La Quaresima e la missione diocesana in Perù. Le indicazioni dell’Arcivescovo

La Quaresima e la missione diocesana in Perù
 
Le indicazioni dell’Arcivescovo per questo tempo liturgico
 
 
 
Dal “RisVeglio Duemila”  N. 7/2015
 
 
 
“Se vogliamo crescere nella vita spirituale, non possiamo rinunciare ad essere missionari”
(Papa Francesco)
 
In questi giorni arriverà ai parroci una lettera sull’iniziativa diocesana di apertura della missione in Perù. Ci sono novità. Abbiamo ricevuto da poco la lettera del vescovo di Carabayllo, mons. Lino Panizza, che ci ha confermato il desiderio di accoglierci nella sua diocesi, in un luogo che si chiama Santo Domingo (sempre a Lima nord). Avremo un incontro con la Consulta missionaria per muovere tutti i nostri gruppi missionari verso una collaborazione diocesana che dovrà crescere fino a divenire preferenziale, senza staccare legami o impegni già presi. In questi mesi ci sarà, a disposizione delle parrocchie e delle associazioni, un’animazione proposta dal Centro Missionario Diocesano.
 
Vorremmo che la Quaresima di quest’anno fosse un tempo di preghiera soprattutto con questa intenzione: la nostra Chiesa di Ravenna Cervia si dia un volto missionario, in obbedienza al mandato di Gesù, che chiama a divenire “discepoli missionari” e in obbedienza al Concilio Vaticano II, che con Ad Gentes, ha chiesto a tutte le Chiese locali di divenire sorelle e mettere in comunione persone, doni, beni, esperienze, testimonianze. Non possiamo essere Chiesa di Cristo se non siamo missionari, nei confronti dei vicini come dei lontani.
Aprire uno scambio tra Chiese con una diocesi dell’America latina, non è fare una missione in più, fra le tante, ma è un impegno che ci unisce, crea comunione, corresponsabilità nella diffusione del Vangelo. La comunione ha bisogno della missione, perché ridonando agli altri con gratuità quello che si è ricevuto da Dio, ci fa crescere nella fede, nel coraggio, ci fa chiesa “estroversa”, che sa diffondere il Vangelo della carità e della gioia!
 
Credo di interpretare bene il pensiero di Papa Francesco dicendo che la missione della Chiesa non può essere fatta da individui separati, da protagonisti, o dai loro programmi pastorali, ma deve essere missione di un popolo e in un popolo. Vorremmo quindi che fosse una scelta che coinvolge tutti i battezzati e tutte le nostre parrocchie, a cominciare dai parroci, “dando un’attenzione privilegiata, un po’ più di cuore, di preghiera e di disponibilità anche personali, per questa nostra missione” (Veglia di Pentecoste 2014). Speriamo già da questa estate, con l’andata di don Stefano Morini e di alcuni laici, di iniziare a preparare gli ambienti e i mezzi per arrivare presto a un rapporto stabile di fraternità con la Chiesa di Carabayllo,col suo vescovo e il suo presbiterio, i suoi laici e le sue famiglie, i suoi consacrati e i suoi movimenti.
 
Perché una missione diocesana?
“La Chiesa particolare non può chiudersi in se stessa, ma, come parte viva della Chiesa universale, deve aprirsi alle necessità delle altre Chiese. Pertanto la sua partecipazione alla missione evangelizzatrice universale non è lasciata al suo arbitrio, anche se generoso, ma deve considerarsi come una fondamentale legge di vita; diminuirebbe, infatti, il suo slancio vitale, se essa, concentrandosi unicamente sui propri problemi, si chiudesse alle necessità delle altre Chiese. Riprende invece nuovo vigore, tutte le volte che si allargano i suoi orizzonti verso gli altri. Il concilio afferma che la sana riforma della Chiesa particolare, dipende dal grado di carità ecclesiale con cui essa si sforza di portare il dono della fede alle altre chiese: “La grazia del rinnovamento non può crescere nelle comunità, se ciascuna di esse non allarga gli spazi della carità sino ai confini della terra, dimostrando per quelli che sono lontani la stessa sollecitudine che ha per coloro che sono suoi membri” (AG. 37). (Istruzione Postquam Apostoli, 14)
 
Il progetto della nostra missione diocesana: Santo Domingo
Attualmente a Santo Domingo c’è solamente una piccola chiesa in legno dove vengono dei sacerdoti da altre parrocchie a celebrare la Santa Messa la domenica. Il progetto consiste nel costituire un po’ alla volta, in questa zona periferica, una nuova parrocchia: la chiesa e le opere parrocchiali. In modo particolare desideriamo costruire una scuola perché crediamo che il modo migliore per combattere la povertà passi attraverso l’istruzione che promuove le persone, ne sviluppa le capacità e l’autonomia. Incominciando dai più piccoli, quindi da una scuola materna, in vista di un centro educativo che vorremmo intitolare a San Guido Maria Conforti, nostro arcivescovo e protettore della nuova missione.
 
Le proposte per questa Quaresima e oltre
Con il Centro Missionario Diocesano, propongo ai parroci, ai religiosi, alle associazioni, ai laici, tre attività distinte e complementari di preghiera (la più importante!), animazione e aiuto.
 
La preghiera: “In qualunque forma di evangelizzazione il primato è sempre di Dio, che ha voluto chiamarci e stimolarci con la forza del suo Spirito”. (E.G. 12)
S. Messa Missionaria: l’ultimo giovedì di ogni mese nella chiesa di S. Giustina alle 19.00.
Preghiera per la Missione diocesana: il secondo giovedì di ogni mese, presso il Monastero delle Monache Carmelitane, alle 17.00.
Altri momenti di preghiera dovranno essere proposti nelle singole parrocchie e/o vicariati, organizzati dai parroci con i loro consigli pastorali o con la collaborazione del CMD.
 
L’animazione: “L’azione missionaria è il paradigma di ogni opera della Chiesa” (E.G. 15)
Il CMD sta proponendo alcuni incontri di testimonianza con i giovani che sono stati in Perù, rivolti a gruppi giovanili, nei mesi di gennaio e febbraio, e altre attività:
Innanzitutto il CMD propone l’animazione delle Sante Messe domenicali con la disponibilità di don Stefano Morini e la testimonianza dei giovani. Il CMD desidera anche incontrare l’AC, gli SCOUT, CL, i vari gruppi parrocchiali, i gruppi famiglia, ecc. per presentare il progetto della missione diocesana.
 
Poi si propongono: una giornata di Solidarietà per la Missione diocesana: sabato 7 marzo; la veglia per i Martiri missionari: venerdì 20 marzo, in San Biagio (città) (non il 24); e una Cena “peruviana”: sabato 11 aprile.
 
L’aiuto economico: “Come la Chiesa è missionaria per natura, così sgorga inevitabilmente da tale natura la carità effettiva” (E.G. 179)
Si stabilisce in tutte le parrocchie la Giornata per la missione della Diocesi di Ravenna-Cervia, nella V domenica di Quaresima (22 Marzo) alla quale saranno devolute le offerte della domenica.
 
Sono sicuro che le nostre comunità cristiane risponderanno con entusiasmo e generosità a questo nuovo cammino “in uscita” della Chiesa di Ravenna-Cervia.
 
 
+ Lorenzo, Arcivescovo