Incontro dell’Arcivescovo con i membri della Consulta delle Aggregazioni Laicali

Incontro dell’Arcivescovo con i membri della Consulta delle Aggregazioni Laicali

Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 9/2012
 
‘La Chiesa si preoccupa vivamente che i fedeli non assistano come estranei o muti spettatori a questo mistero di fede (la Santa Eucaristia) ma che, comprendendolo bene nei suoi riti e nelle sue preghiere, partecipino all’azione sacra consapevolmente, piamente e attivamente; siano formati dalla parola di Dio; si nutrano alla mensa del corpo del Signore; rendano grazie a Dio; offrendo la vittima senza macchia, non soltanto per le mani del sacerdote, ma insieme con lui, imparino ad offrire se stessi, e di giorno in giorno, per la mediazione di Cristo, siano perfezionati nell’unità con Dio e tra di loro, di modo che Dio sia finalmente tutto in tutti’. (Sc II, 48).
Questo leggiamo nella Costituzione conciliare ‘Sacrosanctum Concilium’, redatta quasi 50 anni fa ma sempre attuale e non ancora pienamente attuata, o non in corretta conformità con le direttive che vi si leggono.
L’Arcivescovo Mons. Giuseppe Verucchi, incontrando i membri della Consulta delle Aggregazioni Laicali, riuniti a Ravenna nella Parrocchia di San Lorenzo in Cesarea domenica 26 febbraio, per il ritiro spirituale di Quaresima, ha affrontato questo delicato e complesso argomento, presentando l’opuscolo ‘Celebrare bene, celebrare in comunione’ rivolto in particolare ai Sacerdoti e agli Operatori Pastorali, ma anche a tutti i fedeli.
Non ci sono abusi eclatanti da rilevare nelle celebrazioni liturgiche nella nostra Diocesi ma c’è un diffuso individualismo che porta a vivere la vita liturgica più come espressione di fede personale o associativa che comunitaria e parrocchiale. Siamo invece chiamati tutti a testimoniare l’oggettività dei valori della nostra fede e della sequela di Cristo, in profonda comunione con tutta la Chiesa locale e universale. In un mondo gelido e buio, dobbiamo essere luce e calore, coraggio e gioia ma questo si può testimoniare solo attraverso una profonda unità, manifestata anche dal modo in cui viviamo le azioni liturgiche nelle nostre comunità, con fedeltà, coerenza, rigore, partecipazione attenta e attiva. Senza interpretazioni fantasiose e personali della liturgia che deve invece essere decorosa e semplice. La Santa Messa in parrocchia sia il momento più importante della nostra vita di fede e i Sacramenti, segni dell’amore misericordioso che Dio riversa instancabile su ciascuno di noi, scandiscano il nostro cammino con assiduità e piena consapevolezza del dono immenso che recano con sé. Ricordiamoci sempre, ha detto concludendo l’Arcivescovo, che nell’azione liturgica la nostra realtà umana deve essere sobria e umile, per esaltare e magnificare il dono di Dio presente tra noi, Gesù che accoglie, parla, ama, offre la vita e la salvezza. Siamo strumenti, non protagonisti, dell’Amore più grande.
Marianella Marni