Il volto dell’Azione Cattolica Italiana

Il volto dell’Azione Cattolica Italiana

Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 29/2011
 
In una società sempre più ‘fluida’, termine che per molti identifica la condizione culturale attuale in cui le identità che la compongono mediamente sono difficilmente definibili e stabili nel tempo se non addirittura inesistenti, anche la Chiesa in essa immersa lotta per non ‘sfigurarsi’. Infatti, nelle sue molteplici espressioni che la rendono presente nella vita quotidiana, Essa ha subito e subisce l’influenza negativa della mentalità imperante con la conseguente messa in discussione di ciò che prima era un dato unanimemente accettato. Progressivamente è poi andata in crisi anche la capacità comunicativa e di presenza numerica, soprattutto fra le giovani generazioni. Tutte le associazioni storiche hanno ‘pagato’ questa condizione culturale e non ultima l’Azione Cattolica Italiana, la quale essendo per sua natura radicata nel territorio e perciò popolare ha maggiormente sentito gli effetti del disorientamento generale. Molti nella comunità ecclesiale stessa si chiedono che cosa è l’A.C.I. e quale caratteristica la distingue dalle altre esperienze che la Madre Chiesa porta in seno. Provo a delineare le peculiarità che la configurano oggi almeno nella sua struttura essenziale. L’identità dell’A.C.I. è l’insieme di scelte maturate e attuate nel tempo dall’associazione stessa. La prima di esse è l’ecclesialità per cui l’A.C.I. abbraccia lo stesso fine della Chiesa, la sua stessa missione; la laicità, cioè l’esperienza di quegli uomini e di quelle donne che vivono la vocazione ad essere fedeli a Dio dentro le condizioni ordinarie della vita quotidiana; la collaborazione con la gerarchia, proprio in virtù della scelta di non avere un proprio fine, ma di assumere il fine stesso della Chiesa. Infine l’organicità, cioè l’impegno laicale di credenti che vivono la loro fede in forma associativa. Potremmo paragonare l’A.C.I. alle molte tessere di un mosaico che viene composto, dagli associati con i loro assistenti, in forme sempre diverse a secondo dei luoghi e delle necessità che le chiese locali richiedono dando vita a tanti volti pur utilizzando gli stessi strumenti e avendo i medesimi fini. Questa sua duttilità è a un tempo la sua forza e la sua debolezza, ma senza dubbio una della poche carte vincenti che oggi la Chiesa ha a disposizione per dare il giusto e insostituibile spazio a tutti i battezzati.
Don Paolo Pasini – Assistente unitario Ac