Il 3° incontro sul Concilio Vaticano II

Il 3° incontro sul Concilio Vaticano II
Dal ‘RisVeglio Duemila’ N. 43/2012
 
Sabato 10 novembre presso la sala del Punto d’Incontro ai Cappuccini c’è stato il terzo dei quattro incontri sul Concilio Vaticano dal titolo ‘Paolo VI ‘ documenti dalla seconda alla quarta sessione’.
Padre Alberto Casalboni, ha iniziato l’incontro presentando un profilo di Paolo VI, l’arcivescovo di Milano eletto papa dopo la morte di Giovanni XXIII. E’ stato lui a prendere in mano il Concilio fino alla conclusione. 
Riporteremo quindi alcuni interventi di Paolo VI dall’apertura della seconda sessione, fino al termine della quarta sessione, cioè del Concilio, avvenuta il 7/12/1965.
Il 29/09/1963, aprendo la seconda sessione, Paolo VI si rivolge ai padri conciliari con l’allocuzione ‘Salvete Fratres’, con queste parole: ‘Salute, fratelli! Così vi accoglie il più piccolo fra di voi, il servo dei servi di Dio,’che da voi chiede la vostra fedeltà, la vostra adesione, la vostra collaborazione; e a voi offre ciò che maggiormente lo allieta donare, la sua venerazione, la sua stima, la sua fiducia, la sua carità’E’ opportuno, a nostro avviso, che questo Concilio muova da questa visione, anzi da questa mistica celebrazione, che confessa lui, Nostro Signore Gesù Cristo, essere il Verbo incarnato, il Figlio di Dio e il Figlio dell’uomo, redentore del mondo. Noi indicheremo (lo scopo del Concilio) in questi punti: la conoscenza o, se così piace dire, la coscienza della chiesa, la sua riforma, la ricomposizione di tutti i cristiani nell’unità, il colloquio della chiesa col mondo contemporaneo’.
Paolo VI fa poi una profonda analisi della vita della chiesa affermando che l’invocata riforma della chiesa non significa operare una rottura con la ‘sua tradizione in ciò ch’essa ha di essenziale e venerabile, ma piuttosto un omaggio a tale tradizione, nell’atto stesso che la vuole spogliare d’ogni caduca e difettosa manifestazione per renderla genuina e feconda’.
Altro argomento già molto caro a papa Giovanni, ereditato da Paolo VI, è quello dell’unità dei cristiani, ‘perché i movimenti recenti, e tuttora in pieno sviluppo in seno alle comunità cristiane da noi separate dimostrano all’evidenza: che la chiesa di Cristo è una sola’. Rivolgendosi poi ai rappresentanti delle altre confessioni cristiane presenti al Concilio dice: ‘Noi mandiamo attraverso la loro presenza il nostro messaggio di paternità e fraternità alle venerabili comunità cristiane, che essi qui rappresentano.’
Viene poi presa in considerazione la necessità di aprire un colloquio col mondo contemporaneo, perché ‘non si può essere ciechi e non avvertire che molti posti in questa assemblea sono vuoti ‘ a causa dell’avversione verso la fede religiosa in tanti territori. Anche al mondo ateo la chiesa guarda ‘con profonda comprensione e con schietto proposito non di conquistarlo, ma di valorizzarlo, non di condannarlo, ma di salvarlo.’
‘E ancora l’occhio della chiesa si distende su altri immensi campi umani: quelli delle nuove generazioni, quelli dei popoli nuovi che stanno acquistando indipendenza e ordinamento civile’e a tutti, a tutti lancia il suo grido di saluto e di speranza e offre luce di verità di vita e di salvezza’.
Al termine dei suoi lavori, il 7/12/1965, il Concilio avrà elaborato sedici documenti: le quattro Costituzioni, i nove Decreti e le tre Dichiarazioni. Paolo VI , nell’omelia conclusiva, prenderà atto delle tante questioni rimaste in sospeso, ma che saranno riprese e approfondite nel periodo post-conciliare, tuttavia ‘la religione cattolica è per l’umanità’noi ricordiamo come nel volto di ogni uomo , specialmente se reso trasparente dalle sue lacrime e dai suoi dolori, possiamo e dobbiamo ravvisare il volto di Cristo.’
Il quarto e ultimo incontro, sul tema: ‘Documenti conciliari ‘ Costituzioni, Decreti e Dichiarazioni. Appendice ‘ La ricezione del Concilio’, avrà luogo mercoledì 28 novembre, alle ore 18, sempre in via F. Rasponi 1.
L’OFS di Ravenna