aziendale ha eretto un sacrario che raccoglie le fotografie dei dipendenti scomparsi, compresi i Sacerdoti che si sono avvicendati alla guida spirituale delle maestranze. E’ la stessa cappella nella quale i Cappellani ogni giorno e per tanti anni hanno celebrato l’Eucaristia. Ognuno di loro aveva un suo carisma particolare, ma, tutti assieme hanno scritto pagine evangeliche molto belle. Hanno accettato di vivere in una casa-baracca di legno vicina alla Cappella, attraverso privazioni e povertà, accogliendo quanto sentivano il bisogno della loro parola e incoraggiamento. Una vita fatta e offerta all’insegna di ciò che è stata la presenza di Gesù quando era su questa terra. I primi furono i Gesuiti con Padre Chiomenti, già avvocato a Bari, poi sacerdote coadiuvato da Padre De Luca e Padre Darù. Loro hanno iniziato con la scuola media parificata nella casa-baracca, che richiamò moltissimi giovani dipendenti con la sola quinta elementare e docenti, alcuni laureati, anch’essi dipendenti della fabbrica. Fu il modo con cui i Padri potevano dialogare e svolgere il loro apostolato in ambito lavorativo. Da questa loro presenza, per uno di quei giovani dipendenti, molto in vista nella fabbrica per le sue idee lontane da Dio, fu il radicale cambiamento di vita: divenne a sua volta sacerdote gesuita e ora è a Bologna, dopo una vita dedicata ai ragazzi di strada.
Ai Gesuiti successero tre Padri Cappuccini. Formavano una piccola famiglia francescana e, come i Gesuiti, inquilini nella casa-baracca di legno in povertà e umiltà, sule orme di Francesco. Alla loro partenza nel 1966 arrivò Padre Fiorenzo, anche lui Cappuccino. Rimase nella baracca per 26 anni, privo di tutto, ma ricco di un’interiorità e fede a prova di bomba. Tra quelle pareti di legno passarono anime in cera di dio, di refrigerio, di speranze, spesso approdate al ritorno, alla conversione, alla gioia di vivere e amare. Padre Fiorenzo è stato impareggiabile guida e sostegno del Gruppo Aziendale Unitalsi, di chi ha voluto fare un ritratto circostanziato e preciso nel libro da lui scritto e intitolato ‘L’assistenza socio religiosa nel grande stabilimento Anic di Ravenna’. Il libro, con prefazione di Don Fuschini, fu presentato nell’aula magna del Seminario. Padre Fiorenzo è morto a Bologna, nella Casa Provinciale dei Padri Cappuccini. Dalla presenza di questi sacerdoti cappellani del lavoro maturarono in fabbrica alcune vocazioni, sfociate una nelle Missioni dei Padri Saveriani e l’altra nei Comboniani.
Alcuni dipendenti hanno dedicato parte della vita a iniziative diverse, sempre incoraggiati dai Cappellani: Achille Baravelli fondò il Movimento per la Vita, Anteo Malvasio la Caritas Diocesana.
Ora rimane la memoria di una vita, la loro, sulle orme del Maestro Gesù ed è una memoria carica di amore e gratitudine che non si cancella.
 
Costanzo Basaglia