L’incontro SFT: Banche, imprese e tutela del risparmio: origini delle difficoltà del mercato

L’incontro SFT: ‘Banche, imprese e tutela del risparmio: origini delle difficoltà del mercato’

Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 7/2012
 
Mercoledì 15 febbraio, nel Seminario Arcivescovile di Ravenna, il Prof. Raul Caruso, Ricercatore presso l’Istituto di Politiche Economiche dell’Università del S. Cuore di Milano, ha intrattenuto sul tema ‘Banche, imprese e tutela del risparmio: origini delle difficoltà del mercato’; l’iniziativa era promossa dall’Ufficio Diocesano Pastorale del Lavoro, in collaborazione con la Scuola di Formazione Teologica.
Quando si parla di etica nell’economia, è la tesi sviluppata dal Relatore, bisogna sempre fare i conti con la filosofia della ‘new economy’, ispiratrice dell’economia attuale, la quale pone fiducia esclusivamente nelle garanzie offerte dal ‘pubblico’, dallo Stato.
All’economia attuale non interessa che i privati non riescano a onorare i debiti, che si sono contratti.
Il ‘panico’ debitorio, derivante dalla crisi attuale, è un ‘panico privato’, che non attiene al principio di solidarietà tanto conclamato dallo Stato. Se si osserva il fenomeno del ‘privato dilapidato’, si nota che il privato si vede chiudere la porta dal ‘Pubblico’ che ha generato la sua ‘dilapidazione”
Al di là degli aforismi, quali sono i rapporti tra i privati e le banche? Sordità.
La naturale e tradizionale circolarità tra intermediari e privati è interrotta. Le banche gestiscono prevalentemente i debiti in sofferenza; le famiglie non risparmiano, ma spendono il denaro per vivere quanto meno al di sopra della soglia di sopravvivenza.
L’ economia attuale è distratta nei due concetti, ‘morale’ e ‘rischio’, da interpretare e utilizzare a proprio vantaggio. E qui Caruso accenna all’eresia in voga dell”azzardo morale’. In che consiste? Lo Stato e le banche gestiscono direttamente la prevalenza del ‘rischio’. Il ‘rischio’ non è il rischio d’impresa, creatore di valori, ma la ‘variabile’ da cui bisogna tutelarsi e che bisogna annientare. Come si fa ad annientare questo tipo di ‘rischio’? Con il frazionamento, ps. delle macrosocietà in società più piccole, fino al suo annullamento. Le parti frazionate sono acquisibili, vendendole nel mercato a prezzi elevati.
La teoria dell”azzardo morale’ si basa sulla cosiddetta teoria dell”asimmetria informativa’.
Cos’è? Si può riassumere così: se io, che sono parte con te di un processo economico, posseggo maggiori informazioni di te, non condivise da te, acquisto più potere informativo, più potere economico, dal momento che posso investire meglio di te il denaro per il mio interesse.
L’azzardo morale inquina un sano rapporto contrattuale, in quanto, mentre una parte di individui s’industria a perseguire i propri interessi, la controparte non è in grado di controllare la liceità dello stesso evento contrattuale non da essa promosso.
Contro la morale dell’esclusivo interesse particolare, c’è un solo antidoto: il recupero del concetto di ‘valore’. Bisogna dare certezze all’imprenditore, che chiede il prestito alla banca. Occorre mettere l’imprenditore nella condizione di chiedere il prestito non per la sua sopravvivenza, ma per far crescere l’economia della sua impresa, per generare ‘ valore’.
Per capire cos’ è il valore, conclude Caruso, bisogna tornare all’antico. Occorre uno sforzo per rileggere le testimonianze e le riflessioni dei nostri padri, ps. i benedettini, le scuole di pensiero come quella di S. Tommaso. Il valore è crescita sinergica del prodotto e della risorsa umana.
Va combattuta l’aporia delle banche che ritengono il capitale umano prevalentemente incompetente.
In un sistema economico giusto, è necessario che il processo di intermediazione si riscatti, credendo al ‘valore’. Quando non c’è il credito, si apre la strada alla criminalità, che risolve i conflitti non con la norma, ma con la violenza. Non è pura teoria l’affermare che oggi ci sono imprese costruite sia in termini di criminalità sia in termini di valore, che convivono tranquillamente. Bisogna individuare le imprese costruite in termini di valore e incentivarle.
L’urgenza attuale è quella di trovare soluzioni minime condivise in toto dalle parti in causa, relativamente alla ‘valutazione valoriale del rischio’, da spartire e gestire alla pari.
Tre sono gli scenari su cui si gioca il futuro: la preservazione dei luoghi di rappresentanza -l’incentivazione dei luoghi di relazionalità – la riconversione del mercato come luogo creativo di ‘valore’ al presente e soprattutto al futuro.
Mirro Amoni – Collaboratore Pastorale Sociale del Lavoro