Intervista a Sergio Maggiori

Intervista a Sergio Maggiori
 
Dal ‘RisVeglio Duemila’  N. 47/2013
 
 
La comunità dei fedeli laici che ha scelto di servire la Chiesa di Ravenna-Cervia in modo particolare, avvicinandosi ai Ministeri istituiti, si prepara a una giornata di festa: lunedì 6 gennaio alla ore 16 nella Cattedrale di Ravenna, l’Arcivescovo presiederà una Santa Messa nel corso della quale Sergio Maggiori sarà ordinato Diacono permanente; invece Andrea Fiammenghi farà la candidatura al Diaconato; Gianni Frata (Parr. S. Maria delle Croci), Vittorio Colombarini (Parr. Ripapersico) e Renzo Micchi (Parr. San Vittore) diventeranno Accoliti e Antonio Sellitto (Parr. San Vittore) diventerà Lettore. Vi sono altre persone, nella nostra realtà diocesana, che stanno facendo questo cammino; l’intero gruppo è seguito nel cammino di formazione padre Paolo Carlin, Don Christian Cerasa e Don Giansandro Ravagna. Per capire meglio il senso della loro scelta abbiamo intervistato Sergio Maggiori.
 
‘A volte mi sembra di non essere all’altezza del compito che mi è affidato, poi penso: se è la volontà del Signore, Egli mi guiderà’. Lo ripete, Antonio, con la voce che tradisce l’emozione, mentre parla al telefono. Diventerà Diacono permanente, chiamato cioè a servire il Popolo di Dio nel ministero dell’altare, della Parola e della carità, potendo anche amministrare alcuni Sacramenti.
 
 
Puoi fornire ai nostri Lettori un tuo breve quadro biografico?
 
‘Sono nato il 25 marzo del 1947 nel ferrarese e abito a Consandolo, dove ho frequentato la Parrocchia. Sono perito chimico e per anni ho lavorato (e abitato) a Milano, presso il Centro Ricerche industrie Farmaceutiche. Nel 1973, a Consandolo, mi sono sposato con Laura. Negli anni ’80 siamo tornati in paese e abbiamo iniziato a lavorare entrambi per le Poste. Sono andato in pensione nel 2005’.
 
 
Cosa ti ha condotto a intraprendere il cammino del Diaconato permanente?
 
‘E’ stato il normale approdo di un percorso. Per vari motivi nel periodo giovanile e negli anni a Milano non ho frequentato molto la chiesa e gli ambienti parrocchiali. Quando però sono tornato a Consandolo ho iniziato, insieme a Laura, un riavvicinamento progressivo. Io e mia moglie abbiamo fatto un cammino parallelo, che ci ha spinti a impegnarci in servizi in parrocchia, come fare il catechista ‘ per me ‘ o i lavori di pulizia dei paramenti sacri e della chiesa per Laura. Alle soglie della pensione poi, quel desiderio di servire la Chiesa che avevo già maturato ha avuto l’ultimo decisivo impulso e nell’autunno del 2004 ho cominciato il cammino nella Scuola di Formazione Teologica della nostra Diocesi’.
 
 
Come si è sviluppato il tuo percorso formativo e quali gioie e fatiche hai vissuto in questi anni?
 
‘Mi sono avvicinato alla Sacra Bibbia, ho imparato ‘ aiutato da persone che erano più avanti di me nel cammino e che ora sono già Diaconi permanenti ‘ a conoscerla bene, e, pur se con timore, a saperla commentare, spiegare agli altri. Avevo tanto desiderio di conoscere la Parola di Dio anche se, per la mia formazione e il mio carattere, non è stato facile. Ho fatto tutti gli studi necessari, terminandoli nel 2010; poi ho avviato il percorso conclusivo, con il conferimento del Lettorato, dell’Accolitato e ora, il 6 gennaio, ci sarà l’approdo finale’.
 
 
Sarai chiamato a servire la Chiesa attraverso, principalmente, la predicazione della Parola di Dio e l’attenzione ai bisogni concreti delle persone. Che cosa significherà per te svolgere questo compito?
 
‘Sarà concretizzare e manifestare quanto vuole Dio da me e quanto già mi ha fatto compiere.
Io e Laura mettiamo in pratica già ora questo nostro modo di servire la Chiesa.
Oltre al catechismo, io faccio già servizio all’altare durante le celebrazioni e distribuisco la Santa Comunione ai fedeli: la prima volta che l’ho fatto ho provato una sensazione che non si può descrivere. Con mia moglie poi, portiamo avanti la Caritas parrocchiale, distribuendo ai poveri quello che il Banco Alimentare e le persone generose ci donano. A volte ho paura di non farcela, ma so che devo mettermi in gioco e affidarmi alla Grazia del Signore che guida i miei passi’.
 
 
Intervista di Fabrizio Casanova