Ricordo di Roberto Gualandi
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 11/2011
Pubblichiamo una testimonianza relativa alla scomparsa di Roberto Gualandi, avvenuta pochi giorni fa.
Ci incontravamo quasi tutte le mattine.
Io mi concedevo un caffè dopo aver accompagnato i bimbi a scuola e tu andavi a comprare il giornale e il pane. Piccoli gesti quotidiani che ci portavano all’incontro, rigorosamente a piedi, chiosato da un saluto affettuoso e sempre da un sorriso.
Il tuo sorriso Roberto lo portiamo nel cuore. Era il tuo modo di accogliere e di guardare alla vita.
Sapevi dipingere i colori dell’esistenza con le tinte necessarie e le tonalità opportune.
Andavi incontro ai problemi degli altri, facendoli tuoi e cercando di risolverli con puntualità e concretezza.
Lo facevi con la vicinanza, con la solidarietà, con l’attività politica.
Avevi idee chiare, radicate e precise: tuttavia, ti confrontavi con tutti, con rispetto e attento alla sensibilità altrui.
Gabriella, Annalisa, Katia, i tuoi nipoti, erano l’orizzonte primario.
Qualcuno ti aveva chiamato a trasformare la tua vita e la tua famiglia in un dono, con scelte di testimonianza e fatti eloquenti, che trasformavano la domanda di sacrificio personale in segni di speranza.
La vita ti aveva chiamato a ruoli di alta responsabilità sia sul piano lavorativo che sul piano politico e sociale.
Non ti sottraevi agli impegni.
Anche di recente mi era capitato di chiederti di condividere con me la responsabilità nel consiglio direttivo del club Lions e tu, con una naturalezza che era un misto di umiltà e di voglia di dare un aiuto, mi avevi detto sì.
Le tue responsabilità non ti hanno mai fatto perdere il contatto con la gente, in particolare con quel mondo della comunità parrocchiale e diocesana, ove partecipavi assiduamente, con semplicità.
Ritiri, campiscuola, veglie, liturgie, incontri di formazione, vita associativa ti vedevano presente in compagnia della tua amatissima Gabriella.
Sempre attento ai bisogni degli altri, nel contempo, avevi la rara capacità di condividere le gioie altrui in pienezza.
Possedevi una rara dote nell’adulto: sapevi stare con i giovani con i quali trasformavi subito il rapporto in complicità.
Ti rivedo sui sentieri in montagna a guidare il gruppo fino al rifugio più alto, alle serate in allegria con tanto di partita a carte, alle feste ove trasmettevi pienamente una partecipazione all’altrui felicità.
Era una Luce che proveniva da dentro.
In te la luce di Dio, tramite lo Spirito Santo, irradiava l’esistenza di chi incontravi e ci faceva sentire meglio e più sicuri in questo cammino.
Poi, improvvisamente’ per sempre, ciao Roberto, ciao amico mio!
Enrico Maria Saviotti
Video di Ravenna WebTv