Ricordo di don Franco Palomba

Ricordo di don Franco Palomba

Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 43/2011
 
Ho conosciuto Don Franco tre anni fa quando, appena entrato in seminario sono stato mandato in servizio pastorale nella parrocchia di Savio. La prima impressione che ho avuto di lui è stata quella di un prete che credeva profondamente nel Signore e al suo ministero. I suoi occhi limpidi e vivaci testimoniavano sete di giustizia e purezza di cuore. E poi lo contraddistingueva soprattutto un grande zelo pastorale verso i malati e un’ansia missionaria che esprimeva nelle interminabili preghiere per le missioni. Il suo amore al seminario poi era grande: lo manifestava in molti modi e, anche personalmente, sono stato oggetto di premurose attenzioni.
Non fu facile per me all’inizio rapportarmi con lui a causa del suo modo di parlare e delle sue ‘fisse’, ma la sua bontà d’animo era tanto grande che mi fece presto superare tutte le difficoltà di relazione. Instaurammo così un rapporto di affetto e fiducia che andava oltre la relazione educativa seminarista-parroco di servizio. Mi legai molto anche alla comunità parrocchiale, tanto che mi sentivo come in famiglia. Diversi giovani mi chiedevano come facessi a stare così bene con Don Franco che era anziano e spesso si faceva sopportare a fatica, ed io rispondevo loro che per me era diventato quasi come un nonno a cui mi ero affezionato. Quando scoprì che così parlavo ai ragazzi di lui ebbe qualche reazione orgogliosa, ma presto capì la mia metafora come espressione della confidenza che si era creata tra noi. La notizia della sua morte mi è giunta inaspettata, perché ero abituato a vederlo come uno che non molla mai e quasi mi pareva strano che la morte potesse averlo sconfitto. Nel ricordare mentalmente la sua immagine non riuscivo a pensarlo disgiunto dal suo ministero e questa cosa mi fece commuovere profondamente: Don Franco era tutto il bene che faceva agli ammalati e agli ultimi, era tutto lo zelo pastorale che mostrava, era pienamente identificato con il suo ministero; allora ricordai le parole di Gesù ‘chi perde la sua vita per me la ritroverà’ e capii in quel momento che la morte non aveva fermato Don Franco, ma gli aveva aperto il regno dei cieli. AdDio Don Franco!
Roberto Savorelli – Seminarista
 
 
 
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