Dal “RisVeglio Duemila” N. 31/2015
Quest’anno, le parrocchie di Piangipane e Camerlona si sono unite per organizzare il primo campo scuola per ragazzi della scuola elementare. Il campo si è tenuto presso la Casa-Scout a Limisano, comune di Rocca San Casciano (FC) dal 5 all’11 luglio e ha avuto come tema “Con gli indiani, nel cerchio della vita”.
I bambini erano 28, provenienti da Piangipane, Camerlona, Santerno e San Michele, fra cui tre piccole mascotte. Gli animatori erano affiancati da 5 giovani aiuto-animatori, di età compresa fra i 14 e i 16 anni, alla loro prima esperienza in questo ruolo. C’erano poi la cuoca Annamaria, la “tuttofare” Catia, l’infermiera Lidia e l’indispensabile Don Dario, sostegno spirituale e “Grande Saggio” del Campo.
Il tema degli indiani è molto piaciuto ai ragazzi, che hanno imparato qualcosa di diverso rispetto al solito stereotipo del pellerossa offerto dalla televisione. Quello che ci interessava sottolineare era l’aspetto autenticamente umano della cultura indiana, strettamente legata alla natura e profondamente spirituale per il rapporto diretto con il Grande Spirito. L’indiano sa di essere parte di un Tutto che comprende ogni essere animato e inanimato e percepisce la vita nel suo andamento ciclico, che tutto racchiude e che tutto riporta verso il proprio Centro. Da questi valori di base, per ogni giorno di campo si è scelto un tema quale punto di partenza per le attività ludico-ricreative e il momento di riflessione serale:
– la tribù come famiglia: conoscenza, accoglienza, amicizia, comunità;
– il creato-natura: scoperta-meraviglia e rispetto della natura;
– il Grande Spirito: Dio fra noi – Dio Padre – dai riti indiani ai riti sacramentali;
– il giorno del riposo: il significato della domenica come giorno di riposo dedicato al Signore;
– la grande caccia: i talenti personali messi a disposizione della tribù-comunità.
Gli spazi attorno alla casa non potevano offrire uno scenario più consono al tema degli indiani: uno spiazzo “intimo” fra gli alberi dove collocare la tenda del Grande Saggio circondata dalle 4 tende rappresentanti le 4 tribù (costruite dagli stessi ragazzi) e un’ampia area alla sommità della collina, dove poter giocare ma anche ritrovarsi la sera, prima di cena, attorno al Cerchio della Vita, uno dei simboli della spiritualità indiana. Un luogo appartato con un panorama bellissimo dove ogni tribù sedeva attorno al proprio cerchio, fatto di sassi, per richiamare il tema e le attività del giorno. Poi si deponeva il copricapo indiano (come gesto per passare dalla finzione alla realtà) e al canto iniziale seguiva il momento di riflessione, guidato dagli animatori, su come i cristiani vivono oggi quegli stessi valori.
Thomas, 16 anni, aiuto-animatore, scrive:
“Questo campo è stato per me una delle più belle esperienze della mia vita. Finora avevo partecipato solo a campi in cui ero “animato”, questa volta invece ho partecipato come aiuto-animatore. E devo dire che mi è piaciuto di più animare i bambini che essere animato! Ho conosciuto nuove persone, fatto nuove esperienze, quindi per me è stato un campo molto positivo. Penso che anche per i bambini sia stata un’esperienza divertente e istruttiva, staccati dalla solita quotidianità per immergersi in un ‘mondo di indiani’. Credo che abbiano imparato veramente cos’è l’amicizia e quanto sia importante. Quindi veramente un campo bellissimo!”.
Il suo pensiero sintetizza il sentire dei suoi compagni aiuto-animatori: Anna, Michela, Monia e Christian che molto si sono impegnati per la buona riuscita del campo, specialmente come organizzatori delle attività serali.
Il campo è stato per tutti, per diverse motivazioni, una bella esperienza da ripetere. Ma nel frattempo? Sollecitati dagli animatori, i ragazzi si sono interrogati su quali ‘talenti’ potrebbero mettere a servizio della comunità per far sì che il bello dello stare insieme possa ancora continuare… nell’attesa del prossimo campo.
Claudia Baruzzi, animatrice