Il 70° Anniversario del Martirio di S. Massimiliano Kolbe

Il 70° Anniversario del Martirio di S. Massimiliano Kolbe

Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 31/2011
 
Lo scorso 14 agosto nella Parrocchia di Lido Adriano si è celebrato il 70° anniversario del martirio del Patrono della chiesa, San Massimiliano Kolbe, che è stato ricordato durante la solenne Celebrazione Eucaristica alle ore 20.30 presieduta dal nostro Arcivescovo. Nell’omelia egli ha spiegato gli ultimi giorni di vita del Santo.
Massimiliano Kolbe nel febbraio 1941 viene arrestato e deportato ad Auschwitz; nel campo di concentramento porta il numero 16.670, è assegnato al blocco 20. Qui è costretto a trasportare cadaveri, a spingere carriole, a usare la vanga, a scegliere i lavori più pesanti. E’gracile, malato dalla giovinezza, un solo polmone. Dal blocco n. 14, il 31 luglio 1941, Kols, panettiere di Varsavia, fugge. La reazione è durissima. I 600 del blocco n. 14 vengono chiusi nella baracca. Il 1° agosto i detenuti vengono fatti uscire, sul piazzale: devono stare immobili, al sole. A sera, il comandante Frisch comunica che il fuggiasco non è ritornato. Dunque 10 saranno condannati al bunker della fame. Uno dei 10, Francesco, sposato e papà, è sorteggiato, esce con gli altri, piange. Grida i nomi della moglie e dei figli. P. Kolbe non riesce a trattenere il suo amore. Esce dal suo gruppo e con eroico coraggio, si presenta al comandante. Il comandante urla: ‘Sei diventato pazzo? Chi sei? Cosa vuoi?’. E P. Kolbe: ‘Sono un prete cattolico, voglio morire al posto di quel papà!’. Padre Kolbe sostituisce Francesco e si incammina per il bunker della fame, blocco 11, il blocco delle esecuzioni. E il 1° agosto ’41, dieci persone in un’unica stanza, tre metri per tre metri. P. Kolbe trasforma questa stanza in una chiesa. Prega, conforta, ama, canta. Qualcuno si unisce a lui. Arriva il 14 agosto. Rimangono tre agonizzanti sul pavimento: tra questi P. Massimiliano, ridotto ormai ad un sacco di pelle con dentro le ossa! Un incaricato entra nel bunker e inietta acido fenico nel corpo di P. Kolbe, che morirà di lì a poco.
Mons. Giuseppe Verucchi si è posto una domanda: cos’è che ha sostenuto San Massimiliano in questo cammino di amore, di donazione, di generosità? Da giovane, egli matura lo spirito di semplicità e di povertà di S. Francesco: nel cammino di formazione alla vita religiosa e alla missione sacerdotale si lascia permeare dalla logica di Cristo. Sente crescere in lui una forte e tenerissima devozione a Maria, è un innamorato della Madonna. Avverte il desiderio di far sorgere un’associazione denominata ‘Milizia dell’Immacolata’.  L’amore del Signore e a Maria fanno crescere in lui una grande generosità, un incredibile amore al prossimo. L’Arcivescovo ha concluso dicendo che siamo davanti a una testimonianza eroica di fede e di amore, a un grandissimo santo e martire. Al termine della Messa, Mons. Verucchi ha portato il saluto del Parroco Don Marco Cavalli che era ricoverato in ospedale e che ha chiesto la preghiera dell’intera comunità, mentre il diacono Don Aldo Stella che fino ad oggi ha svolto il suo servizio a Lido Adriano ed è gravato da problemi di salute, non ha voluto mancare alla Celebrazione. Come è poi tradizione, l’Arcivescovo si è recato in piazza Verdi dove ha rivolto un saluto ai fedeli e ai turisti dalla piazza del paese.
Julles Metalli